Edilizia scolastica, Legambiente lancia l'allarme. Il sottosegretario D'Angelis: pronti 300 milioni
Dal rapporto elaborato da Legambiente sulle strutture scolastiche emerge che soltanto l'8,8% degli edifici è costruito con criteri antisismici, ma l'83,4% degli istituti ha abbattuto le barriere architettoniche

Roma, 8 gennaio 2014 - Maglia nera della sicurezza per gli edifici delle scuole italiane. Più 60% degli immobili scolastici è stato costruito prima del 1974, data dell'entrata in vigore della normativa antisismica; il 37,6% ha bisogno di interventi urgenti; il 40% è non possiede certificato di agibilità; il 38,4% delle scuole invece sono situate in aree a rischio sismico e il 60% non ha il certificato di prevenzione incendi. A fornire questi dati è la 14/a edizione di 'Ecosistema scuola 2013', il rapporto annuale di Legambiente sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 94 capoluoghi di provincia. Per non vedere scuole scalcinate bisogna andare a Nord, in particolare a Trento, risultata prima nella graduatoria, a Prato (seconda) e a Piacenza (terza). Il Sud è molto indietro nella classifica, con Lecce migliore città che riesce a piazzarsi soltanto al ventisettesimo posto. Tra le grandi città la prima è risultata Torino (13º posto in classifica) seguita da Firenze (25º) e Milano (33°). Napoli (37º) invece prima tra le grandi città del sud. Lecce (27º) e Benevento (31º) sono le prime città del sud nella graduatoria generale, mentre Olbia (40º) è la prima tra quelle delle isole. Roma non appare nella graduatoria perché non presenta da anni dati completi.
Ma a dispetto di investimenti che per la prima volte appaiono in crescita, i dati confermano il disastro in cui versa l’edilizia scolastica. Miglioramenti si registrano, invece, nel settore energetico: dal 2008 al 2013 le scuole che hanno adottato fonti rinnovabili sono passate dal 6,3% al 13,5%. L'80,8% delle quali ha installato impianti solari fotovoltaici, il 24,9% ha impianti solari termici, l'1,6% impianti di geotermia e/o pompe di calore e lo 0,4% ha impianti a biomassa, il 9,6% utilizza il mix di fonti rinnovabili. Mediamente la copertura da fonti rinnovabili, là dove è presente, è del 35,6%, con situazioni ottimali a Prato dove la copertura raggiunge il 100%. A primeggiare per utilizzo di fonti rinnovabili sono la Puglia (59,15%), il Veneto (32,7%), l’Abruzzo (28,9%), la Sardegna (23,8%) e l’Emilia Romagna (23,6%). Per niente green i comuni capoluogo di Basilicata e Molise che occupano gli ultimi posti della classifica.
Per ciò che riguarda l’illuminazione negli edifici scolastici: il 62,9% utilizza il neon, il 20,4% usa altre fonti come fluorescenti compatte e led. Soltanto lo 0,6% degli istituti è stato costruito con criteri di bioedilizia. E sono solo 12 i comuni che hanno deciso di investire in questo settore. Dei 5.301 edifici presi in esame solamente l'8,8% è stato progettato e realizzato con criteri antisismici. Controlli statici sono stati effettuati solo sul 27,3% degli edifici. E nei Comuni in area a rischio sismico (zona 1 e 2) e idrogeologo, solo il 21,1% degli edifici ha compiuto tale verifica.
Migliora la situazione dell'accessibilità: l'82,3% degli edifici ha i requisiti di legge e il 16,4% ha realizzato interventi per l'eliminazione delle barriere architettoniche. Peggiorano invece il monitoraggio dell’amianto nelle zone dove sorgono gli edifici scolastici: il 34,8% delle amministrazioni tiene sotto controllo il radon, ma diminuiscono i comuni impegnati nei controlli dell'amianto. I casi accertati di amianto rappresentano il 10,5%, quelli sospetti il 3,1%. Mentre l'11,6% degli edifici si trova a meno di un km da fonti di inquinamento acustico, il 2,2% vicino a emittenti radiotelevisive.
Sul versante delle mense scolastiche l’indagine ha rilevato che il 56,9% utilizza prodotti biologici nei pasti, l'8,5% serve pasti interamente biologici nelle mense. Ma resta alto l'uso di posate e stoviglie di plastica o carta (il 34%, una mensa su tre). Dati negativi arrivano dall'utilizzo dell'acqua di rubinetto nelle mense scolastiche che si attesta al 50,1%, in caduta costante negli ultimi anni. Cresce la raccolta differenziata che interessa la plastica (71,6%), il vetro (73,3%) e l’organico (57,8%), ma scende quella dell'alluminio (-1,4%), pile (- 0,5%), carta (- 4,3%) e toner (-0,9%).
