Edilizia, Ance: politiche economiche insufficienti per rilanciare il sistema produttivo
Il presidente Buzzetti: altre nazioni hanno fatto grandi investimenti su casa e infrastrutture; noi non abbiamo questo coraggio, siamo bloccati
Roma, 11 novembre 2013 - Le politiche economiche messe in atto in Italia sono insufficienti per rilanciare il sistema produttivo e, in particolare, il comparto edilizio. L’allarme è stato lanciato dal presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, secondo cui "tutti i Paesi industrializzati del mondo stanno uscendo dalla crisi grazie all'edilizia, solo noi, che forse vogliamo prendere qualche Nobel per l'Economia, non lo stiamo facendo".
Nel corso del convegno annuale di Ance Puglia, lo scorso 8 novembre, Buzzetti ha sottolineato che "cento milioni di dollari è la cifra investita negli ultimi tempi da Stati Uniti, Inghilterra, Giappone, ma anche Germania e Francia hanno fatto grandi investimenti sia sulla casa, sia sulle infrastrutture; noi non abbiamo questo coraggio, siamo bloccati”. Quindi, ha affermato che “occorre capire che le politiche economiche messe in atto in questi anni sono totalmente sbagliate, stanno affossando il Paese. Dall'estero comprano le nostre aziende e siamo a forte rischio di deindustrializzazione".
Durante i due giorni di eventi organizzati a Lecce dall'Associazione Nazionale Costruttori Edili, è stata ribadita l’importanza dei fondi UE per il rilancio dell’economia, ma anche la necessità di poter spendere queste risorse. Infatti, i fondi strutturali ed FSC (ex-FAS) costituiscono il 40-45% dei fondi destinati alle infrastrutture e rappresentano una grande opportunità per rimettere in moto il comparto delle costruzioni e l'economia del Mezzogiorno.
In particolare, il convegno “Fare crescita: lavori in corso” è stato focalizzato sulle strategie da mettere in campo in vista della programmazione europea 2014-2020, che destinerà alle regioni del Sud Italia fondi strutturali per oltre 40 miliardi di euro. "Il Paese ha urgente bisogno di interventi per la messa in sicurezza del territorio, delle scuole e degli edifici pubblici” ha affermato in proposito Paolo Buzzetti, sottolineando che “non possiamo coprirci gli occhi e poi puntualmente piangere per le tragedie che alluvioni, frane e terremoti provocano periodicamente”.
Buzzetti ha proseguito spiegando che nella Legge di stabilità “ci troviamo di fronte a una coperta troppo corta” e che le risorse messe in campo non sono ancora sufficienti “perché i vincoli europei del 3% del deficit pesano sulla manovra italiana”. Secondo il Presidente dell’Ance, per superare questa situazione di stallo è necessario rivedere i limiti imposti al patto di stabilità interno e applicare una vera golden rule per gli investimenti. Altrimenti, si corre il rischio di consegnare il Paese all'immobilismo: “sarebbe paradossale, infatti, se proprio a causa di questi vincoli non potessimo sfruttare i 111 miliardi di euro di fondi strutturali e FAS della programmazione 2014-2020 per portare avanti un piano di infrastrutture utili per i cittadini e per risollevare l'economia”. Secondo Buzzetti, occorre allentare il patto di stabilità nei prossimi tre anni, per non mancare questa occasione di rilancio: “è un treno che non possiamo permetterci di perdere" ha concluso il presidente dell’Ance.