Edilizia, in Piemonte continua la crisi
Secondo l'ANCE il 65% delle imprese prevede un calo di fatturato e il 44,1% prevede riduzioni di personale. Forti ritardi nei pagamenti
Torino, 18 marzo 2013 – Tempi lunghissimi per i pagamenti, ordini e fatturato in calo, tagli ulteriori all’occupazione. Sono questi i segnali che arrivano dal sistema delle imprese edili del Piemonte: un quadro ancora a tinte fosche, che si aspetta molto dalle ultime disposizioni Ue proprio in tema di tempi di pagamento.
I numeri parlano chiaro. Secondo i dati elaborati dall'Ance Piemonte, il 65% delle imprese prevede un calo del fatturato contro il 5,9% che ne prevede un incremento; nel semestre precedente le percentuali erano, rispettivamente, del 60% e del 6,9%. Ancora peggio – se possibile -, la situazione sul fronte dei tempi di pagamento. Le imprese dichiarano di dover aspettare mediamente 120 giorni e, se si tratta di committenti pubblici, 169,1 giorni contro i 151,5 di sei mesi fa.
Per quanto riguarda l'occupazione, solo il 3,35 delle imprese intende aumentare il personale, mentre il 44,1% prevede di ridurlo. Diminuzioni registrate anche per il portafoglio ordini che passa da 9,1 mesi registrati dall’indagine precedente a 8,6 del primo semestre del 2013. L'82,6% delle imprese, inoltre, dichiara di non avere in programma investimenti nei prossimi sei mesi, nel secondo semestre del 2012 era l'86,7%. “Ciò che ci spaventa maggiormente – ha sottolineato il presidente del Centro studi di Ance Piemonte Filippo Monge - è il perdurare di gravissime problematiche, come i ritardati pagamenti, che superano mediamente i sei mesi di attesa e che hanno raggiunto il livello più alto dal secondo semestre del 2002 e l'accesso al credito per famiglie e imprese, per questo sollecitiamo interventi immediati e concreti”.
''Il nostro settore – ha poi aggiunto Giuseppe Provvisiero, presidente dell'Ance Piemonte - è l'unico motore in grado di riaccendere l'economia e di favorire rapidamente la crescita a livello regionale e nazionale; purtroppo però, come previsto, i primi mesi del 2013 continueranno ad essere molto difficili per l’edilizia piemontese”.
Da tutto ciò la “ricetta” dei costruttori. Occorre “pagare le imprese, escludere dal Patto interventi per la sicurezza dei territori, investire su scuole, ospedali e infrastrutture strategiche, riattivare il circuito del credito a famiglie e ad imprese e rilanciare le città”.