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Briciole di pane

Crisi dell'edilizia, costruttori coprono di caschetti gialli piazza Affari a Milano

Dal 2008 ad oggi persi circa 450mila posti. Chiesto un Piano Marshall per il comparto

Roma, 8 luglio 2013 - Una sorta di Piano Marshall per il rilancio dell’edilizia in Italia. Un piano fatto di semplificazioni, meno burocrazia e più investimenti. E’ quanto chiesto dal comparto edile riunito dall’Ance nella seconda “Giornata della collera” che ha avuto il suo centro in piazza Affari a Milano, coperta, come già nello scorso febbraio, da centinaia di caschetti gialli.
“L'iniziativa oggi in corso a Milano - ha spiegato proprio il Presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti, nel corso della giornata organizzata da Assimpredil-Ance insieme a numerose associazioni della filiera - è un nuovo importante appello da parte delle imprese di costruzione a fare in fretta per evitare la deindustrializzazione di un settore che è fondamentale per la ripresa. Le nostre rilevazioni presentate lo scorso giugno nell'ambito dell'Osservatorio congiunturale – ha continuato Buzzetti -, danno il segno di un settore ormai allo stremo con una disoccupazione record che sta toccando quota 700mila unità in meno dall'inizio della crisi”. Secondo il vertice di Ance, quindi, “arrivati a questo punto pannicelli caldi non bastano. Come andiamo ripetendo da mesi serve un Piano Marshall dell'edilizia che coniughi soluzioni tecniche a fondi pubblici necessari per ridare lavoro alle imprese”. Per Ance, quindi, è necessario “pagare tutto e tutte le imprese che vantano da anni debiti ingenti con la pubblica amministrazione. Una battaglia di civiltà quella dei pagamenti della Pa che noi per primi dell'Ance abbiamo ingaggiato e che finalmente ora sta dando i primi frutti”.
In piazza Affari a Milano, intanto, i caschetti sono stati disposti in cerchio sulla piazza, a simulare un vortice che “trascina a fondo” il settore, mentre nella vecchia sede della Borsa i rappresentanti delle oltre 30 associazioni presenti si alternavano sul palco per denunciare lo stato di crisi. Bastano pochi numeri per dare il senso della situazione: dal 2008 la perdita di posti di lavoro è arrivata a 450.000 unità. “Vogliamo essere liberati dalle vessazioni che ogni giorno subiamo e che sono una zavorra insostenibile per ripartire - ha quindi detto Claudio De Albertis, presidente di Assimpredil Ance - ne abbiamo individuate 100, da cancellare con un colpo di spugna a costo zero per l'erario”. Si tratta, afferma De Albertis, di “vessazioni che bloccano il settore e che complicano inutilmente la vita agli addetti ai lavori. Sono un vortice che non ha via d'uscita per chiunque voglia agire nel rispetto delle regole e della legalità, un'esondazione normativa di cui tutti, in parte, siamo responsabili”.
Secondi i dati forniti, la perdita produttiva nel settore tra il 2008 e il 2012 ha ormai raggiunto il -26% in termini reali, ovvero 43 miliardi di euro in meno, che ha riportato i livelli di produzione a quelli di 40 anni fa. Nel quinquennio 2008-2012 c’è stata una riduzione degli investimenti nelle costruzioni del 26%, con un -47% per le nuove costruzioni e -39% per le opere pubbliche. I posti di lavoro persi sono arrivati a 446.000, e se si considerano anche i settori collegati alle costruzioni arriviamo a quota 690.000. Tutto mentre le ore di Cassa integrazione sono passate da 40 milioni nel 2008 a 140 milioni nel 2012, mentre nei primi 4 mesi del 2013 si è registrata un'ulteriore crescita del 26% sullo stesso periodo del 2012.
E alla giornata ha aderito anche il Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, aggiungendo: “Questa giornata è giustissima, abbiamo il dovere di protestare contro le vessazioni che affliggono il settore delle costruzioni e che ci impediscono di ripartire”.

 

Andrea Zaghi