Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Da Ministeri ed enti locali tagli alle infrastrutture

Ulteriore calo degli investimenti previsto dai Comuni nel 2012 (-18%) come effetto della nuova stretta sul Patto di stabilità

Roma, 19 settembre 2011 - Una parte consistente del taglio disposto dalle due manovre estive ai fondi dei Ministeri (7 miliardi nel 2012) e alla spesa degli enti locali (6,4 miliardi) incideranno su voci di spesa legate alle infrastrutture. Abbassando così ancora di più le risorse totali stanziate dallo Stato per opere pubbliche, già scese nel triennio 2009-2011 del 34% in valori reali (da 19,1 a 12,6 miliardi di euro, dati Ance). E oltre a questo, l'incerta situazione del bilancio pubblico italiano (pressione dei mercati da una parte, rischio di nuova recessione dall'altra) stanno inducendo il ministero dell'Economia a una nuova, ulteriore, stretta sulle autorizzazioni alla spesa di cassa.

FONDI DA RECUPERARE
Si lavora, è vero, per trovare almeno due miliardi di euro dalle revoche dei fondi di legge obiettivo rimasti inutilizzati (come disposto dalla manovra di luglio). Ma le opere a cui i fondi sarebbero revocati non sono progetti incagliati e lontani dal divenire cantiere, sono anzi in molti casi opere già aggiudicate o messe in gara o pronte per essere messe a bando. Se si troveranno questi fondi, dunque, sarà a scapito di altre opere, forse cantierabili ancora prima.

TAGLI Al MINISTERI
La ripartizione dei tagli fra i Ministeri dovrà essere decisa dal Governo con un Dpcm entro il 25 settembre, e poi i singoli Dicasteri articoleranno i tagli al loro interno. Sommando i tagli disposti dalla manovra di luglio (Dl 98/2011, convertito con la legge 111) la riduzione delle spese per i Ministeri ammonta ora a 7 miliardi nel 2012 (con il Dl 98 era di un miliardo), 6 miliardi nel 2013 (era di 2,5) e 5 miliardi di euro nel 2014. I tagli (ai fondi di competenza) vanno fatti rispetto alla legislazione vigente. Nell'ultimo passaggio della manovra in Senato si è stabilito che dai tagli saranno esentati i fondi Fas regionali. Tagliare le spese di funzionamento è molto difficile, così come i programmi di spesa. Più facile tagliare i finanziamenti alle infrastrutture, soprattutto se non ancora assegnati in via definitiva. In molti, all'interno dei palazzi governativi, sono dunque convinti che i tagli ai capitoli infrastrutturali saranno consistenti. A fame le spese potrebbe essere subito il nuovo Fondo Infrastrutture, creato dalla manovra di luglio (Dl 98) con dotazioni di competenza per 930 milioni di euro nel 2012 (cassa per 250 mln) e mille milioni l'anno dal 2013 al 2016 (cassa per 500 milioni nel 2013 e 800 nel 2014). La legge indica come prioritaria la destinazione di queste risorse ai lotti costruttivi delle nuove tratte Tav, tant'è che il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, ha annunciato a fine luglio che il Cipe avrebbe da li a pochi giorni assegnato le risorse per il secondo lotto costruttivo del Terzo valico (circa un miliardo di euro). Ma il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha bloccato la proposta al Cipe del 3 agosto. E da allora sono arrivate la manovra bis con altri tagli da fare ai Ministeri e una situazione economico-finanziaria in peggioramento. Quasi scontato che il fondo perderà per strada molto della sua dotazione. Tagli probabili anche per il Fas nazionale 2007-2013. I fondi sono stati tutti pre-assegnati, ma in molti casi non assegnati in via definitiva o non spesi. A rischio revoca ci sono dunque, tra gli altri, gli oltre 400 milioni della seconda tranche dell'edilizia scolastica, i 900 milioni per le opere di assetto idrogeologico, forse anche parte dei 4 miliardi per la ricostruzione post-terremoto in Abruzzo (salvo reintegrarli più in là). Non sarà toccato il Fas regionale, ma è probabile che Tremonti continui a frenare lo sblocco effettivo di questi fondi, come ha sempre fatto in questi anni (si veda «Edilizia e Territorio» n. 31-32, pagina 2).

ENTI LOCALI
Tagli pesanti in vista per gli enti locali (Regioni, Province, Comuni). La manovra di Ferragosto ha anticipato di un anno l'irrigidimento del Patto di stabilità fissato dalla manovra di un mese prima (Dl 98/2011), arrivando a pretendere un miglioramento dei saldi di 4,2 miliardi di euro nel 2012 (al netto dello sconto Robin Tax, se il gettito sarà come previsto di 1,8 miliardi), di 8,6 miliardi nel 2013 e nel 2014, sempre riferiti al 2011, anno che secondo l'Anci chiuderà per tutti i Comuni in avanzo. Come emerge dallo studio Dexia presentato a luglio, i vincoli del Patto di stabilità hanno prodotto per i Comuni (ma vale anche per Province e Regioni) una fortissima contrazione della spesa per investimenti (-58% tra il 2005 e il 2010), rallentando soltanto, invece, la dinamica di crescita della spesa corrente. L'Anci stima che la manovra porterà nel 2012 un calo degli investimenti dei Comuni di un altro 18 per cento.

Alessandro Arona (fonte: Il Sole 24Ore)