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Briciole di pane

CdM: via libera al nuovo codice appalti

Nuovo codice presentato in conferenza stampa da Renzi e Delrio

Roma, 15 aprile 2016 – "Il Codice degli appalti rappresenta un passaggio in avanti tutt'altro che secondario: è un'operazione che continua nella direzione di sbloccare i lavori in Italia". Lo ha affermato Matteo Renzi in conferenza stampa con il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio annunciando il via libera definitivo del governo alla riforma del Codice degli appalti.

“Nel vecchio Codice degli appalti c'erano 660 articoli, ora ne abbiamo 217 “, ha sottolineto Renzi. “Si semplifica moltissimo e si porta un'organizzazione decisamente più semplice e funzionale". "Nel nuovo codice – ha evidenziato il presidente del Consiglio - ci sono cinque elementi chiave: una spinta digitalizzazione, garanzia di trasparenza e semplicità, la massima semplificazione con la 'soft law' e le linee guida che sostituiscono il dettagliato intervento coma per comma, la grande capacità di riduzione del numero degli articoli, l'insistenza sulla buona progettazione". "C'è anche attenzione al lavoro, il rafforzamento di Anac nel ruolo di garanzia".

Addio quindi alla legge Obiettivo, torna centrale la programmazione delle opere infrastrutturali. Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, spiegando il nuovo Codice ha osservato: "si archivia la legge Obiettivo, dove tutto era urgente e prioritario, torniamo ad una sana e pragmatica concretezza. Credo sia una grande rivoluzione della normalità e della semplicità. Ritorna centrale il progetto". "C'è anche una nuova norma sulle concessioni: il rischio operativo è in capo al privato, il privato si prende i rischi. Sappiamo – ha concluso il ministro - che per sbloccare le opere bisognava riformare le regole e questo è quello che abbiamo fatto con il Codice degli appalti".

Tra le novità "l'albo dei collaudatori" e "un albo delle imprese". Per il ministro "l'Italia è riuscita a fare questo lavoro in 200 articoli. C'è poi una nuova norma sulle concessioni: il rischio operativo è in capo al privato, il privato si prende i suoi rischi". "Sappiamo - ha continuato Delrio - che per sbloccare le opere bisognava riformare le regole e questo è quello che abbiamo fatto con il Codice appalti". "La fregatura stava nel fatto che avevi un progetto, magari un preliminare, che era mandato a gara, siccome non era dettagliato esponeva a dubbi e problemi e faceva lievitare costi e tempi. Negli appalti pubblici in Italia alla fine lavorano più agli avvocati che i manovali. Il nuovo meccanismo dà certezze progettuali, riduce i tempi e permette di evitare il meccanismo delle riserve per cui arriva l'azienda che vince e ti piazza riserve milionarie e ti mette in discussione il modello della gara".
 

  Il Nuovo Codice degli Appalti e delle Concessioni