Costruzioni: Ance Sardegna, in tre anni persi 15 mila posti di lavoro e chiuse 2 mila imprese
Calano gli investimenti e diminuiscono gli occupati anche nell'isola dove si registra una flessione del 57% con una perdita di 15.570 posti di lavoro, secondo quanto rilevano le Casse Edili provinciali da ottobre 2007 a dicembre 2011''. Nuoro segna il decremento maggiore nel numero di addetti (-69%). Seguono Oristano e Sassari (-65%), mentre a Cagliari la variazione e' meno rilevante (-30%). E' del 43% su base regionale la percentuale di imprese di costruzioni costrette alla serrata, per complessive 2078 unita'. A Nuoro (-52% ) spetta il primato negativo delle chiusure, seguita da Sassari (-48%), da Oristano (- 44%) e da Cagliari (-15%). I costruttori denunciano anche il peggioramento delle condizioni di accesso al credito per le imprese, il 40% delle quali, lamenta una difficoltà di rapporto con le banche.
E' quanto emerge da un'indagine condotta nell'aprile 2011 dall'Ance Credit Monitor tra le imprese associate della Sardegna, da cui si evince che il Patto di Stabilita' interno (per il 71% dei costruttori) e l'inefficienza della pubblici ammnistrazione, sono i fattori che piu' incidono sulla domanda di credito.
''Il Patto di Stabilita' interno - spiega l'Ance - blocca i pagamenti della pubblica amministrazione anche per opere gia' eseguite, con il risultato che le imprese devono attendere molti mesi prima di poter ottenere quanto dovuto. I ritardi medi sono quantificati in 8 mesi, con punte che sfiorano i due anni. Complessivamente tra maggio e settembre 2011, l'Ance ha registrato aumenti del 40% nei tempi di pagamento da parte delle amministrazioni pubbliche''. ''Questa situazione insostenibile - proseguono i costruttori edili - genera una crisi di liquidita' per le imprese che non possono trovare ristoro ed approvvigionarsi di risorse nemmeno dalle banche, che sempre piu' raramente, fanno credito all'economia reale. A partire da Marzo, in anticipo di un mese rispetto al 2011, la scure del Patto di Stabilita', si abbattera' sul sistema gia' al collasso''. ''Le prospettive non sono rosee - prosegue l'Ance Sardegna -, se si considera che nel triennio 2012-2014, si potrebbe sviluppare un ulteriore irrigidimento delle condizioni del Patto per un importo stimato su base nazionale pari a 6,4 miliardi di euro nel 2012 e in complessivi 23,6 miliardi nel triennio. In Italia il Patto di Stabilita' interessa il 30% dei comuni mentre oggi in Sardegna riguarda il 17% degli enti locali. A partire dal 2013, la forbice si amplierà fino a comprendere i comuni con 5000 abitanti e nel 2014 ingloberà anche quelli più piccoli, tra i 1000 e i 5000''.
''La contrazione - spiega l'Ance -si riflette sull'intero sistema produttivo sardo, che incassa una riduzione -36%, negli investimenti destinati alle infrastrutture. Segno meno anche nei mutui erogati per gli investimenti in edilizia residenziale. Se nel 2008 il flusso era pari a 688 milioni di euro, nel primo semestre del 2011, e' sceso sino a 216 milioni con una variazione percentuale pari a - 48,9% rispetto allo stesso periodo del 2010''. In Italia la diminuzione degli investimenti in edilizia residenziale e' stata piu' contenuta e si e' attestata al -16% nel primo semestre 2011 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Anche l'edilizia non residenziale risulta in sofferenza, con una riduzione dei flussi di investimento che nel primo semestre 2011 si sono ridotti del 45,5% rispetto al 2010. ''I dati riflettono due situazioni.
Una restrizione alle erogazioni delle banche - sottolinea il presidente dell'Ance Sardegna Maurizio De Pascale - dovuta ad una difficolta' degli istituti di credito e una crescente sfiducia degli imprenditori nella possibilita' di portare avanti iniziative rispetto alle lungaggini degli iter autorizzativi''. Sono in contro tendenza con il dato nazionale negativo (-3,1%), i mutui erogati alle famiglie per l'acquisto di abitazioni nell'isola. Nel primo semestre dello scorso anno, infatti, la variazione percentuale appare positiva (+19,5%).
Il Comitato di presidenza dell'Ance nazionale, si e' appellato al presidente del Consiglio Mario Monti ''affinche' attivi misure capaci di ridare liquidita' alle imprese di costruzioni, ridotte ormai allo stremo, coinvolgendo anche l'Ance, la Banca d'Italia e l'Abi. Tra gli interventi richiesti, considerati prioritari, lo sblocco dei pagamenti e la revisione del Patto di Stabilita' interno''. Sono due i punti su cui e' necessario operare secondo l'Ance: smaltire l'arretrato, ovvero liberare le risorse necessarie per pagare i debiti con le imprese, calcolato in circa 70 miliardi di euro. Con il Decreto Liberalizzazioni a Gennaio scorso si sono resi disponibili 5,7 miliardi di euro, di cui 2, eventualmente erogabili in Titoli di Stato e stabilire regole certe per il futuro. Il Ministro delle Infrastrutture Passera ha dichiarato di voler recepire in tempi rapidi la direttiva europea in materia che prevede l'obbligo per le amministrazioni pubbliche di mettersi in regola con i pagamenti entro 30 giorni, che possono diventare 60, solo in casi eccezionali.
