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Briciole di pane

Confedilizia: la crisi immobiliare ritarda la ripresa. Unione inquilini: sbloccare i fondi per l'edilizia residenziale pubblica

L'Ufficio Studi Confedilizia ha rilevato che nel 2012 le imposte sulla casa sono lievitate di 14,5 miliardi rispetto al 2011 e di 10,8 miliardi nel 2013

Roma, 7 novembre 2013 - Per colpa di quale comparto in sofferenza l’Italia non è ancora riuscita ad agganciare la ripresa, ormai agli albori anche in paesi come la Spagna? Il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, non ha dubbi: "Il mercato immobiliare è in piena sofferenza e questo condiziona la ripresa. Siamo l'unico Paese che proprio per questo non l'ha agganciata - osserva Sforza Fogliani – ove l'immobiliare cresce, la ripresa è già da tempo partita. La proprietà edilizia ha corrisposto in tre anni 53 miliardi di euro e la legge di stabilità prevede che ne paghi, nel solo 2014, 23,8 nel caso, del tutto improbabile, che tutti i Comuni applichino l'aliquota minima del'Imu-bis, e addirittura 29,1 nel caso in cui i Comuni applichino l'aliquota massima. È – prosegue in una nota Sforza Fogliani - indispensabile una decisa inversione di tendenza, con un ritocco perlomeno dei moltiplicatori Monti e il ripristino della Service tax decisa dal Governo il 28 agosto, al posto del'Imu-bis prevista invece dalla legge di stabilità, sempre basata sui moltiplicatori Monti".

La lievitazione delle imposte sulla casa, in questi ultimi anni, è stata analizzata dall’Ufficio Studi di Confedilizia: "l'aggravio di tassazione abbattutosi sui proprietari di casa a partire dal 2012, primo anno di applicazione - nell'ambito della versione sperimentale dell'Imu – dei moltiplicatori catastali previsti dalla manovra Monti, per i quali la stessa legge istitutiva prevedeva che avessero un carattere di provvisorietà".

"Fino al 2011, infatti - spiega ancora la nota -, l'Ici era applicata su una base imponibile che era di gran lunga inferiore rispetto a quella adottata a partire dal 2012. Per le abitazioni, in particolare, il moltiplicatore da applicare alla rendita catastale ai fini del calcolo dell'imposta è passato nel 2012 da 100 a 160, con un aumento - quindi - del 60 per cento. I moltiplicatori Monti sono stati posti a base dell'Imu anche nel 2013 ed essi costituiranno - se il disegno di legge di stabilità non sarà modificato - anche la base di tassazione per il 2014 sia ai fini dell'Imu sia ai fini della Tasi. L'abnorme aumento della base imponibile catastale dato dall'utilizzo dei moltiplicatori Monti, ha provocato - nel solo anno 2012 - il versamento da parte dei proprietari di casa di maggiori imposte per 14,5 miliardi di euro rispetto al 2011 e di ulteriori 10,8 miliardi di euro nel 2013, sempre rispetto al 2011, per un totale di 25,3 miliardi. Nel 2014, se il disegno di legge di stabilità non sarà modificato, le maggiori imposte dovute potranno variare - per effetto del combinato disposto della reiterata applicazione dei moltiplicatori Monti e dell'introduzione della Tasi - da un minimo di 39,9 miliardi a un massimo di 45,2 miliardi, in ragione delle aliquote che saranno applicate dai singoli Comuni".

Di segno diverso le modifiche alla legge di stabilità invocate dall’Unione inquilini, che invita a "non fermarsi alla sola discussione della Tasi". È il pensiero del segretario nazionale dell’Unione inquilini, Walter De Cesaris. "La questione casa – spiega il segretario - è elemento centrale del dibattito intorno al disegno di legge stabilità. La discussione, però, è tutta incentrata sul tema, pure rilevante, della Tasi. Rimangono inevase questioni centrali, come quella del rilancio dell`edilizia residenziale pubblica, essenziali per rispondere al fabbisogno di 650 mila alloggi, mentre assume una dimensione paradossale il fatto che vi siano alcune decine di migliaia di case popolari non assegnate in quanto inagibili, perché bisognosi di interventi di ristrutturazione". "La crisi – prosegue De Cesaris - sta rendendo socialmente insopportabile l`incremento degli sfratti per morosità (nel 2012 di 60 mila nuove sentenze esecutive su circa 68.000). Servono pertanto misure urgenti e necessarie per far fronte a tale condizione di sofferenza abitativa strutturale e riteniamo che la legge di stabilità le debba e possa individuare nel merito specifico".

Gli inquilini suggeriscono di sbloccare le risorse in giacenza presso la Cassa Depositi e Prestiti che ammontano a 1,05 miliardi di euro di fondi ex Gescal destinati all’edilizia residenziale pubblica. A questi vanno aggiunti 572 milioni di euro che lo Stato ha prelevato in passato e sta restituendo. Per un totale di oltre 1,5 miliardi di euro. È in questo punto che la legge di stabilità va modificata per gli inquilini: per rendere immediatamente utilizzabili tali risorse, anche a costo di aggirare il patto di stabilità. Inoltre gli inquilini auspicano anche un aumento dei fondi per il sostegno all’affitto per la morosità incolpevole, oggi finanziati rispettivamente per 50 milioni e 20 milioni per ciascuno degli anni 2014 e 2015. "Chiediamo di portare le risorse dei – precisano gli inquilini - fondi rispettivamente a 300 e 150 milioni l’anno”. E per quanto riguarda le detrazioni sulla prima casa, avvertono - : "devono riguardare, in quota parte, anche gli inquilini. Per una ragione di equità e di pari trattamento della legge, la detrazione per la Tasi deve riguardare, quindi, sia il proprietario utente, sia l’inquilino che ha la sua residenza principale nella casa in affitto. È assolutamente necessario porre un limite che imponga una zona no tax, compresa la Tasi, per i redditi bassi, le famiglie in affitto hanno redditi inferiori del 22% rispetto alla media nazionale".

Christian D'Acunti