Ciucci bacchetta i politici: «Gronda, persi 5 anni»
II numero uno di Anas: le opere decise si devono poi fare
Genova, 30 maggio 2013 – «A un certo punto le opere bisogna deciderle, e dopo averle decise, magari, bisogna realizzarle. Se si fosse deciso cinque anni fa, adesso saremmo a metà della realizzazione». Queste le parole, ieri a Torriglia in occasione della presentazione dei lavori sulla statale 45, dell'amministratore unico di Anas spa Pietro Ciucci. L'argomento: i ritardi dell'iter approvativo della Gronda di Ponente.
Da dicembre Anas non ha più competenza sulle opere autostradali, ma ha partecipato al pluriennale dibattito sull'opera di raddoppio della A10 a Ponente e siederà alle riunioni della conferenza dei servizi. Conferenza dei servizi che inizierà a valle del pronunciamento sulla Valutazione di impatto ambientale sull'opera, un atto di competenza del ministero dell'Ambiente il cui arrivo - secondo quando riferito dal governatore Claudio Burlando ieri - è previsto per la metà del mese di giugno. Ottenuta la Via e verificata la fattibilità dell'opera anche in relazione alle probabili prescrizioni indicate dal Ministero, inizierà la partita più importante: trovare un punto di incontro tra le posizioni della Regione e di Autostrade per l'Italia e del Comune di Genova. E qui avrà un ruolo anche Anas, destinataria della richiesta - uscita fuori dal dibattito intercorso all'inizio del 2013 - "compensativa" di eliminare il pedaggio dalla vecchia A10 in ambito urbano per trasformarla in una sorta di tangenziale. «Nessuna richiesta di questo genere è stata finora da me esaminata - ha risposto all'ipotesi Pietro Ciucci - quando mi arriverà sulla scrivania la prenderò in considerazione come facciamo per ogni progetto. Credo che posta così, però, l'operazione identifichi un serio problema di finanziamenti».
Nonostante la crisi, Anas è ancora un colosso capace di mettere in cantiere miglioramenti infrastrutturali importanti. In Liguria ha lavori in piedi o in programma per mezzo miliardo di euro, in gran parte concentrati su parziali raddoppi dell'Aurelia con puntuali sortite - vedi l'avvio della nuova SS45 - sulle principali direttrici dell'entroterra. La società delle strade non si occuperà più di caselli e maxi-viadotti, ma su altre grandi e costose opere d'importanza strategica continua a essere in prima fila. E il caso del tunnel subportuale di Genova, per il quale l'amministrazione Doria ha tentato una disperata riesumazione. «A suo tempo siamo stati tra i primi a interessarci di questo progetto - ricorda Ciucci - lo siamo tutt'ora». Il presidente di Anas, però, non si tiene mai particolarmente lontano da puntualizzazioni "di cassa". «Certo - aggiunge - l'accesso a capitali privati tramite il project financing oggi non offre molte opportunità, ma siamo pronti a sostenere l'iniziativa con lo stesso interesse di qualche anno fa».
Con Ciucci, ieri a Torriglia, c'erano il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, l'assessore alle Infrastrutture e allo Sviluppo economico, Raffaella Paita, e l'assessore al Bilancio, Sergio Rossetti. Sulla Via della Gronda Burlando si è detto fiducioso. «Ho parlato con il ministro Andrea Orlando, e mi ha detto che a metà del prossimo mese il parere della commissione sarà pronto. A quel punto potremo iniziare a lavorare sulle eventuali prescrizioni e procedere in direzione della conferenza dei servizi».
«Visto che in passato ci siamo impegnati a lungo sulla Gronda - ha aggiunto l'amministratore unico di Anas - mi auguro che sia realizzata, credo sia un notevole arricchimento del sistema infrastrutturale di questa regione». La procedura di Via sulla Gronda fu avviata dal ministero il 21 giugno del 2011. L'ultimo rinvio ha fatto slittare il pronunciamento con un pretesto: quello di precisare meglio, in virtù di una legge nazionale di recente approvazione, le previsioni dei tecnici relativamente allo smaltimento delle rocce da scavo. Sui ritardi di questa fase hanno ovviamente influito la caduta del governo Berlusconi, il periodo elettorale e il lungo limbo seguito alle urne prima che si arrivasse a formare un governo.
Per il resto alla Liguria mancano opere in grado di fluidificare percorsi ancora fermi ad antidiluviane impostazioni di tracciato. «C'è da dire che orograficamente questa è una regione davvero complessa - sostiene Ciucci - ogni volta che si intraprende un lavoro i costi sono molto alti».
