Ecoincentivi per veicoli con ridotto impatto ambientale
Roma, 25 marzo 2013 - Gli incentivi ci sono. E consentono un ammodernamento del parco veicoli. Il sostegno economico, previsto nel Decreto Sviluppo in favore della mobilità sostenibile, torna sicuramente utile. La distribuzione degli ecoincentivi ha avuto inizio il 14 marzo 2013 e si protrarrà fino al 31 dicembre 2015. Sempre, ovviamente, che non si esauriscano prima i fondi. La platea di possibili beneficiari comprende anche le aziende che trasportano merci per conto terzi e, tra le tipologie di veicoli, gli N1, vale a dire i mezzi commerciali fino a 3,5 ton. Obbligatoria la rottamazione di un altro mezzo, che deve essere della stessa categoria e con almeno 10 anni di vita. L’incentivo, per il 2013 e 2014, è il 20% del prezzo di acquisto. Ma può arrivare a un massimo che è di 5.000,00 euro per i veicoli con emissioni fino a 50 g/km; di 4.000 euro per quelli con emissioni da 51 a 95 g/km; di 2.000,00 per quelli da 96 g/km a 120 g/km. Il contributo statale è destinato a veicoli ad alimentazioni alternative (elettrici, ibridi, a metano, a biometano, a gpl, a biocombustibili, a idrogeno). Da segnalare, tra le altre iniziative poste in essere in questo settore, che pure l’Amministrazione capitolina ha stanziato più di 2,5 milioni di euro per incentivare l’acquisto di veicoli commerciali fino a 6,5 ton di diversa alimentazione (ai diesel euro 5 vanno 400,00 euro; ai veicoli a metano, 1.000,00 euro; ai gpl, 600,00 euro; agli ibridi ed elettrici, 513,00 euro), rottamando, però, veicoli euro 2 ed euro 3. In questo caso, gli incentivi sono rivolti espressamente a chi è già titolare di un permesso annuale di accesso alla zona a traffico limitato, valido alla data del 21 settembre 2012. Il richiamo alle zone a traffico limitato ci porta, necessariamente,al grande problema dell’accesso ai centri cittadini e alla distribuzione urbana delle merci: componente non marginale della congestione, rilevato che, in Italia, il 65% delle merci viaggia su gomma e l'80% di queste è prodotta nelle aree metropolitane. Da qui la necessità di gestire meglio la loro distribuzione urbana pure per le ricadute, in termini di qualità della vita, che ha sui residenti. Giova, in tal senso, rammentare che proprio su questo tema è stato, a suo tempo sottoscritto un protocollo d’intesa tra la Consulta nazionale dell'autotrasporto e della logistica e alcune importanti città (Torino, Milano e Napoli. Dovrebbe, a breve, aggiungersi Bologna), che ha visto tra i protagonisti anche l’Anas, volto a condividere le best practice. Certo, sarebbe stato, ed è ancora auspicabile, che pure la Capitale ne avesse seguito l’esempio. Ma è ancora in tempo per farlo.