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Briciole di pane

Edilizia: Unacea, cala nel 2013 il mercato delle macchine per costruzioni

Flessione del 18% rispetto al 2012. Segno negativo per il sesto anno consecutivo

Roma, 4 febbraio 2014 - Per il sesto anno consecutivo il mercato italiano delle macchine per costruzioni continua a flettere. Nei dodici mesi del 2013 sono stati immessi sul mercato 6.192 mezzi con un calo del 18% rispetto a quanto rilevato nel 2012. Nel dettaglio, le vendite di macchine movimento terra sono state 5.990 (-17%), 104 le macchine stradali (-32%) e 98 i macchinari per il calcestruzzo (-53%). Lo rileva l'Unacea sottolineando pero' che rapportando il solo quarto trimestre del 2013 al quarto trimestre del 2012 la contrazione si riduce allo 0,8%.

Che quest'ultimo dato possa "indicare il raggiungimento del punto piu' basso del ciclo prima di una possibile ripresa, e' ancora troppo presto per affermarlo" commenta Enrico Prandini, vicepresidente di Unacea. "Molto dipenderà -osserva- dai segnali che verranno dal governo in materia di rilancio delle opere pubbliche e dei lavori di contrasto al dissesto idrogeologico, di cui proprio in questi giorni si avverte una drammatica urgenza". Nei prossimi mesi, inoltre, secondo Prandini "sarà di grande importanza per la ripresa del comparto l'agilità d'accesso agli incentivi all'acquisto di macchinari previsti nel Decreto del Fare".

"Il mercato dei macchinari per il calcestruzzo e' vicino allo zero assoluto" rimarca Davide Cipolla, consigliere di Unacea con delega alle attività di questo gruppo merceologico. "Il mercato dell'edilizia e delle opere pubbliche e' sostanzialmente fermo e questo incide pesantemente sui livelli di produzione delle imprese di macchinari" aggiunge. La produzione di calcestruzzo "e' in linea con i livelli di 40 anni fa, e anche le vendite di macchinari in termini di unità -calcola Cipolla- sono allineati a quel periodo storico". Occorre, conclude, "una presa di coscienza seria da parte delle istituzioni che c'e' un intero settore che sta andando in asfissia. Per fortuna la crisi non e' cosi' ovunque nell'area europea e le imprese italiane riescono a compensare in parte il calo del fatturato esportando in altri paesi, che sono tornati a livelli di mercato pre-crisi".
 

LP