Economia, primo vertice dei ministri su 29 misure da rilanciare
«È stata fatta una prima ricognizione dei provvedimenti fatti - ha spiegato Romani - per verificare che stessero funzionando nei termini che avevamo immaginato. Infrastrutture e Sviluppo economico avevano già preparato delle proposte, che però oggi non abbiamo affrontato perché ci siamo basati su quello che era stato fatto, per capire come metterlo in sintonia con le nuove proposte, nel merito delle quali entreremo la prossima volta». Tante le misure bloccate, in attesa di via libera o di un provvedimento attuativo: crediti di imposta per assunzioni e investimenti al Sud, ad esempio, oppure le zone a burocrazia zero, ferme al palo a quindici mesi dalla loro istituzione.
Sacconi, intervenendo poi alla presentazione del rapporto del Csc, ha parlato di «accelerazione delle opere pubbliche, per superare i colli di bottiglia, ragionare con le concessionarie», insomma «sostenere la crescita attraverso il settore costruzioni». Bisogna poi «procedere nelle liberalizzazioni a partire dai servizi pubblici locali», anche sull'acqua: «troveremo il modo per rimettere in discussione il referendum». Si è poi discusso, ha aggiunto, di «modernizzazione delle relazioni industriali» e di come «sostenere l'internazionalizzazione delle imprese e la vocazione a raggiungere consumatori lontani».
Il ministero dello Sviluppo economico ha elaborato al momento una serie di proposte. Si va da misure per facilitare l'installazione di infrastrutture energetiche alla definizione delle risorse disponibili per i nuovi contratti di sviluppo al Sud. Si studia inoltre una forma di detassazione sul fatturato aggiuntivo che le piccole e medie imprese generano utilizzando modalità di fatturazione elettronica o comunque forme di e-business. Una leva che dovrebbe aiutare il commercio con l'estero.
Su quest'ultimo punto, vale la pena ricordare che dopo l'abolizione dell'Ice le politiche per l'internazionalizzazione potrebbero richiedere dei correttivi e non è escluso che nel decreto entri questo tema. La transizione che prevede il passaggio della rete estera alla Farnesina e del personale italiano allo Sviluppo economico non ha tempi brevi e in questa fase decine di aziende che avevano già programmato la partecipazione a eventi esteri, poi saltati o congelati, protestano per il caos in corso. Si fa così largo l'ipotesi di un organo tecnico che assuma alcune funzioni operative dell'ex Ice permettendo il pagamento delle spese delle missioni e degli eventi in calendario. Lo Sviluppo economico punta su Invitalia (ex Sviluppo Italia) che per allargare i suoi compiti avrebbe comunque bisogno di una modifica statutaria. L'alternativa di cui si discute in queste ore è la creazione di un'Agenzia tecnica sotto Palazzo Chigi, 'terzo incomodo' tra Farnesina e Sviluppo economico. Massimo Calearo, consigliere del premier per il commercio estero, ha inviato una lettera a Berlusconi in cui si fa il punto dell'inefficienza dell'attuale assetto e si prospettano soluzioni, dalla creazione di un'Agenzia fino alla ricostituzione, extrema ratio, del ministero del Commercio estero.