Edilizia, allarme dei sindacati: "Il settore delle costruzioni è in macerie"
'Giornata di mobilitazione nazionale del settore delle costruzioni'
Roma, 30 maggio 2013 - L'edilizia e le costruzioni sono in 'macerie'. E' la fotografia del settore che emerge dai dati diffusi da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, nel corso della presentazione a Roma della 'Giornata di mobilitazione nazionale del settore delle costruzioni', che si è tenuta oggi. A fine 2012, i posti di lavoro persi nell'intera filiera delle costruzioni sono infatti 550mila, con un ricorso alla cig in crescita, testimoniato da un +28,3% nei primi 10 mesi del 2012, dopo che il dato era stato del +93% nel 2009; +33% nel 2010 e +4,7% nel 2011.
Nei primi 9 mesi del 2012, ribadiscono i sindacati citando dati Istat/Ance, il numero dei lavoratori operanti nelle costruzioni si riduce ulteriormente del 5,1%, sintesi di flessioni di intensità crescente nel corso dell'anno, a conferma del progressivo deterioramento del quadro settoriale in atto nel 2012 (-4,5% nel primo trimestre; -5,1% nel secondo e -5,8% nel terzo trimestre 2012 nel confronto con gli stessi periodi dell'anno precedente).
La caduta dei livelli occupazionali registrata nei primi 9 mesi del 2012, secondo Fillea, Filca e Feneal, coinvolge sia i lavoratori alle dipendenze che gli indipendenti. Il numero degli occupati dipendenti si riduce del 5,5% rispetto al periodo gennaio-settembre 2011, evidenziando un'accelerazione del trend negativo a partire dal secondo trimestre 2012 (da -2,3% nei primi tre mesi dell'anno al -6,1% del trimestre successivo e -8,1% nel terzo). I lavoratori indipendenti diminuiscono nell'arco dei primi nove mesi del 2012 del 4,6% su base annua.
E, secondo i sindacati, rispetto al 2008, in edilizia sono colati a picco, del 40%, gli investimenti pubblici. E, ancora, si attesta al -30% la produzione con 60mila imprese in meno. Scendono, inoltre, del 31% i lavoratori dipendenti, che equivalogono a 360mila posti di lavoro in meno, -35% le ore lavorate e 400 milioni di ore in meno.
Numeri che equivalgono a un calo del 25% di massa salariale e a 2 miliardi in meno in busta paga. Crollo verticale, in particolare, del 60%, dell'importo dei bandi di gara scavi archeologici, che sono passati dai 27 del 2008 per circa 10milioni ai 6 del 2010 per 4 milioni. A salire, spiegano i sindacati, sono i numeri delle partite Iva iscritte alle Camere di commercio, in crescita del 25%, come anche la stima dei lavoratori in nero nel settore, 400 mila, e del volume di evasione ed elusione annua nella sola edilizia, 40 miliardi.
I sindacati dell'edilizia parlano chiaro al Governo: ''Intervenire subito o il settore non riuscirà a finire l'anno'', sintetizza il segretario generale della Feneal-Uil, Massimo Trinci, che continua ''servono piani di lungo periodo e lo sblocco delle piccole opere, oltre che tutele per i lavoratori''. Al suo fianco anche i leader di categoria di Cgil e Cisl si uniscono all'appello: ''Chiediamo subito un tavolo al Governo per verificare se è vero che l'edilizia è al centro come detto più volte - spiega il leader Fillea-Cgil, Walter Schiavella - perché volgiamo rendere visibili migliaia di lavoratori che sono lasciati drammaticamente soli''.
''Queste manifestazioni stanno diventando un appuntamento annuale - sottolinea il segretario nazionale della Filca-Cisl, Franco Turri - vorremmo che non lo fossero più perché il settore è uscito dalla crisi ma per farlo serve che le banche ricomincino a fare il loro lavoro prestando soldi e vengano utilizzati tutti i fondi europei nazionali già stanziati, per l'edilizia scolastica ad esempio è stato utilizzato solo l'8%''.
Per invertire questa tendenza i rappresentanti dei lavoratori chiedono a Governo e imprese una serie di interventi urgenti. Le prime mosse da fare immediatamente per evitare il collasso sono il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga per tutelare chi ha perso il lavoro e il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, che sono di 25 miliardi di euro verso le imprese edili su 80 totali. Per far ripartire poi il mercato la strada è quella dello sblocco del patto di stabilità per le piccole opere in tutto il territorio, il miglior utilizzo dei fondi europei e l'impiego dei fondi Cipe già stanziati. Per il lungo periodo invece i lavoratori chiedono una riconversione sostenibile del settore indirizzata verso l'efficienza energetica e la riqualificazione dell'esistente. Un appello sia al Governo che alle imprese è quello per la regolarità dei posti di lavoro con una battaglia al nero, al lavoro insicuro e alle false partite Iva che sono sempre più la categoria debole.