Debiti Pa, Buzzetti (Ance): ritardo di nuovo in crescita, pagamenti a sette mesi
Sulle autostrade: il concessionario sia tenuto ad appaltare a terzi il 100% dei lavori
Roma, 1° febbraio 2014 - "Il problema dei debiti della Pubblica amministrazione non e' risolto, Il ritardo si sta riaccumulando: oggi ci vogliono anche sette mesi rispetto ai 60 giorni previsti". Lo ha detto al VELINO il presidente dell'Ance Paolo Buzzetti. "Per quanto riguarda il pregresso sono stati erogati alle imprese del settore delle costruzioni circa sette miliardi e ne mancano ancora circa dieci". Sulla questione, l'Ance incontrerà il 3 febbraio il vicepresidente della commissione europea, Antonio Tajani che ieri ha sottolineato come in assenza di novità significative sarà costretto ad aprire una procedura d'infrazione contro l'Italia per i mancati pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese. La questione dei debiti non pagati dalla pa è però solo uno degli aspetti su cui intervenire per ridare ossigeno al settore e più in generale al Paese. "Per una ripresa immediata occorre puntare sulle opere medio piccole, mentre ritengo prioritarie solo alcune grandi opere come i corridoi con l'Europa. Quest'anno e' stata trovata una cifra vicina ai 6 miliardi, ma manca un programma centralizzato che autorizzi i comuni a spendere su progetti immediatamente cantierabili che consentano contestualmente la ripresa dell'occupazione (ogni miliardo investito produce 17 mila posti di lavoro) e la manutenzione del territorio o delle scuole". Purtroppo però manca una cabina di regia sul modello delle esperienze di Spagna e Francia tanto per restare ai Paesi più vicini al nostro. "L'Italia in questi anni ha sbagliato tutto ciò che si poteva sbagliare a partire dalla politica sulla casa, ma non solo. Sono state fatte politiche antipaese e siamo ormai quasi alla de-industrializzazione. Il tutto in nome dell'austerità: tanto valeva chiamare direttamente Olli Rehn come presidente del Consiglio".
Ma al di là delle provocazioni resta centrale il tema della ripresa e delle esigenze del mercato delle costruzioni soffocato anche dalla mancanza di regole stabili e di concorrenza. "Il prossimo recepimento delle nuove norme Ue in materia di appalti pubblici è strategico: siamo convinti che sia necessario stabilire nuove regole che permettano la realizzazione di opere pubbliche di qualità in tempi ragionevoli e con costi adeguati" sottolinea Buzzetti in occasione delle consultazioni avviate con gli operatori dall’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici in vista del recepimento delle nuove direttive europee sugli appalti pubblici e le concessioni. "Dai nuovi testi - ha detto Buzzetti - emergono luci ed ombre: merita sicuro apprezzamento la previsione dell’obbligo per le stazioni appaltanti di motivare la mancata divisione del contratto in più lotti in relazione agli appalti di importo pari o superiore alla soglia comunitaria oltre alla previsione della possibilità per gli Stati membri di prevedere l’obblogatorietà della divisione in lotti". Poi però - ad avviso del presidente dell’Ance - ci sono anche le ombre come quelle relative alla nuova norma in materia di affidamenti in house "che rischia di allargare notevolmente le maglie di tale modalità esecutiva che invece dovrebbe rappresentare un"eccezione nel panorama degli affidamenti pubblici". L’Ance chiede inoltre norme per limitare al massimo il ricorso alle aggiudicazioni sottosoglia e l'introduzione di meccanismi per escludere le offerte anomale "attraverso un sistema antiturbativa che da anni, inascoltati, stiamo proponendo".
Infine il capitolo di strettissima attualità delle concessioni, specie quelle nel comparto autostradale "contraddistinto dall'assenza di un'effettiva apertura al mercato concorrenziale". Sarebbe quanto mai opportuno che in sede di recepimento delle direttive siano introdotte misure che incentivino i concessionari ad affidare a terzi parte dei lavori oggetto di concessione" dice Buzzetti che a proposito dell'annunciata revisione del sistema regolatorio delle concessioni autostradali sottolinea: "Noi siamo sempre per gli affidamenti in gara", ma se questo non dovesse essere possibile "appare necessario stabilire, tanto più se si procederà ad accorpamenti delle concessioni con un allungamento della loro scadenza, che il concessionario sia tenuto ad appaltare a terzi attraverso una gara il 100 per cento dei lavori o quanto meno l'80%".