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Briciole di pane

Edilizia scolastica: precario lo stato di sicurezza. Oltre il 70% delle scuole presenta lesioni strutturali

Dal XII Rapporto sulla sicurezza, qualità e accessibilità delle scuole italiane di Cittadinanzattiva emergono dati allarmanti

Roma, 18 settembre 2014 – Le scuole italiane non godono di buona salute; quattro edifici su 10 hanno una manutenzione carente, oltre il 70% delle scuole presenta lesioni strutturali, più della metà degli istituti si trova in aree a rischio sismico ed uno su quattro è stato edificato in zone a rischio idrogeologico.
Si tratta di scuole, dunque, per le quali sarebbero necessari consistenti interventi per la messa in sicurezza, opere che, tuttavia, non vengono realizzate in un caso su tre.

Questi sono solo alcuni dei dati allarmanti che emergono dal XII Rapporto sulla sicurezza, qualità e accessibilità degli edifici scolastici di Cittadinanzattiva, organizzazione che da anni è impegnata nella difesa dei diritti dei cittadini.

Sono numerose, infatti, le segnalazioni e gli appelli rivolti alle istituzioni che l' associazione ha presentato attraverso la sua analisi. Prima su tutti la richiesta di far far venire alla luce l'Anagrafe della edilizia scolastica, attesa da 18 anni ed indispensabile al fine di garantire il diritto alla trasparenza sui dati delle scuole e per individuare in modo rapido e preciso quali siano gli interventi più urgenti da mettere in atto. Un'altra grave lacuna è poi quella delle certificazioni, come ha ricordato Adriana Bizzarri, Coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva: “Non avere il certificato di agibilità statica in 24mila scuole in zona sismica, come sono quelle italiane, vuol dire non avere la certezza che questi edifici scolastici possano resistere adeguatamente alle scosse sismiche”.

Le iniziative predisposte di recente dal Governo - #scuolebelle, #scuolesicure, #scuolenuove - per le quali sono stati stanziati nel complesso 1.094.000.000 euro , per un totale di oltre 21mila interventi, sono apprezzabili anche a detta dell'organizzazione dei “cittadini attivi”. Ciò nonostante permangono dei dubbi riguardo alla volontà dell'Esecutivo, espressa nei fatti, di concentrare l'attenzione su interventi di piccola manutenzione , piuttosto che sulle opere strutturali, di messa in sicurezza. Sono infatti stati previsti 17.961 interventi del primo tipo, quelli che renderanno più gradevoli e funzionali le strutture per gli studenti, mentre ammontano a circa 3.000 le opere più consistenti, che includono l'eliminazione dell'amianto e delle barriere architettoniche. A proposito di questo si è espressa la stessa Bizzarri, rimarcando la posizione dell'organizzazione, “Noi apprezziamo moltissimo – ha detto- l'intervento del Governo, il fatto di aver messo al centro la scuola e di essere partiti dall'edilizia scolastica.. La critica che muoviamo però è il fatto di aver dato troppa enfasi alle cosiddette scuole belle, intervenendo con piccole opere di manutenzione su quasi 18 mila edifici e dando un po' l'illusione che, in questo modo, le strutture si mettano in sicurezza. Purtroppo decoro non significa sicurezza”.

Anche la parlamentare Manuela Ghizzoni, componente della Commissione Istruzione della Camera dei Deputati, ha commentato gli esiti del Rapporto, in occasione della sua presentazione lo scorso 18 settembre. La Ghizzoni ha evidenziato, in particolare, lo sforzo delle istituzioni nel voler modificare la prassi errata, consolidata e tutta italiana , di lasciare che intercorrano anni tra lo stanziamento dei fondi per le attività di manutenzione e l'avvio delle stesse. “La cosiddetta cabina di regia che adesso è stata istituita presso Palazzo Chigi ha anche il compito di snellire la catena di comando, in modo che dal momento in cui il Parlamento finanzia dei progetti non intercorrano troppi mesi per l'erogazione dei fondi. Un passo avanti lo abbiamo già fatto: con il Decreto del fare dell'estate del 2013 vennero erogati oltre 100 milioni per interventi sulle scuole. Siamo arrivati all'inizio dell'estate con l'erogazione di questi soldi. E' trascorso un anno, è tanto, a nostro avviso dobbiamo fare meglio, però è certamente meno degli anni che sono intercorsi in altri progetti precedenti”.
 

Laura Perna