Piccoli passi avanti della mobilità legata alla scuola:si recano a scuola con il servizio di scuolabus il 30% dei bambini contro il 25,9% del 2011. Città modello per questo servizio si sono rivelate Frosinone, Novara, Ragusa e Vercelli. Diminuiscono invece gli edifici scolastici dotati di parcheggi per auto: nel 2011 erano il 53,7%, nel 2012 il 50,1%. Lieve incremento per il servizio pedibus, i percorsi casa scuola (6,9%): settore in cui svetta Treviso, con quasi la metà degli edifici coinvolti. Aumentano anche i nonni vigili arrivati al 23,3% e le piste ciclabili in prossimità delle scuole (12,6% contro il 10,5% del 2011). I tre quarti degli istituti (74,6%) hanno un giardino o aree verdi fruibili, palestre o strutture per lo sport il 52,2%. Pochi gli istituti che sorgono in isole pedonali (0,8%). Buoni i dati sulla presenza delle biblioteche per ragazzi all'interno degli edifici scolastici che raggiungono il 35,4%.
Il dossier mette in evidenza anche i dati sugli investimenti per la manutenzione straordinaria e ordinaria: nel 2012 l'investimento medio per la manutenzione straordinaria per edificio scolastico è stato di 30,345 euro contro i 43,382 del 2011. Nel Nord la media degli investimenti per la manutenzione straordinaria ha superato di quasi tre volte quella del Sud, nonostante il meridione necessiti di maggiori interventi, a causa del rischio idrogeologico, sismico e vulcanico. Regioni come l’Abruzzo, la Sicilia e la Lombardia, benché abbiano un bisogno di manutenzione straordinaria rispettivamente del 94,5%, 57,5% e 49,1%, si sono viste diminuire gli investimenti.
Vanessa Pallucchi di Legambiente reclama un anagrafe dell’edilizia scolastica: ''Ancora oggi non esiste un monitoraggio complessivo e sistematico dello stato di sicurezza delle scuole italiane. Per questo chiediamo che venga al più presto realizzata l'anagrafe dell'edilizia scolastica che attendiamo dal 1996, anno dell'entrata in vigore della legge 23 che la istituiva e che venga data la possibilità agli enti locali di operare in deroga al patto di stabilità per investire sulla messa in sicurezza delle scuole stesse". È di estrema importanza la pubblicazione dell'Anagrafe - secondo Legambiente - perché senza di esso non si conoscerebbero quelle informazioni che consentono a studenti, genitori e lavoratori di conoscere l’efficienza degli edifici e alle istituzioni di avere un quadro dei bisogni di intervento nelle scuole.
Il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D'Angelis, manifestando tutta la sua amarezza sul rapporto Ecosistema Scuola 2013 di Legambiente, annuncia anche altri fondi oltre ai 300 già stanziati. “Un quadro francamente deprimente per un Paese industrializzato come l'Italia, non ne esistono altri in queste condizioni. È ora di chiudere la stagione degli interventi in emergenza e investire sulla prevenzione. Il Ministero ha stanziato 300 milioni per l'edilizia scolastica con il Decreto del Fare e con il decreto "Mille proroghe" ci sono 700 milioni di fondi europei per il Sud inutilizzati e usabili per le scuole di Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Per mettere in sicurezza il Paese e le nostre scuole – conclude il sottosegretario D’Angelis - servirebbero però 12 miliardi, è necessario un vero e proprio piano di prevenzione e messa in sicurezza degli edifici, tali "investimenti" creano anche occupazione ed economie territoriali riorientando la nostra forte industria dell'edilizia verso la riqualificazione e l'antisismica".
Ma a dispetto di investimenti che per la prima volte appaiono in crescita, i dati confermano il disastro in cui versa l’edilizia scolastica. Miglioramenti si registrano, invece, nel settore energetico: dal 2008 al 2013 le scuole che hanno adottato fonti rinnovabili sono passate dal 6,3% al 13,5%. L'80,8% delle quali ha installato impianti solari fotovoltaici, il 24,9% ha impianti solari termici, l'1,6% impianti di geotermia e/o pompe di calore e lo 0,4% ha impianti a biomassa, il 9,6% utilizza il mix di fonti rinnovabili. Mediamente la copertura da fonti rinnovabili, là dove è presente, è del 35,6%, con situazioni ottimali a Prato dove la copertura raggiunge il 100%. A primeggiare per utilizzo di fonti rinnovabili sono la Puglia (59,15%), il Veneto (32,7%), l’Abruzzo (28,9%), la Sardegna (23,8%) e l’Emilia Romagna (23,6%). Per niente green i comuni capoluogo di Basilicata e Molise che occupano gli ultimi posti della classifica.
Per ciò che riguarda l’illuminazione negli edifici scolastici: il 62,9% utilizza il neon, il 20,4% usa altre fonti come fluorescenti compatte e led. Soltanto lo 0,6% degli istituti è stato costruito con criteri di bioedilizia. E sono solo 12 i comuni che hanno deciso di investire in questo settore. Dei 5.301 edifici presi in esame solamente l'8,8% è stato progettato e realizzato con criteri antisismici. Controlli statici sono stati effettuati solo sul 27,3% degli edifici. E nei Comuni in area a rischio sismico (zona 1 e 2) e idrogeologo, solo il 21,1% degli edifici ha compiuto tale verifica.
