Crisi, ministro Moavero: project bond infrastrutture strumento importante
"Non c'è da avere paura di strumenti di questo tipo"
I project bond "sono bond europei, project bond e non eurobond, finalizzati alla realizzazione di infrastrutture. Non sono ancora quantificati, ma dovrebbero avere un ruolo molto importante per amplificare gli ammontari messi sul tavolo". Sono strumenti che "ci piacciono per due motivi": da un lato "affrontano a livello europeo la famosa questione se le spese d'investimento debbano essere conteggiate o no"; dall'altro lato "ci piacciono perché siccome sono comunque in senso molto lato dei bond europei, mostrano che non c'è da avere paura di strumenti di questo tipo seppure capiamo ci vogliono tutti i tempi necessari per puntare anche ad altri tipi di bond europei".
Moavero lancia anche l'allarme fondi europei. Tra i paesi dell'Ue, l'Italia è tra i "contribuenti diretti", ovvero tr quegli Stati che danno all'Ue più di quanto ricevono. Lo scarto è di circa 4,5 miliardi. Anche per questo l'Italia deve migliorare la sua capacità nell'utilizzo dei fondi Ue che spesso restano inutilizzati. "Noi dobbiamo migliorare ulterioramente, in alcuni casi notevolmente, la nostra capacità di spesa. Quel saldo negativo - dice Moavero - può diventare più grave se i fondi assegnati al nostro paese non sono utilizzati nei tempi previsti". E poi, spiega, sta particolarmente a cuore al governo che "migliori la qualità della spese. Il nostro dovere fondamentale è spendere bene questi fondi".
All'Ue, aggiunge Moavero, l'Italia chiede "una profonda riflessione sulle proceure amministrative" con cui vengono erogati i fondi. Si chiede una "semplificazione" dei meccanismi "attraverso cui i fondi sono assegnati". Ci sia, conclude Moavero, "maggiore fiducia nella responsabilizzazione degli Stati nelle procedure che siano tali, come per ricerca e innovazione, da garantire la più ampia partecipazione possibile".
L'audizione riguardava il quadro finanziario europeo 2014-2020. "Per il periodo 2014-2020 - si legge nella relazione sullo Stato e le prospettive del negoziato - la Commissione europea propone una dotazione massima complessiva, a prezzi 2011, di 1.025 miliardi di euro in termini di impegno e di 972 miliardi di euro in termini di pagamento con un aumento del 5% rispetto alle prospettive finanziarie 2007-2013". "La proposta della Commissione - si aggiunge - di aumentare del 5% sia pure in valore assoluto gli stanziamenti complessivi non appare condivisa dai principali Stati contributori netti".
I "contributori netti" sono la Germania (con un saldo netto medio negativo di 6,3 miliardi), Francia (5,1 miliardi) e Italia (5 miliardi), la Germania avrebbe quantificato in 100 miliardi di euro la riduzione degli stanziamenti. "La delegazione italiana - è scritto nel documento - avrebbe indicato la necessità di una spesa più efficace che tenga altresì conto della situazione di ristrettezza nei bilanci nazionali". Nel documento si ribadisce che la commissione europea propone di stanziare per il periodo 2014-2020 80 miliardi di euro per la ricerca e l'innovazione, 15,2 a favore dell'istruzione e 2,4 per "il Programma per la competivita' e le Pmi". Tra gli stanziamenti previsti circa 40 milardi per finanziare "predeterminate infrastrutture prioritarie" nel settore del trasporto, dell'energia e delle telecomunicazioni.
