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Briciole di pane

E-commerce, cambiano le abitudini. E non solo nelle modalità di acquisto

Le ripercussioni delle scelte dei big player in un settore in continua crescita

Roma, 2 dicembre 2014 - La diffusione dell’e-commerce pare inarrestabile. A livello globale, tanto per dare un’idea dell’ordine di grandezza del settore, si parla di vendite attorno ai 1.500 miliardi di dollari l’anno. Che questa diffusione sia un fattore capace di incidere in modo rilevante sugli assetti della mobilità urbana (e non solo urbana) è, da tempo, certezza riconosciuta. Forse, però, le trasformazioni di tali assetti non saranno esattamente quelle immaginate in un primo momento. Perché le stesse scelte strategiche dei colossi dell’e-commerce, attentissimi all’efficienza della filiera distributiva, appaiono in grado di rimescolare le carte.


Certo, è presto per lasciarsi andare a prefigurare nuovi scenari. Ma si tratta di un fenomeno interessante, degno di attenzione. Si pensava, e si pensa tuttora, che il boom degli acquisti sul web, riguardante tutte le fasce della popolazione, potesse equivalere a un incremento del traffico di veicoli commerciali verso i grandi centri urbani. Per portare, appunto, i prodotti acquistati direttamente a casa del consumatore, secondo la logica di ultimo miglio “tipica” dell’e-commerce. Con i problemi conseguenti, già più volte evidenziati: furgoni inquinanti, occupazione di quella risorsa scarsa che è, soprattutto nei centri storici, lo spazio stradale, e via di seguito. E con un'inarrestabile crescita del ruolo dei grandi operatori di trasporti e spedizioni.


L’ultima notizia, però, è che i giganti dell’e-commerce (uno su tutti: Amazon) siano diventati, pure sul piano finanziario, talmente strutturati da potersi costruire una logistica tutta propria. A misura di cliente. Basata su miriadi di magazzini di medie dimensioni, disseminati attorno alle grandi aree urbane, facilmente accessibili, dal nome invariabilmente anglosassone (Pick-up point, Access-point, ecc.). Magazzini dotati di un livello altissimo di automazione, aperti h24 sette giorni su sette, in grado di assicurare non solo ritiro e consegna, ma anche gestione dei resi e rientro della merce. Chiara la filosofia di fondo: approfittare del fatto che il cliente è già un soggetto che tutti i giorni si sposta per lavoro o per altri bisogni, e lasciargli massima libertà quanto a tempi e orari; affrancandolo dall’aspettare, presso il proprio domicilio, l’arrivo dell’oggetto ordinato via Internet.


Ribadiamo: è presto per fare previsioni. Ma può darsi che, nelle città del futuro, il traffico vedrà come protagonisti non tanto i furgoni o i mezzi commerciali incaricati delle consegne nelle “classiche” ore lavorative, quanto i veicoli privati, guidati da tutti noi, o tram e autobus che, davanti ai magazzini di cui si è detto sopra, effettuano un’apposita fermata. Per ritirare, direttamente, quanto acquistato.
 

Carlo Sgandurra