Centro Studi Continental, meno auto in circolazione nelle grandi città
Nello otto principali città italiane, Roma in testa, si riduce il numero di autovetture in rapporto agli abitanti, ma l'Italia si piazza al primo posto in Europa per diffusione di veicoli a due ruote
Roma, 11 ottobre 2013 - Scende il tasso di motorizzazione nelle otto maggiori città italiane, nel periodo compreso tra il 2008 e il 2012. A tirare fuori i dati, da fonti Aci e Istat, è stato il Centro Studi Continental, che ha compiuto una puntuale zoomata sulla flessione, nelle nostre città, delle autovetture circolanti rispetto agli abitanti. Naturalmente il dato della riduzione varia da città a città: si va dal massimo di contrazione a Roma, che ha registrato un meno 5,4%, al minimo di Bari, un impercettibile 0,6%, meno 5% anche a Torino, Bologna perde il 3,9%, Firenze il 2,9%, Genova l’1,4% e Napoli dell'1,1%. A Roma si è passati da 706,7 auto ogni mille abitanti nel 2008 alle 668,4 del 2012. Stesse percentuali per Milano, dove si è scesi da 557,9 a 528,8 auto, -5,2%; a Torino da 628,4 a 597,1.
I dati raccolti sulle immatricolazioni nelle città raccontano di una vera e propria demotorizzazione in corso. Molteplici le cause di questa tendenza, secondo il Centro studi Continental: ''Da un lato vi è una sempre maggiore difficoltà da parte degli abitanti delle città a usare l'auto, perché nei centri sono aumentate le piste ciclabili e le zone Ztl. Al contempo è drasticamente diminuito il numero parcheggi gratuiti disponibili''. E, soprattutto, bisogna considerare che ''il prezzo dei carburanti e la pressione fiscale sulle automobili hanno raggiunto livelli quasi insostenibili, e costituendo un'ulteriore spinta verso un minor utilizzo ma anche verso la rinuncia all'auto''.
Spostando l’attenzione sulle due ruote, la musica cambia. Perché "L'Italia è al primo posto in Europa per parco circolante su due ruote a motore con il 29,2% di veicoli e per la produzione si attesta al 53,9%. In Sicilia nel 2012 sono stati 15 mila i veicoli venduti di cui 3.977 a Palermo, e 3.580 a Catania. Seguono Messina con 2.472, Siracusa 1.196, Agrigento 905, Trapani 796, Ragusa 720 ed Enna 173". Sono questi i numeri snocciolati da Claudio De Viti, direttore del Settore Moto di Confindustria Ancma, intervenuto al forum "Due ruote: soluzione alla mobilità individuale e cittadina", nel corso della manifestazione 'No Smog Mobility'.
"Noi rivendichiamo il nostro ruolo nel trasporto e nella mobilità - continua -. Non vogliamo sostituirci al trasporto collettivo, ma pensiamo che le due ruote a motore possano essere, dotando le città di alcune essenziali infrastrutture e adottando delle pratiche di sicurezza come il non utilizzo di vernici scivolose, un utile mezzo complementare. Ormai - sottolinea De Viti - l'impatto ambientale è irrilevante nei mezzi di nuova generazione. Nel 2016 e poi nel 2020 ci saranno due nuovi step per ridurre le emissioni". Buoni risultati per i veicoli elettrici, rivela De Viti: "Nel 2012 i veicoli elettrici, in particolare i quadricicli, hanno avuto una notevole accelerazione superando le 4 mila unità immatricolate e raggiungendo una quota intorno all'1,5% frutto dell'arrivo sul mercato del Twizy Renault e del successo di altre marche come l'NWGZero ed il Freeduck". Secondo Confindustria Ancma, entro il 2020 la fetta di mercato dei veicoli elettrici potrebbe arrivare tra il 5 e il 7%.
De Viti conclude con un richiamo a sfruttare di più gli incentivi previsti dalla Legge per lo Sviluppo del 2012, che ha stanziato 40 milioni per ogni anno dal 2013 al 2015, per l'acquisto di veicoli a basse emissioni: "a tre mesi dal termine, della prima fase rimangono inutilizzati 34 milioni, a dimostrazione che la formulazione della legge presenta alcune criticità. Le nostre proposte per sbloccare le risorse riguardano la riduzione dell'età del veicolo da rottamare dagli attuali dieci anni a cinque anni, la destinazione ai soli utenti privati della riserva di 4,5 milioni di euro per la quale non è richiesta rottamazione e che attualmente è accessibile anche agli acquirenti professionali e infine la possibilità per l'utente che rottama un veicolo di acquistare una qualunque tipologia di motoveicolo e non solo, come accade ora, quella rottamata".