Elezioni 2013 e Infrastrutture: all'Ance il secondo incontro con Mario Monti
Un "Addendum per l'Edilizia", come patto per la 17esima legislatura, è stato proposto dal presidente dell'Ance Paolo Buzzetti a Mario Monti

Roma, 21 febbraio 2013 - Molti i punti di convergenza tra il presidente dell’Associazione Paolo Buzzetti e il candidato leader per la lista civica Mario Monti, ma il Patto per la 17esima legislatura per rilanciare il settore delle costruzioni ieri all’Ance non è stato firmato. Del resto neppure Berlusconi una settimana fa lo aveva sottoscritto e forse, chissà, Bersani domani farà lo stesso.
Le consultazioni elettorali che il presidente Buzzetti sta organizzando in questi giorni con i leader delle principali forze politiche servono a illustrare lo tsunami che sta colpendo il settore e a proporre soluzioni attraverso la condivisione di un “Addendum per l'Edilizia” per rilanciare l’economia reale. In altre parole stabilire un quadro condiviso entro cui muoversi.
Come dimostrano i dati dell’Istat, ha ricordato ieri Buzzetti nella sede romana dell’Associazione, quella che stiamo vivendo è la più grave crisi dal dopoguerra ad oggi. “Sono trecentocinquantamila i posti di lavoro persi nel settore delle costruzioni - ha sottolineato Buzzetti - da inizio crisi, 550mila con l'indotto e un vero e proprio boom di fallimenti delle imprese edili, ormai vicino alla cifra record di 10mila, destinata ancora a crescere". Per il Presidente dell’Associazione il prossimo governo deve cambiare qualcosa con urgenza. “In Italia le imprese chiudono, anche gli osservatori internazionali – ha evidenziato Buzzetti - ci danno ragione, tutti dicono che l'edilizia deve ripartire e gli altri Paesi ci stanno già puntando''.
Quattro gli impegni proposti ai leader politici nell’ “Addendum per l'Edilizia” per consentire la ripresa del settore delle costruzioni: pagamento dei lavori eseguiti, accesso alla casa, investimenti sulla messa in sicurezza del territorio e delle scuole, immediata attuazione dei programmi infrastrutturali già approvati dal Cipe, riqualificazione delle città. Sempre per il rilancio delle politiche per l'edilizia, Buzzetti ha promesso che “se saranno sbloccati i 39 miliardi di fondi stanziati dallo Stato e mai spesi, si possono creare subito 660 mila posti di lavoro e investire anche risorse private''. Il senatore Monti ha a sua volta annunciato che ''prima della fine del Governo il Cipe dovrebbe approvare opere per un ulteriore impegno di risorse per 12 miliardi di euro''.
Un botta e risposta che però non fa venir meno le preoccupazioni dei costruttori. L’Ance ha sollecitato che siano svincolate le risorse stanziate dallo Stato e mai spese, ricordando che negli ultimi cinque anni sono stati annunciati sblocchi di risorse per l'edilizia e le infrastrutture da parte del Cipe per circa 200 miliardi di euro, ma ''meno del 10% di questi si sono veramente trasformati in cantieri''. Il patto di stabilità, secondo i dati dei costruttori, blocca nelle casse di Comuni e Province 13,3 miliardi. Di questi 4,7 miliardi sono pagamenti di lavori già eseguiti e 8,6 miliardi per nuovi lavori da avviare. Altri circa 30 miliardi sono fondi stanziati dal Cipe negli ultimi quattro anni, ma le gare non sono mai state bandite o sottoscritti i contratti con le imprese.
Il Senatore Monti , nel corso del suo intervento, ha ipotizzato un pagamento immediato dei primi 30 miliardi di debiti arretrati della PA e ha marcato la sua avversione al condono. Monti ha inoltre promesso di ridurre la spesa pubblica in ragione del 4% e questo, insieme alla lotta all'evasione e alla spending review, potrà permettere di ridurre la pressione fiscale del 2%, agendo sulle aliquote più basse dell'Irpef, eliminando dall'Irap il monte salari, fiscalizzando gli oneri fiscali e previdenziali per giovani e donne neoassunti, evitando di aumentare l'Iva. Tornare quindi all'economia reale per risolvere la crisi nata dalla finanza.