Con il decreto Fare rimesse in moto opere per 5 miliardi
II punto sui 2,8 miliardi stanziati a giugno per le infrastrutture
Roma, 17 febbraio 2014 - Gli obiettivi sblocca-cantieri del decreto Fare (69/2013) hanno funzionato al 100% quando i finanziamenti (1,7 miliardi di euro) avevano scadenze precise per approvare progetti o appaltare lavori, come nel caso delle opere del Dm Lupi di luglio (1.478 milioni), i 60 milioni Cipe per un lotto del Quadrilatero, i 150 milioni del piano scuole affidato al Miur.
Obiettivi meno rapidi e più controversi, invece, dove non è stata fissata una scadenza-tagliola precisa. Ancora bloccati o in ritardo sono in particolare 667 milioni di finanziamento sui 2.819 totali del Dl Fare.
DECRETO FARE, GLI OBIETTIVI
Il pacchetto infrastrutture del D1 69 (convertito dalla legge 9 agosto 2013, n. 98), era quello di riattivare cantieri incagliati, di aggiustare alcuni grandi project financing con piani finanziari zoppicanti, e infine di lanciare programmi di piccole opere a cantierizzazione rapida (strade, ferrovie, scuole, piccole opere urbane). Con risorse ricavate in buona parte definanziando grandi opere con basso "tiraggio" rispetto ai fondi disponibili (Terzo Valico - subito però rifinanziato dal Cipe grazie al Dl 43 - Torino-Lione, fondo contenziosi per il Ponte di Messina). In tutto sono stati messi sul piatto 2.819 milioni di euro.
DECRETO FARE, I SUCCESSI
Nei 2,8 miliardi c'è un insieme di misure e strumenti diversi. Alcune misure avevano efficacia diretta per legge, come i 90,7 milioni alle Strade dei Parchi Spa (concessionaria dell'autostrada A24 Roma-L'Aquila-Teramo), che servivano ad anticipare fondi che Regione Lazio e Comune di Roma erano impossibilitati a versare nei tempi previsti, e che sono stati utilizzati per accelerare i cantieri per le complanari della A24 nell'accesso a Roma. Di impatto immediato anche l'autorizzazione a Rfi a spendere subito i 300 milioni del piano sicurezza, già finanziato: decine di piccole opere che sono state interamente avviate.
E in generale sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati in tutti i casi dove il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha potuto fissare obiettivi e scadenze precise, il 31 dicembre, pena la revoca dei fondi: closing di Tem, progetti esecutivi della Pedemontana, affidamento del 70% dei lavori per i piani Anas e Rfi, 10% di Sal per la Agrigento-Caltanissetta 2° macrolotto. Mancato solo l'obiettivo per la gara per l'acquisto di treni in Val D'Aosta, per 27 milioni di finanziamento (saranno riutilizzati per altro). Con il Dm Lupi del 18 luglio, che assegnava questi obiettivi e termini, sono stati distribuiti 1.478 milioni.
Un obiettivo preciso è stato possibile mettere, con delibera Cipe, anche ai 60 milioni per il Quadrilatero Marche-Umbria (raggiungere un Sal del 90% sul lotto 2.1 del macrolotto 1), ed è stato raggiunto, ma come nel caso della Agrigento-Caltanissetta si trattava in sostanza di mettere una toppa a una copertura finanziaria, non molto di più.
I risultati più efficaci dei fondi del Dl Fare sono stati senza dubbio, in termini di valore aggiunto, quelli per sbloccare i grandi project autostradali del Nord, Tem e Pedemontana soprattutto, con lo sblocco effettivo di cantieri per 4,3 miliardi di euro. Anche se il risultato è stato raggiunto facendo salire il finanziamento pubblico per queste due opere da zero al 15% per la Tem e dal 9 al 27% per Pedemontana.
Efficaci anche i piani ponti e gallerie dell'Anas, che a fine gennaio sono arrivati al 90% di opere appaltate, e quello per "nodi e interoperabilità" di Rfi, che è arrivato al 97% di lavori affidati.
In tutto, dunque, tra interventi con scadenze rispettate (1.688 milioni di finanziamenti) e altre misure a effetto immediato (A24, sicurezza Rfi), si arriva a 2.079 milioni su 2.819, un buon successo.
I RISULTATI DA VERIFICARE
Procedono a buon ritmo, ma con risultati effettivi ancora da verificare, il piano scuole da 150 milioni gestito dal ministero dell'Istruzione, nel quale lo stesso Dl 69 prevedeva l'affidamento delle opere entro il 28 febbraio (obiettivo raggiungibile, ma da verificare); e il piano 6mila Campanili, dove la mancanza di scadenze precise per i cantieri fa temere uno slittamento incontrollato. Questo pacchetto vale 250 milioni di finanziamenti (sui 2.819 totali).
RITARDI E TEMPI LUNGHI
Risultati controversi, infine, e tempi non immediati di sblocco cantieri, per la metropolitana di Napoli (113 milioni, Cipe solo a dicembre, cantieri a tarda primavera), la M4 di Milano (piano finanziario ancora in alto mare, cantieri di fatto ancora fermi, obiettivo Expo mancato), e la bretella stradale Rho-Monza (sforato l'obiettivo Cipe, anche se i fondi non saranno revocati). Ancora del tutto bloccato, infine il piano scuole con fondi Inail, che doveva valere 300 milioni di euro.
In tutto i finanziamenti del decreto Fare con effetti "lenti" su opere e cantieri sono stati pari a 667 milioni.
