Crescita: Ciaccia, 100 mld in 3 anni per recuperare gap infrastrutturale
Roma, 24 gennaio 2012 -"Non supereremo il problema del gap infrastrutturale del Paese, se non si investiranno almeno 100 miliardi di euro nei prossimi tre anni". E' l'indicazione che arriva dal viceministro delle Infrastrutture, Mario Ciaccia, sottolineando la necessità di premere l'acceleratore su questo fronte per far ripartire un processo di crescita. "Le infrastrutture sono un fattore determinante per lo sviluppo e la crescita. E questo non solo in una visione keynesiana, ma come volano dello sviluppo. Ogni giorno perso diventa difficilmente recuperabile perché i grandi corridoi infrastrutturali si spostano altrove e intercettare i traffici diventa impossibile", ha detto Ciaccia parlando al convegno organizzato da Astrid, Italia decide e Res pubblica.
Per il viceministro Ciaccia, fondamentale, in questa fase, è dare certezze agli investitori e in questa direzione vanno le misure approvate nei giorni scorsi dal Cipe. "Siamo in piena fase due – ha detto Ciaccia - il Consiglio dei ministro ha adottato misure incisive per riavviare il motore produttivo del Paese.
Tra le decisioni di novembre e quelle del 20 gennaio scorso, il governo ha costruito un corpus normativo che consente agli operatori di creare un sistema integrato di logistica" mettendo in campo una gamma di strumenti che vanno, ha spiegato, dal project bond al contratto di disponibilità. Ma "dobbiamo fare ancora tanto nell'ambito delle garanzie agli investitori", ha proseguito Ciaccia che si è detto favorevole anche all'intervento di fondi sovrani.
"Ben vengano – ha detto - i fondi sovrani". "Gli investitori - ha insistito ancora Ciaccia - devono avere certezze sull'invarianza del quadro regolatorio, che non puo' cambiare ogni volta che cambia il governo". E, per questo, occorre anche prevedere "una legge rinforzata in base alla quale i cambiamenti possano avvenire solo con l'approvazione da parte della maggioranza dei due terzi del Parlamento".
Altro aspetto fondamentale, al centro delle decisioni governative, è quello di "uscire dalla logica della singola opera, del singolo investimento per entrare in una logica sistemica dove ci sono grandi opere ma in connessione con quelle medio-piccole".
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