Edilizia: valore di mercato delle abitazioni in calo mentre le tasse raddoppiano
La riduzione è del 15% secondo i dati della CGIA di Mestre
Roma, 31 luglio 2014 - La casa di proprietà è un bene al quale gli italiani tengono particolarmente. Basti pensare che nel nostro paese, come riportato da alcune rilevazioni dell’Agenzia delle Entrate, circa l’80% delle famiglie possiede una abitazione. Una percentuale che risulta ancora più significativa se confrontata con quelle di altri paesi europei, come Germania o Francia, dove non si supera quota 65% e la mobilità abitativa è decisamente più elevata.
Sarà che gli italiani sono più tradizionalisti, sarà che in passato abbiamo creduto più di altri all’investimento nel mattone, fatto sta che quando si tocca l’argomento, specie se associato al tema “imposte”, si dimostrano tutti particolarmente sensibili. Una suscettibilità che negli ultimi tempi trova una giustificazione concreta nei dati che vedono abbassarsi progressivamente il valore degli immobili, anche a causa del calo della domanda in parte dovuto al credit crunch operato dalle banche, mentre le tasse continuano ad aumentare.
Testimonia questo trend anche la recente analisi dell’Ufficio Studi dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre (CGIA Mestre), che ha evidenziato, nell’arco temporale 2010-2014, una riduzione del valore di mercato delle abitazioni di tipo civile (categoria catastale A2) pari al 15% (da quasi 200.000 a poco meno di 170.000 euro), cui si è parallelamente accostato un aumento delle imposte ordinarie (cioè quelle generalmente versate da tutti i proprietari, come i rifiuti e la Tasi) del 104% (da 300 a 611 euro). L’incidenza delle imposte sul valore delle abitazioni è passata quindi dall’1,5 per mille al 3,6 per mille, con un incremento complessivo del 140 per cento.
Sorte simile per le abitazioni di tipo economico (categoria catastale A3), che hanno visto anch’esse ridursi il loro valore del 15% (da quasi 174.500 a poco più di 148.300 euro), mentre il peso fiscale è aumentato dell’88% (da 264 a 495 euro).
Il commento a questi dati è giunto dal segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi, il quale ha sottolineato la posizione paradossalmente scomoda in cui attualmente si trovano i proprietari di case. “Fino a qualche anno fa - ha detto Bortolussi - l’acquisto di una abitazione o di un immobile strumentale costituiva un investimento. Ora, chi possiede una casa o un capannone sta vivendo un incubo. Tra Imu, Tasi e Tari gli immobili sono sottoposti ad un carico fiscale ormai insopportabile”.
L’andamento generale, senza dubbio aggravato dalla crisi economica, risulta dunque penalizzante non solo per i cittadini ma per l’intero comparto casa, con gravi ripercussioni, è superfluo sottolinearlo, sulla nostra economia nel complesso.