Cresce ancora la componentistica auto
Fatturato in crescita del 5,9%, bene anche le previsioni per il 2016
Torino, 25 ottobre 2016 – Il comparto delle industrie attive nel settore della componentistica auto gode di buona salute, cresce in fatturato e dà occupazione. La fotografia del settore è stata scattata dall'Osservatorio sulla componentistica automotive italiana, rapporto annuale realizzato dalla Camera di Commercio di Torino, dall'Anfia , dal Cami (Center for Automotive & Mobility Innovazion), dall'Università Ca' Foscari di Venezia e dalla Camera di Commercio di Modena. Si tratta di un’istantanea tutto sommato positiva, che indica tuttavia un punto delicato: la dipendenza come principale cliente da Fca.
Stando alla ricerca comunque, il fatturato complessivo delle quasi duemila imprese nazionali ha raggiunto nel 2015 i 38,8 miliardi, in crescita del 5,9% rispetto al 2014. Attualmente gli occupati arrivano invece a circa 136.000. E’ però in aumento dal 60 al 79% la dipendenza del settore da Fca, che in Piemonte raggiunge l'87% (era al 65%). Solo il Piemonte che ospita il 36% delle aziende e genera il 39% del fatturato, grazie soprattutto all'export e all'innovazione. Su livelli giudicati “elevati” anche l'utilizzo della capacità produttiva: oltre il 51% delle imprese dichiara che la percentuale di saturazione è pari o superiore all'80%. Mentre esporta il 75% delle imprese italiane e l'81% di quelle piemontesi: l'Emea (Europa, medio Oriente e Africa) è la principale area di destinazione della componentistica auto, con Germania Francia e Polonia primi tre Paesi europei di approdo delle merci italiane. Il 72% delle aziende investe una parte del fatturato nelle attività di ricerca e sviluppo. E per il 2016 la previsione è di un nuovo anno di crescita. Più ottimisti sono comunque i fornitori di moduli e sistemi e gli specialisti, più cauti gli engineering e design e i subfornitori.
"La componentistica – ha sottolineato commentano il rapporto Giuseppe Barile, Presidente del Gruppo Componenti dell'Anfia - ha raggiunto e superato i livelli di fatturato pre-crisi, dopo anni di buona tenuta nonostante la contrazione del mercato nazionale dell'auto dal 2008 al 2013 e livelli di produzione scesi sotto la soglia critica delle 400.000 unità all'anno. Della ripresa del mercato ha beneficiato l'intera filiera, con un impatto positivo sulle commesse e sull'occupazione già nel 2015”.
Mentre Francesco Zirpoli, Direttore scientifico del Cami, ha spiegato che adesso “la sfida, oltre che essere tecnologica, è soprattutto di natura organizzativa e strategica”.