Cresme: nel 2015 fondi sud scendono al 30,9%

Roma, 25 maggio 2016 – Taglio delle risorse destinate alla realizzazione di opere infrastrutturali al Sud. Il programma delle infrastrutture strategiche 2015 fissa la percentuale destinata al mezzogiorno al 30,9%, contro il 34,9% dell'anno procedente, con un calo de 4,2 punti percentuali. In termini assoluti le risorse destinate alle opere passano da 104 miliardi di euro a 86,2 miliardi, cioè 17,8 miliardi in meno. I dati sono contenuti nel rapporto 'Le infrastrutture strategiche', predisposto dal Servizio studi della Camera, in collaborazione con l'Autorità anticorruzione e l'istituti di ricerca CRESME.
Nel dossier si evidenzia che la superficie del mezzogiorno è pari al 40,8% del totale nazionale, in cui risiede il 34,4% della popolazione. Allo stesso tempo le risorse destinate al centro-nord hanno registrato poche variazioni, si passa da 192 miliardi del 2014 a 190,9 miliardi del 2015. In termini percentuali, invece, si registra un notevole incremento: si passa dal 64,2% del totale delle risorse previste dal Pis 2014 al 68,4% del 2015.
La superficie del centro-nord è pari al 59,2% del territorio nazionale, mentre la popolazione residente è pari al 40,8% del totale. Al sud l'attenzione, si legge nel rapporto, ''è stata posta principalmente'' nella revisione dei progetti di completamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria e delle strade ss 106 Jonica e ss 131 Cagliari-Sassari. Riguardo alle opere localizzate nelle regioni del centro nord, l'attenzione è stata posta principalmente sulle infrastrutture ferroviarie per il completamento e la connessione della rete av/ac nazionale con quella europea.
Nel rapporto viene posta particolare attenzione elle 25 opere prioritarie allegate al Def 2015 che rappresentano una prima selezione delle infrastrutture che dovrebbero confluire del documento pluriennale di pianificazione (Dpp). In particolare di tratta di 8 opere ferroviarie (41,4 mld), 10 opere stradali (28,4 mld), 8 metropolitane in città (14,8 mld) e il Mose (5,5 mld). Il costo complessivo è di 90,1 miliardi, pari al 32% dei costi programmati con il Pis; rispetto al 2014 si rileva una riduzione di 17,7 miliardi (-16,4%).
Il risultato, si spiega, ''è dovuto al peggioramento dei costi, prevalentemente in riduzione, di alcuni progetti''. La riduzione di costi, si sottolinea nel dossier, riguarda la A3 Salerno-Reggio Calabria, il cui costo complessivo dell'ammodernamento e messa in sicurezza passa da 10,6 miliardi a 9,1 miliardi. Più rilevante è il taglio che interessa la ss 106 Jonica: si passa da 20 miliardi a 4,2 miliardi. Tali riduzioni di costi, si legge nel rapporto, ''sono imputabili in parte alla nuova strategia di Anas'' che privilegia gli interventi di sistemazione e messa in sicurezza della rete stradale esistente rispetto alle nuove opere. Dalle elaborazioni del rapporto emerge che ''oggi il 70% delle opere priorie è finanziato. Dobbiamo arrivare al 100%, dice il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Con l'introduzione del nuovo codice degli appalti è stata abrogata la legge obiettivo, e con essa la disciplina speciale con cui sono state programmate, progettate e realizzate le infrastrutture strategiche a partire dal 2001. Nel rapporto viene esaminata la programmazione delle infrastrutture strategiche dal 2001 al 31 marzo 2016, prendendo in considerazione 418 opere per un totale: si tratta di 418 opere per un totale di 362,4 miliardi. Il costo complessivo del programma si è ridotto di 21,4 miliardi (-5,6%), soprattutto a seguito della revisione dei progetti delle infrastrutture stradali del mezzogiorno.