Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Consumi e ambiente, efficienza made in Italy

Secondo uno studio dell'American Council for an Energy Efficient Economy il nostro paese è al secondo posto nella classifica dei più virtuosi a proposito di efficienza energetica

Roma, 29 luglio – Le buone notizie arrivano quando meno te lo aspetti. Ad esempio quando una organizzazione non profit statunitense, l’American Council for an Energy Efficient Economy, stila una classifica delle nazioni più virtuose in materia di efficienza energetica e tu, paese in cui tutto va male ed è una vergogna, ti ritrovi ad occupare un bel secondo posto.
A quel punto ti godi la buona notizia, come è giusto che sia, ma in sordina, mantenendo un profilo basso, che non si sa mai che le persone inizino a pensare che tutto sommato non sei così male e decidano dunque di darti credito, aspettarsi qualcosa da te.


Ironia a parte, la notizia, giunta qualche giorno fa, riguarda nel concreto uno studio condotto dalla sopracitata organizzazione americana (ACEEE), che ha analizzato 16 delle principali economie del mondo, quelle che complessivamente producono più dell’ 81% del PIL mondiale e sono responsabili di circa il 71% del consumo di elettricità a livello globale.
 

I Paesi capaci di utilizzare l'energia in modo più efficiente sfruttano meno risorse per raggiungere gli stessi obiettivi, riducendo così i costi, preservando le risorse naturali preziose e guadagnando un vantaggio competitivo rispetto agli altri Stati/regioni.
Per valutare dunque quanto le economie in esame utilizzino efficacemente l'energia, l’analisi ha preso in considerazione tanto delle metrics policy, parametri legati cioè alla presenza di politiche specifiche nei paesi (come ad esempio la previsione di un obiettivo nazionale di risparmio energetico o di standard per il consumo di carburante dei veicoli), quanto delle performance metrics, misure quantificabili dell’energia utilizzata (come quella consumata per metro quadrato di superficie in edifici residenziali). I 31 parametri considerati nel complesso sono stati quindi divisi fra i tre settori maggiormente responsabili del consumo energetico (costruzioni, industria e trasporti) e una sezione che fornisce la misura degli sforzi messi in campo a livello nazionale per aumentare il grado di efficienza.


Ebbene, il risultato per il Belpaese è decisamente positivo: siamo primi nel campo dei trasporti, nonché, assieme alla Francia e all’Unione Europea (presa in esame in quanto regione economica), primi anche per l’impegno complessivamente dimostrato. Questi risultati giustificano un interessante secondo posto in classifica generale.
Per quanto riguarda il resto della graduatoria, al primo posto si è attestata l’impeccabile Germania, al terzo l’UE ed al quarto, a pari merito, Cina e Francia. Gli Stati Uniti si sono piazzati solo in 13esima posizione: un chiaro segnale di fragilità del colosso a stelle e strisce, che appare più sciupone e lento di molti altri in questa economia globale non più, è evidente, “USA centrica”.


Oltre all’esito a noi favorevole, ad essere degno di nota è anche un ulteriore dato che emerge dall’analisi, il fatto cioè che tutte le economie prese in considerazione hanno ancora notevoli margini di miglioramento. Per ogni metrica presa in esame, infatti, almeno un paese ha ricevuto un punteggio pieno; ciò nonostante, ciascuno ha dimostrato di avere anche gravi debolezze, per questo il punteggio medio è stato solo di 50 punti su 100.
In conclusione, questa notizia, poco pubblicizzata, dovrebbe costituire un piccolo motivo di orgoglio per l’Italia e sopra ogni altra cosa rappresentare un incentivo a migliorare ancora, per dimostrare di essere un paese sano e perché la creazione di aspettative positive nelle persone non deve rappresentare un’insidia ma costituire un vanto.
 

Chiara Natalini