Credito d'imposta alle nuove opere
L'intervista del Sole 24 Ore a Giuliano Asperti, Vicepresidente di Assolombarda
Milano, 20 settembre 2012 – Giuliano Asperti, vicepresidente di Assolombarda (l'associazione degli imprenditori milanesi), sprona il Governo. In discussione, chiarisce Asperti in un colloquio con Il Sole 2 Ore, c'è la possibilità di rilanciare le opere pubbliche realizzate in partenariato pubblico-privato con iniziative di sostegno fiscale. Escluso lo sconto Iva, si punta a sostenere, con il credito d'imposta entro il limite del 5o%, le nuove opere di importo superiore ai 500 milioni. Il bonus varrebbe sull'Ires e sull'Irap generate in relazione alla costruzione e gestione dell'opera, ma gli aspetti applicativi sono tutti in discussione. Però Asperti è convinto che sia la strada giusta per il rilancio delle infrastrutture in Italia.
Ingegnere, perché sostiene il credito d'imposta perle infrastrutture?
Il provvedimento risponderebbe a una esplicita richiesta di Assolombarda e anche di Confindustria. Occorre con realismo prendere atto che molte opere in project fmancing sono al palo perché non autosufficienti e anche alcune già aggiudicate rischiano lo stallo, anche se talvolta con cantieri aperti o pronti a partire.
Perché?
Perché le crisi economiche e finanziarie hanno cambiato tutto. Il denaro è merce rara in ogni mercato ed è più costoso, le attese di ritorno devono quindi rispondere a parametri superiori. Le previsioni di ricavi di molti interventi sono figli degli anni grassi mentre ora siamo in regime di vacche magre. Molti piani hanno bisogno di una integrazione pubblica: ma le risorse pubbliche non ci sono.
Un esempio?
I project financing autostradali vennero strutturati su previsioni di traffico sconvolte dalla crisi e in modo significativo. Ma vale anche a volte per altre strutture come impianti sportivi, strutture ospedaliere ad esempio.
Se è così perché non rinunciarvi?
Sarebbe un errore grave. Molte di esse vanno a colmare decenni di ritardi infrastrutturali e possono aiutare la ripresa, che non può venire solo dalle economie virtuali, considerato che siamo la seconda economia manifatturiera d'Europa. Senza contare gli effetti di stimolo all'economia di contorno.
Il sostegno fiscale potrebbe determinare la spinta necessaria?
Risulterebbe importantissimo. Non si tratterebbe di sostegni finanziari diretti, bensì di agevolazioni fiscali sui redditi della iniziativa, tali da garantire equi piani finanziari. Occorre un sostegno fiscale che, oltre a proteggere i piani dai rischi sui ricavi, ne innalzi la redditività per gli investitori soci. Le redditività previste non bastano: già troppo strozzate dalle gare, sono oggi ancor più inadeguate. Quasi sempre si tratta di greenfield: iniziative ex novo.
Perdere entrate fiscali è compatibile con il bisogno di entrate per la finanza pubblica?
Sono entrate teoriche. Senza le opere le entrate saranno zero. Con le opere le entrate fiscali saranno comunque importanti, anche al netto del sostegno fiscale. Soldi veri e tanti a fronte di soldi solo attesi. Senza contare le entrate fiscali prodotte dagli effetti economici indiretti.
Obiezioni dall'Unione europea?
Non credo. Comunque anche a livello europeo dovranno pur far qual cosa per stimolare i nuovi investimenti per aiutare la ripresa. Le riforme sono essenziali, soprattutto in Italia, ma i loro effetti sull'economia non immediati. Occorrono anche stimoli diretti. Che cosa meglio che aiutare i nuovi investimenti, soprattutto in infrastrutture pubbliche?
Sostegni come lei richiede basterebbero?
Sì. Garantita una miglior redditività all'equity, sarebbe allora più agevole trovare i finanziamenti. Andrebbe risolto solo un ultimo problema, non finanziario ma ugualmente essenziale.
A che si riferisce?
L'ingerenza politica. In molti casi ve ne è ancora troppa. Parte-nariato pubblico-privato non vuol dire pasticciare insieme, ma garantire al pubblico il controllo e al privato, che si prende rischio e ci mette spesso tutto il denaro, autonomia gestionale secondo regole d'impresa. Il project financing esige rigore quasi calvinista sia dagli enti pubblici concedenti sia dalle imprese concessionarie: nei loro ruoli distinti.
Qualche riferimento alle autostrade lombarde?
Pedemontana, Tem e Brebemi sommano nove miliardi d'investimento. E sono molto importanti per l'economia lombarda. Un sostegno fiscale parziale rispetto agli svariati miliardi di tasse future le farebbe volare. Invece, se non molto parzialmente, non saranno probabilmente pronte per l'Expo 2015. È un vero peccato.
