Cento miliardi di dollari per la ferrovia del Golfo
Infrastrutture. Via libera al primo tratto dal Kuwait all'Oman
Abu Dhabi, 13 aprile 2011 - È da quando T.E. Lawrence faceva saltare i treni e i binari dell'Hejaz che nella Penisola arabica non si faceva qualcosa d'importante per le ferrovie. Fra qualche mese in Arabia Saudita verrà aperta la nuova linea dalla zona mineraria di Jelamaid, al Nord, a Ras Al Zour sul Golfo: 1.486 chilometri.
È solo una parte di quello che sembra essere un rinascimento ferroviario della regione dal 1908, quando i turchi inaugurarono la linea dell'Hejaz per portare più rapidamente i pellegrini da Damasco alla Mecca; e dal 1917, quando Lawrence d'Arabia ne distrusse parti importanti per bloccare i rifornimenti militari della Sublime Porta. Quello che è stato annunciato all'ultimo vertice dei sei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, ad Abu Dhabi, è un piano per collegare la costa del Mar Rosso a quella del Golfo Persico e il Nord della penisola al Sud. Per ora circa 2.500 chilometri di ferrovia passeggeri e merci lungo la costa del Golfo, dal Kuwait all'Oman, e 30 miliardi d'investimenti che diventeranno 109 entro il 2017 quando, si prevede, la rete verrà completata anche da Est a Ovest, dalla costa di Gedda sul Mar Rosso agli Emirati.
La scelta di tornare al treno, cento anni dopo, è strategica ed economica. Arabia Saudita, Kuwait, Bahrein, Qatar, Emirati e Oman, i sei Paesi del Consiglio, cercano vie alternative al flusso delle loro risorse energetiche.
Solo dallo Stretto di Ormuz, davanti alle coste iraniane, transita il 40% del petrolio mondiale. Superata quella stretta porta che può essere facilmente chiusa in caso di conflitto, si apre il Golfo di Oman infestato dai pirati. E c'è una ragione economica. I Paesi del Golfo stanno diversificando le economie, orientando verso altri investimenti le notevoli ricchezze accumulate con l'energia. Dall'anno scorso e per i prossimi tre anni solo l'Arabia Saudita conta d'investire 400 miliardi di dollari, soprattutto in infrastrutture.
Costruire una ferrovia in mezzo al deserto non è meno difficile che farlo in mezzo alle montagne. Nella regione del Golfo una duna alta 90 metri può spostarsi per 500 metri in un anno. Nel deserto alle spalle di Abu Dhabi, Union Railway, le ferrovie degli Emirati, sta facendo dei test. Gli investitori stranieri, chiamati a partecipare al grande business ferroviario, hanno qualche altro dubbio sulla sua fattibilità. L'instabilità politica del Medio Oriente potrebbe avere effetti negativi sugli investimenti. In un solo incontro segreto, un mese fa i sei Paesi del Consiglio hanno deciso di mandare le truppe in Bahrein, a salvare il trono di Hamad Al Khalifa. Ma è stato un avvenimento piuttosto raro: di solito monarchi ed emiri faticano a mettersi d'accordo. Il Khaleeji, la valuta comune, doveva entrare in vigore nel 2008. Era già stato deciso che il suo valore sarebbe stato allineato al dollaro: al momento non è ancora stata battuta una sola moneta. Per il possesso di qualche piccola isola e per rivalità di clan, Qatar e Bahrein ancora devono iniziare i lavori del ponte stradale e ferroviario sul mare, che li dovrebbe collegare. La spesa stanziata è di quattro miliardi. L'obiettivo del grande progetto ferroviario del Consiglio di cooperazione è armonizzare la futura rete ferroviaria transnazionale ai numerosi progetti locali. Entro un paio d'anni l'Arabia Saudita inaugurerà il treno che farà viaggiare a 380 chilometri l'ora i pellegrini fra Mecca, Medina e Jeddah (7 miliardi di dollari). Con un progetto da 11 miliardi per una rete da 2mila chilometri, gli Emirati costruiranno tre nuove linee: due veloci collegheranno Abu Dhabi agli altri emirati dell'Unione; la terza, 30o chilometri di ferrovia commerciale, correrà fra la costa e i giacimenti di gas in grande espansione a Shah, nel Rub al-Khali, il più vuoto e grande deserto del mondo fra Arabia Saudita, Emirati, Oman e Yemen. Solo per lo sfruttamento dei campi di Shah, la Abu Dhabi National Oil Company sta investendo altri n miliardi di dollari. Infine ci sono le metropolitane sotterranee e di superficie. La prima inaugurata nel 2009 a Dubai, è solo l'inizio del grande business del trasporto urbano: fra un decennio l'8o% della popolazione del Golfo vivrà nelle città.