Ciaccia: project bond uno choc benefico per la nostra economia
Intervista al vice-ministro delle infrastrutture: «Chi contesta la cifra di 80 miliardi mina la ripresa»
Roma, 17 giugno 2012 – Ha sentito? C'è chi dice che degli 80 miliardi mobilitati dal decreto sviluppo, uno solo è reale: «Sono affermazioni che non fanno bene, perché minano alla radice la capacità di ripresa del Paese». Il vice-ministro alle Infrastrutture Mario Ciaccia mostra un entusiasmo contagioso nel parlare del provvedimento varato 24 ore prima. Giustificato dal fatto che lui ha seguito in prima persona i dossier - project bond, nuovi bonus edilizia, Piano città, defiscalizzazioni - che rappresenteranno «uno choc per l'economia».
Non avete dato numeri al lotto?
No. Il decreto "cuba" in effetti sui 70-80 miliardi, anche se è chiaro che non si tratta più di risorse stanziate dal bilancio pubblico - è finito il tempo in cui le opere si potevano fare unicamente tramite questo canale -, ma dell'insieme delle risorse, anche private e dell'indotto, che potranno essere mobilitate. Lo sostengono diversi centri studi. Anzi, Passera è stato anche pessimista: io sono convinto che si attiveranno volumi maggiori.
Esagera lei nell'ottimismo?
Guardi, sono reduce da un incontro a Ischia dove, dopo tante parole nei mesi scorsi, ho visto tornare il sorriso sul volto di tanti operatori, davanti a norme che restituiscono loro la voglia di fare impresa. Questo governo è nato nella paura. Poi siamo passati alla speranza, ora è il momento di recuperare fiducia.
Coi project bond? È vero che avete dovuto vincere la resistenza del vice-ministro dell'Economia, Grilli, timoroso per la concorrenza fatta a Bot e Btp?
Si sono confrontate due correnti di pensiero. Ma è cervellotico pensare che abbia un senso realizzare un'infrastruttura con dei Bot tassati al 12,5% e ne debba avere un altro finanziare la stessa opera con queste obbligazioni di progetto. Inoltre non si tiene conto che c'è tutta una categoria d'investitori nel mondo che oggi è meno interessata ai titoli pubblici, temendo i rischi da crisi dei debiti sovrani, e chiede strumenti capaci invece di dare garanzie medio-lunghe con un ritorno sicuro, anche tariffario.
Ma quando potranno essere emessi?
Anche subito. Tutto il processo autorizzativo è stato completato, Corte dei Conti inclusa. E potranno essere emessi tanto per nuove infrastrutture, da società titolari di una concessione - che abbiamo già allungato fino a 50 anni -, quanto per infrastrutture brownfield, quelle già esistenti, quindi da società che finora sono state costrette a indebitarsi in banca. Questi bond sono un motore che guarda alla capacità di attrarre capitali privati, anche di fondi sovrani. Con una norma assolutamente nuova, che introduciamo per primi in Europa, applicata finora solo in stati come Usa, Canada e Australia. Da noi, con un fabbisogno di opere per oltre 100 miliardi entro il 2015, si stima che circa la metà dovrà venire dal settore privato. E mi tengo al ribasso, perché in realtà la liquidità non manca nel mondo. Ma non è tutto qui.
Che altro c'è d'importante?
Non va sottovalutata l'elevazione al 60% della quota di lavori da affidare a terzi da parte dei concessionari autostradali, che ribalta la situazione precedente rafforzando la disposizione inserita nel decreto liberalizzazioni che l'aveva già elevata dal 40 al 50%. Vuol dire creare nuovi spazi per le Pmi. Come è importante l'estensione della defiscalizzazione: chi ha avviato un'opera potrà contare in futuro, se verrà meno il contributo diretto, anche su un credito d'imposta. Tutto questo quadro renderà più fattibili i grandi progetti autostradali, a partire dalla Orte-Mestre che andrà forse al prossimo Cipe. Prendiamo poi l'Iva neutra sugli immobili invenduti per 5 anni: può liberare risorse per 840 milioni, capaci di generare una ricaduta fino a 2,8 miliardi.
E il bonus edilizia unificato al 50%?
È uno choc atteso: il governo ha capito che non si poteva aspettare un giorno in più, nel Paese c'è fame di lavoro. E la gente che ha paura punta a dare maggior valore alla casa.
Ma perché fino a giugno 2013? Dopo che accadrà?
Il nostro intento è rendere stabile la norma. Ma è chiaro che fra un anno dovremo fare una valutazione economica degli effetti.