Edilizia: la sostenibilità può rappresentare un volano per far ripartire un settore in crisi
Un fronte sul quale agire per una ripresa è sicuramente l'efficienza energetica e l'utilizzo di materiali biocompatibili
A pesare di più è stato sicuramente il comparto abitazioni di nuova progettazione, che in quattro anni ha perso il 34,2%, con il solo 2010 che ha gia' registrato -12,4%. Unico risultato positivo, gli investimenti nel recupero abitativo, nel 2010 (+0,5%). E così il mondo delle costruzioni è sceso in piazza per far sentire la propria voce e chiedere al governo un sostegno al settore. In attesa di risposte, un fronte sul quale agire per una ripresa è sicuramente l'efficienza energetica e l'utilizzo di materiali biocompatibili.
Purtroppo ''le difficoltà legate alla contrazione di mercato e prezzi tendono a mascherare gli effetti premianti generati da una politica di qualità ed efficienza energetica'', commenta Holcim Italia azienda leader nel panorama dei materiali per le costruzioni.
Ma aggiunge: ''Indubbiamente si stanno creando le basi, in vista di una prossima ripresa, che porteranno sicuramente le aziende orientate allo sviluppo di materiali e prodotti a basso impatto energetico ed ambientale a raccogliere i frutti di queste politiche e ad investire ulteriormente in ricerca e sviluppo''.
In questa senso, secondo la multinazionale svizzera, una grande spinta arriverà dalla diffusione della cultura Leed, il sistema di valutazione di sostenibilità ambientale per l'edilizia, tramite le linee guida del Green Building Italia emesse quest'anno, parallelamente alle certificazioni di prodotto ispirate a questi concetti. In particolare ''la disponibilità di norme specifiche, il coinvolgimento di istituti di certificazione competenti e l'effettuazione di verifiche serie ed attendibili saranno i fattori essenziali per permettere a produttori ed utilizzatori virtuosi di emergere meritatamente nel mercato''.
Ma le singole azioni non bastano per indirizzare la ripresa e per uno sviluppo più sostenibile, ''è importante che ogni operatore dia il proprio contributo per quanto gli compete all'interno di un approccio globale al problema''. Da un punto di vista dei prodotti, secondo Holcim Italia, ''l'impiego di materiali riciclati e a basso impatto ambientale ed energetico è il primo importante passo verso la sostenibilità".
Ma, aggiunge, "è solo dalla cooperazione tra tutti gli operatori che potranno nascere le politiche di innovazione nei materiali, nelle tecnologie di costruzione e nella società che porteranno ad un reale cambiamento del mercato''.
In Italia ''esistono aziende che possono fare la differenza in termini di soluzioni offerte al cliente e di innovazione ma non sono sostenute. Ciò che manca è un'azione a rete in cui tutti gli attori, dalle imprese alle istituzioni, si muovono per favorire lo sviluppo economico del Paese, e quindi del settore delle costruzioni''.
L'Italia, infatti, secondo Marco Felici, ingegnere che si occupa di sviluppo urbano sostenibile e progettazione integrale, ''ha accumulato ritardi nel settore sia a livello normativo, che tecnico e socioculturale, rispetto a paesi di grande tradizione 'green', come ad esempio la Germania''. Inoltre, ''le difficoltà oggettive di coordinamento di istanze progressiste con i valori del patrimonio esistente rendono tale evoluzione particolarmente complessa e difficile, rispetto alle potenzialità di paesi che partono da un grado zero, come ad esempio, per motivi diversi, la Serbia e molti paesi dell'Africa''.
Comunque, anche in Italia, aggiunge Felice ''un'elite, sia nella pubblica amministrazione, che nei settori progettuali e produttivi, oltre che nel bacino di utenza, sta manifestando buone capacità, volontà e potenzialità. Ma perché si passi dal settore di nicchia alla rivoluzione green occorrerebbe un cambiamento radicale, interdisciplinare. Mancando tale 'rivoluzione', il settore può comunque crescere, sull'onda internazionale, e diventare importante anche se non trainante''.
Guardando al futuro, per l'urbanista bisogna ripartire dalla base e ridefinire il concetto di città, che ''non puo' solo 'funzionare', ma deve anche 'comunicare', stabilire un rapporto con i propri abitanti e utenti per diventarne lo strumento di formazione di nuove civiltà''. Per arrivare allo sviluppo sostenibile di un habitat ''occorre arrestare l'espansione periurbana ed avviare la crescita all'interno della città esistente, con una grande attenzione nel consentire lo sviluppo di fenomeni aperti e incrementali''. Anche perché ''è inutile fare grandi sforzi per costruire edifici leggermente meno inquinanti, se poi l'utente, con un semplice gesto ignaro o menefreghista, annullera' ogni beneficio''.