Ciucci: "Se lo Stato protegge i cantieri la Salerno-Reggio pronta nel 2013"
E' da tutelare un patrimonio di 1-1,5 miliardi di euro

Roma, 10 novembre 2010 – “Non siamo alla paralisi. Anzi sono convinto che rispetteremo l'impegno che abbiamo preso: terminare la Salerno-Reggio Calabria entro il 2013. Ma non dipende solo da noi”. Pietro Ciucci, da quattro anni presidente dell'Anas (società per azioni controllata dal ministero dell'Economia), tiene ormai una specie di contabilità a partita doppia. In una colonna figurano i chilometri di autostrada già completata (a oggi 210 Km). Nell'altra il numero di attentati, di mezzi bruciati, di intimidazioni e perfino di sparatorie (circa 200 attacchi negli ultimi tre anni).
La Salerno-Reggio Calabria è circondata dallo scetticismo. Una larga parte dei parlamentari ha addirittura accolto con una risata l'annuncio in aula del premier Berlusconi, il 29 settembre scorso: “Finiremo tutto entro il 2013”.
“Le rispondo da tecnico nominato da Prodi e confermato in questo posto da Berlusconi. Quella risata la considero quasi un'offesa per noi e per tutta la gente che sta lavorando a un'opera complicatissima. Signori, qui stiamo parlando di una strada 14 volte più lunga del Passante di Mestre, che per altro, lo dico per inciso, abbiamo fatto sempre noi, in quattro anni. Qui non stiamo allargando un tracciato di 443 chilometri. Lo stiamo demolendo quasi tutto e rifacendo da capo, mattonella dopo mattonella. Siamo arrivati a metà e abbiamo già costruito 130 viadotti e 70 gallerie. Io mi chiedo: chi ride sa di che cosa stiamo parlando?”.
Ponzellini, il presidente dell'Impregilo, cioè della principale impresa al lavoro sull'autostrada, non ride. Anzi sostiene che ormai è difficile convincere gli ingegneri a restare al loro posto. E che è ancora più arduo assegnare i subappalti. Su 50-60 imprese invitate, se ne presentano 4 0 5. Questo significa allungamento dei tempi, o, secondo i più pessimisti, la paralisi tra non molto.
“Non siamo in una situazione di paralisi, ma dobbiamo intervenire, altrimenti rischiamo di finirci. II clima descritto da Ponzellini corrisponde al vero. Negli ultimi anni abbiamo subito circa 200 attentati, alcuni più gravi, altri meno. Ma il punto è che dobbiamo fugare l'atmosfera di incertezza e di inquietudine che grava sui cantieri”.
E' solo “inquietudine” o ci sono segnali concreti di infiltrazione mafiosa?
“I punti critici sono due: le eventuali sovrafatturazioni per coprire le tangenti pagate alle cosche o le forniture scadenti di calcestruzzo. Per quanto ci riguarda non abbiamo segnali di infiltrazioni. Solo sul calcestruzzo abbiamo fatto circa 18 mila prove e non abbiamo trovato nulla di irregolare”.
Ci sono delle inchieste della magistratura piuttosto allarmanti, però. Si parla di una quota del 3% di appalti gestiti dalla 'Ndrangheta
“Certo, aspettiamo anche noi il risultato della Magistratura. Io rispondo per l'Anas, ma non posso garantire per tutta la filiera di imprese e per l'indotto. Però osservo una cosa tutti questi attentati forse vanno letti come il tentativo compiuto dalla criminalità organizzata per entrare nei lavori. Di solito si dice che quando tutto è tranquillo c'è già stato un accordo con i clan”.
Lei ha chiesto l'intervento dell'esercito...
“lo chiedo al governo di proteggere i cantieri del tratto reggino, da Gioia Tauro a Scilla e poi fino a Campo Calabro: un percorso di 40 chilometri. Vorrei chiarire che non ho sollecitato l'intervento dell'esercito. Nel consiglio di amministrazione straordinario che abbiamo tenuto a Palmi ho parlato di forze dell'ordine. Naturalmente non spetta a me decidere”. Ha avuto risposte? “Per ora no, siamo in contatto con il prefetto di Reggio Calabria..”
Non con il ministro dell'Interno Maroni?
“Certo, ho parlato anche con lui e con il ministro delle Infrastrutture Matteoli. Stiamo aspettando”.
Quaranta chilometri di “trincea”: quanti militari servirebbero? Un migliaio tenendo conto di turnazioni e aspetti organizzativi?
“No, penso molto meno. Anche perché noi abbiamo già un circuito di videoprotezione che intendiamo rafforzare e che si integrerebbe bene con l'attività delle forze dell'ordine. E' chiaro però che stiamo parlando di un impegno serio. Ma la posta in gioco è alta. Qui si tratta di tutelare un patrimonio di 1-1,5 miliardi di euro, perché queste sono le risorse pubbliche investite in quell'area”. L'intera opera costerà io miliardi. Per ultimare il percorso ne mancano ancora 2,5.
Dove li troverete?
“Ci aspettiamo che vengano stanziati nelle prossime settimane con il piano per il Sud annunciato dal governo. Anche se non ci serviranno tutti e subito. L'esecutivo ha sempre riconosciuto la Salerno-Reggio Calabria come un'opera fondamentale: non mi aspetto sorprese su questo fronte”.