Edilizia scolastica, ministro Giannini: priorità alla messa in sicurezza degli edifici. Investimenti del nuovo governo per 5 miliardi
Soddisfazione dell'Ance: bene Renzi su piano scuole, pagamenti Pa e dissesto idrogeologico

Roma, 24 febbraio 2014 – “L’edilizia scolastica è un’emergenza e come tale non può essere rimandata”, queste le prime parole del neo ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. “E’ assurdo, per non dire peggio – ha sottolineato il ministro – che lo Stato non si curi dell’integrità di chi lavora nelle scuole e ovviamente dei nostri ragazzi”.
Tra le priorità di intervento individuate dal ministro c’è la messa in sicurezza degli edifici maggiormente esposti a rischio. Il piano dell’edilizia scolastica del governo Renzi prevede 5 miliardi di euro per interventi da realizzare almeno in ogni città capoluogo, sia per la manutenzione di scuole esistenti che per le nuove strutture.
Apprezzamenti agli obiettivi del nuovo esecutivo sono arrivati dall’associazione nazionale dei costruttori. “Se i punti elencati dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, saranno trasformati rapidamente in provvedimenti saremo sulla buona strada”, così ha commentato infatti il Presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, il programma con cui il Premier si è presentato per chiedere la fiducia in Senato.
“Il Presidente Renzi ha messo al centro della sua agenda i temi che noi dell’Ance sosteniamo da tempo come cardini per la ripresa economica”, ha continuato Buzzetti, “a partire da quelle opere pubbliche come scuole, manutenzione e messa in sicurezza del territorio che sono urgenti perché capaci di innescare occupazione facendo cose utili per i cittadini.”
Il presidente dei costruttori ha giudicato molto positivo anche il riferimento allo sblocco totale dei pagamenti della Pubblica Amministrazione. L’Ance per prima, infatti, a maggio di due anni fa con il Dday, denunciò l’enorme conto di arretrati a danno delle imprese. Così come sono state apprezzate le parole del Premier riferite alla stretta creditizia, che ha tolto ossigeno alle piccole e medie imprese, e alle politiche di semplificazione dei processi autorizzativi che frenano le opere.
“E’ l’ultima chiamata per il Paese”, ha concluso il presidente dell’Ance, “siamo certi che questa volta nessuno vorrà sottrarsi per imprimere quella svolta troppe volte annunciata, ma mai completamente attuata.”