Delrio: "Investimenti per undici miliardi. Scioperi, serve moratoria nel Giubileo"
Il Messaggero: L'intervista a Graziano Delrio

Roma, 18 ottobre 2015b – E’soddisfatto Graziano Delrio. La legge di Stabilità appena varata dal governo, in attesa del verdetto finale dell’Europa, è per il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture una manovra «importante, fondamentale, decisiva per rilanciare il Paese». «Avevamo iniziato bene l’anno scorso dice Delrio in questa intervista al Messaggero - con la riduzione delle tasse e abbiamo continuato adesso, stimolando i consumi e, fatto decisivo, introdotto una novità che, accanto all’eliminazione della Tasi sulla prima casa, darà slancio agli investimenti produttivi, quelli veri, concreti sul territorio».
Si riferisce al patto di Stabilità interno che è stato finalmente allentato e che consente ai Comuni virtuosi di spendere le risorse che hanno in cassa?
«Sì. Abbiamo cancellato il patto di stabilità interno per gli enti locali. Una vera camicia di forza che impediva anche ai Comuni virtuosi e con i soldi in cassa di spendere per ammodernare scuole, costruire strade, fare manutenzione al territorio, investire. Si tratta di una misura attesa, di buon senso, che con un pizzico di orgoglio chiedevo da tempo, quando non ero al governo. Insomma, è una grande soddisfazione perché avvieremo così nuove opere pubbliche, spingendo sull’acceleratore e sul Pil».
Roma però non è un Comune virtuoso. Anzi. Si rischia la paralisi in vista del Giubileo, tra scioperi selvaggi e dissesto dell’Atac. Una moratoria sarebbe auspicabile sul modello Expo?
«Sì. Il modello Expo ha funzionato. Bisogna trovare un accordo con i sindacati, una sorta di patto, di moratoria che da un lato tuteli gli utenti e dall’altro i lavoratori. Senza strappi».
Con questa manovra complessivamente quanti soldi verranno attivati per gli investimenti?
«Sono tre le linee guida. La prima, come le dicevo, è lo sblocco del patto di stabilità interno, che poneva vincoli alla spesa. Ora invece verranno premiati i Comuni più attenti e capaci nella gestione delle risorse. E che, va sottolineato, in questi anni non hanno potuto investire. Una sorta di blocco ora finalmente rimosso».
Parliamo di cifre: che importo viene liberato?
«Circa un miliardo. Ma visto che si tratta di una regola assolutamente nuova, bisognerà verificare nel corso dell’anno le ricadute. Chi ha i soldi in cassa, avanzi in bilancio e progetti concreti, potrà spendere. Un effetto rilevante, per dare servizi ai cittadini e fare da volano all’economia del territorio, dopo anni di stretta».
Gli altri due punti?
«L’altro punto qualificante è quello della clausola di flessibilità che ci consente di attivare risorse per circa 10 miliardi di euro. Risorse per i progetti - penso ad esempio al Brennero o alla Torino-Lione - che sono cofinanziati insieme alla Ue. Si tratta in questo caso di una opportunità unica e fondamentale per recuperare il tempo perduto».
E poi c’è la conferma degli Ecobonus?
«Certamente. Sia i bonus per le ristrutturazioni edilizie, sia quelli per i mobili e l’efficienza energetica daranno, come già visto quest’anno, uno stimolo molto forte all’edilizia e all’indotto. Solo nel 2014, lo voglio ricordare, gli investimenti hanno toccato i 28 miliardi di euro proprio grazie a questi incentivi. La cancellazione della Tasi darà un altro impulso ad un settore, le costruzioni, che vale il 18% del Pil. Sarà un anno di ripresa e di riscossa dopo un periodo difficile in cui si sono persi tanti posti di lavoro».
Il governo e lei in particolare si è poi impegnato a sbloccare i cantieri e a mandare avanti le opere davvero strategiche? Misure che si aggiungeranno agli 11 miliardi previsti dalla manovra per gli investimenti...
«Confermo che nei prossimi 20 mesi avvieremo opere per 15 miliardi: dalla scuola al dissesto idrogeologico, dai porti all’alta velocità al Sud, alla Salerno-Reggio Calabria».
Ministro ci può assicurare che l’anno prossimo sarà davvero l’anno della conclusione dei lavori?M
«I lavori sulla Salerno-Reggio Calabria sono a buon punto, procedono spediti e nel 2016 verranno conclusi. Siamo al 90%, credo proprio di poter metterci la faccia».
Ma al Sud, specie in Sicilia, la situazione delle strade e delle autostrade gestite da Anas resta drammatica, tra crolli vecchi e nuovi, mala gestione, incuria.
«L’Anas ha cambiato pelle. Con un piano quinquennale concreto e credibile. Che metterà fine, mi auguro, ai disagi per i siciliani, Tra l’altro, abbiamo stanziato circa 800 milioni per la manutenzione della Palermo-Catania, avviato il monitoraggio satellitare del territorio, per prevenire invece di curare, cambiato il management».
A che punto è il meccanismo tariffario per dare autonomia finanziaria all’Anas? E’ solo un ballon d’essai o pensate di andare avanti?
«No, è una cosa a cui stiamo lavorando seriamente. Ci sono degli approfondimenti in corso per evitare ostacoli di tipo legislativo-costituzionale. Ma l’obiettivo è dare all’Anas autonomia e risorse e di farla uscire dal perimetro della Pubblica amministrazione».
A Roma, come sa, c’è il nodo del dissesto Atac, la più importante municipalizzata del trasporto pubblico, che si è mangiata due miliardi in pochi anni e che, ancora una volta, è sull’orlo del baratro. Cosa intende fare il governo a pochi giorni dall’inizio del Giubileo per evitare il blocco della mobilità?
«Faremo la nostra parte, mi creda. Nella legge di Stabilità inseriremo una norma per favorire il rinnovo del parco mezzi che è tra i più obsoleti d’Europa».
Come?
«Il meccanismo va messo a punto ma sostanzialmente pensiamo di far acquistare alla Cassa Depositi e Prestiti o alle banche gli autobus nuovi che poi verranno ceduti in leasing alle municipalizzate, all’Atac in particolare. In modo da rinnovare il parco macchine e dare ai viaggiatori sicurezza e una mobilità efficiente. E poi del tutto evidente che servono manager onesti e capaci. Di certo le posso dire che il commissario che gestirà Roma in questa fase così delicata avrà il massimo appoggio da parte mia, per far funzionare il trasporto pubblico locale, vitale per il Giubileo e per la Capitale».
E sul fronte scioperi cosa intendete fare? C’è il rischio che la città possa pagare un prezzo altissimo se non si troverà una soluzione
«Avevamo detto che dopo il varo della legge di Stabilità ci saremo messi intorno al tavolo per discutere del tema degli scioperi selvaggi, della regolamentazione proprio in vista del Giubileo. Ora è arrivato quel momento. Sono pronto a chiamare i sindacati per discuterne e mettere a punto un modus operandi. L’obiettivo è salvaguardare i diritti dei cittadini e dei visitatori, dando garanzie certe per il Giubileo».