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Briciole di pane

Costruzioni, Stati Generali a Letta: "Proposte per i primi 100 giorni"

Grido d'allarme dal settore delle costruzioni, che sta vivendo la crisi più grave dal dopoguerra ad oggi

Roma, 28 maggio 2013 - "Governo Letta, aiuto!". Un grido d'allarme giunge dal settore delle costruzioni, che sta vivendo la crisi più grave dal dopoguerra ad oggi. In 5 anni gli investimenti sono diminuiti del 38% portando l'attivita' produttiva ai livelli di 40 anni fa. Dall'inizio della crisi le costruzioni hanno perso 360mila posti di lavoro. A fronte di questi numeri, dieci organizzazioni di categoria, riunite negli Stati Generali delle Costruzioni, hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera congiunta al presidente del Consiglio Enrico Letta per chiedere di ''agire in tempi brevi, con misure efficaci e, al tempo stesso, costruendo le fondamenta per uno sviluppo più equo e sostenibile, rispetto al quale il settore delle costruzioni possa tornare a esprimere le potenzialità positive di un'industria le cui opere incidono profondamente sulla qualità della vita e sulla competitività, con evidenti ricadute sul tessuto economico sociale italiano''. L'obittivo è "assicurare la sopravvivenza dell`industria delle costruzioni e al tempo stesso fare cose utili e necessarie per il nostro Paese".

Tra le azioni che le 10 associazioni di settore (dall'Ance agli artigiani, dalle cooperative ai professionisti, ai sindacati) ritengono che il governo possa attuare entro i primi 100 giorni di attività, ci sono: pagamenti dei debiti della PA alle imprese anche nel 2014; rifinanziamento della cig in deroga; modifica delle regole del patto di stabilità in senso tale da garantire agli enti locali la possibilità di predisporre piani delle infrastrutture, a cominciare dalle piccole e medie opere di manutenzione del territorio, e interventi di edilizia scolastica; piano di riqualificazione delle città, anche attraverso la strutturalità degli incentivi in materia di efficienza energetica degli edifici; piano per garantire l`accesso alla casa, cercando di trovare adeguate soluzioni per superare la forte restrizione del credito, nei confronti di famiglie e imprese; misure per ridurre la pressione fiscale e contributiva sul costo del lavoro in edilizia, anche al fine di liberare risorse per ammortizzatori sociali e previdenza complementare; interventi per garantire la regolarità e la qualità del lavoro e la trasparenza e legalità del mercato degli appalti.

Al tempo stesso, "ci rendiamo conto della necessità di aprire un confronto serio e costruttivo sui temi della sostenibilità delle realizzazioni, dell`innovazione dei prodotti e dei processi produttivi, della valorizzazione della qualità delle imprese, consapevoli della necessità che il settore delle costruzioni colga, pienamente, le sfide e i cambiamenti che gli sono imposti dai mutati scenari economici. La nostra speranza, Signor Presidente, è che finalmente - concludono gli Stati generali - sia data la giusta attenzione alle nostre istanze e che si possa recuperare una progettualità per il nostro settore che da fiore all`occhiello dell`industria, asse portante della crescita e del consolidamento economico e sociale italiano, sta arretrando ogni giorno di più lasciando senza lavoro e senza futuro migliaia di persone e di famiglie che pure hanno fatto tanto per il nostro Paese".

Mario Avagliano