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Briciole di pane

Componentisca auto, dal 2007 persi 15-20mila posti di lavoro

Allarme di Anfia che chiede la creazione di una "task force"

Torino, 21 maggio 2013 – In Italia dal 2007 ad oggi sono stati persi tra i 15.000 e i 20.000 posti di lavoro nella componentistica auto. E' la stima che Mauro Ferrari, Presidente del Gruppo Componenti Anfia, ha reso nota nel corso di un convegno sul futuro del comparto. E’ anche da questi dati che l’Associazione ha chiesto al nuovo Governo la creazione di una “task force” per definire un piano strategico di medio periodo per il comparto. Secondo i dati esposti nel corso dell’incontro di Anfia, dall'inizio del nuovo secolo il Paese è precipitato dall'undicesimo al ventiduesimo posto nella classifica mondiale dei Paesi produttori. In ogni caso, ha sottolineato Ferrari, il settore “mantiene una forte vitalità e continua a valere circa il 3% del Pil nazionale, con un export che, nel 2012, valeva circa 18 miliardi, pari a oltre il 45% del fatturato e una bilancia commerciale positiva per 7,4 miliardi (+2,2%)”. Ferrari ha poi spiegato che il fatturato 2011 della componentistica italiana era pari a 42 miliardi di euro con un export pari a circa 19 miliardi, mentre per il 2012 è atteso un fatturato intorno ai 38 miliardi con un calo del 10-12%.


Guardando ai dati più generali, Anfia, in un recente documento ha evidenziato che “l’attuale situazione del settore auto italiano è pesantissima sia dal punto di vista del mercato, che della produzione. Il mercato, nel 2012, si è ridotto di quasi il 20% rispetto all’anno precedente e del 44% rispetto al 2007, riportandosi sui livelli del 1979, ed è previsto in flessione del 10% circa per il 2013”. Pur in una situazione di questo genere, è stato fatto rilevare che “la componentistica è riuscita comunque ad ottenere una buona performance”. Secondo Ferrari la strategia da seguire per puntare alla crescita del settore anche nei prossimi anni è costituita da alcune leve fondamentali come “continuare a puntare su creatività e innovazione di prodotto e di processo, l’aggregazione delle imprese, l’internazionalizzazione come opportunità sia sul fronte dell’export”.

Andrea Zaghi