Migliora la situazione dell'accessibilità: l'82,3% degli edifici ha i requisiti di legge e il 16,4% ha realizzato interventi per l'eliminazione delle barriere architettoniche. Peggiorano invece il monitoraggio dell’amianto nelle zone dove sorgono gli edifici scolastici: il 34,8% delle amministrazioni tiene sotto controllo il radon, ma diminuiscono i comuni impegnati nei controlli dell'amianto. I casi accertati di amianto rappresentano il 10,5%, quelli sospetti il 3,1%. Mentre l'11,6% degli edifici si trova a meno di un km da fonti di inquinamento acustico, il 2,2% vicino a emittenti radiotelevisive.
Sul versante delle mense scolastiche l’indagine ha rilevato che il 56,9% utilizza prodotti biologici nei pasti, l'8,5% serve pasti interamente biologici nelle mense. Ma resta alto l'uso di posate e stoviglie di plastica o carta (il 34%, una mensa su tre). Dati negativi arrivano dall'utilizzo dell'acqua di rubinetto nelle mense scolastiche che si attesta al 50,1%, in caduta costante negli ultimi anni. Cresce la raccolta differenziata che interessa la plastica (71,6%), il vetro (73,3%) e l’organico (57,8%), ma scende quella dell'alluminio (-1,4%), pile (- 0,5%), carta (- 4,3%) e toner (-0,9%).
Piccoli passi avanti della mobilità legata alla scuola:si recano a scuola con il servizio di scuolabus il 30% dei bambini contro il 25,9% del 2011. Città modello per questo servizio si sono rivelate Frosinone, Novara, Ragusa e Vercelli. Diminuiscono invece gli edifici scolastici dotati di parcheggi per auto: nel 2011 erano il 53,7%, nel 2012 il 50,1%. Lieve incremento per il servizio pedibus, i percorsi casa scuola (6,9%): settore in cui svetta Treviso, con quasi la metà degli edifici coinvolti. Aumentano anche i nonni vigili arrivati al 23,3% e le piste ciclabili in prossimità delle scuole (12,6% contro il 10,5% del 2011). I tre quarti degli istituti (74,6%) hanno un giardino o aree verdi fruibili, palestre o strutture per lo sport il 52,2%. Pochi gli istituti che sorgono in isole pedonali (0,8%). Buoni i dati sulla presenza delle biblioteche per ragazzi all'interno degli edifici scolastici che raggiungono il 35,4%.
Il dossier mette in evidenza anche i dati sugli investimenti per la manutenzione straordinaria e ordinaria: nel 2012 l'investimento medio per la manutenzione straordinaria per edificio scolastico è stato di 30,345 euro contro i 43,382 del 2011. Nel Nord la media degli investimenti per la manutenzione straordinaria ha superato di quasi tre volte quella del Sud, nonostante il meridione necessiti di maggiori interventi, a causa del rischio idrogeologico, sismico e vulcanico. Regioni come l’Abruzzo, la Sicilia e la Lombardia, benché abbiano un bisogno di manutenzione straordinaria rispettivamente del 94,5%, 57,5% e 49,1%, si sono viste diminuire gli investimenti.
Vanessa Pallucchi di Legambiente reclama un anagrafe dell’edilizia scolastica: ''Ancora oggi non esiste un monitoraggio complessivo e sistematico dello stato di sicurezza delle scuole italiane. Per questo chiediamo che venga al più presto realizzata l'anagrafe dell'edilizia scolastica che attendiamo dal 1996, anno dell'entrata in vigore della legge 23 che la istituiva e che venga data la possibilità agli enti locali di operare in deroga al patto di stabilità per investire sulla messa in sicurezza delle scuole stesse". È di estrema importanza la pubblicazione dell'Anagrafe - secondo Legambiente - perché senza di esso non si conoscerebbero quelle informazioni che consentono a studenti, genitori e lavoratori di conoscere l’efficienza degli edifici e alle istituzioni di avere un quadro dei bisogni di intervento nelle scuole.
Il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D'Angelis, manifestando tutta la sua amarezza sul rapporto Ecosistema Scuola 2013 di Legambiente, annuncia anche altri fondi oltre ai 300 già stanziati. “Un quadro francamente deprimente per un Paese industrializzato come l'Italia, non ne esistono altri in queste condizioni. È ora di chiudere la stagione degli interventi in emergenza e investire sulla prevenzione. Il Ministero ha stanziato 300 milioni per l'edilizia scolastica con il Decreto del Fare e con il decreto "Mille proroghe" ci sono 700 milioni di fondi europei per il Sud inutilizzati e usabili per le scuole di Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Per mettere in sicurezza il Paese e le nostre scuole – conclude il sottosegretario D’Angelis - servirebbero però 12 miliardi, è necessario un vero e proprio piano di prevenzione e messa in sicurezza degli edifici, tali "investimenti" creano anche occupazione ed economie territoriali riorientando la nostra forte industria dell'edilizia verso la riqualificazione e l'antisismica".