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Briciole di pane

Europa, le osservazione della Corte dei Conti europea sull'utilizzo dei Fondi

La spesa 2012 dell'Unione a fronte della richiesta italiana di usufruire della "clausola per investimenti"

Roma, 18 novembre ’13 – “Questa settimana segnerà un passo importante con la presentazione del piano di privatizzazioni", ha annunciato il presidente del Consiglio Enrico Letta durante il suo intervento di oggi al convegno sul futuro dell'Italia organizzato a Roma dal Financial Times. "Non possiamo mettere soldi nel congelatore", ha avvertito il premier. “Farlo creerebbe uno dei maggiori problemi di credibilità sulle capacità dell'Unione di raggiungere gli obiettivi di risanamento e rilancio che si è prefissata".

 

Molto si è detto, in questi giorni, sulla posizione italiana determinata a coniugare finalmente rigore e crescita, a dispetto del perdurare della crisi; ed è nota la posizione dell'Unione sulla possibilità che l'Italia utilizzi la clausola per gli investimenti, sforando il limite del 3% 

 

E la qualità della spesa europea? Come spende l'Unione e quanto? Il quadro contenuto nella Relazione annuale della Corte dei Conti europea invita a riflettere

 

La ECA ( Corte dei Conti europea) nella Relazione Annuale 2012 segnala che il 4.8% dei 138.6 bilioni di Euro del budget UE 2012 è stato impiegato in modo erroneo, misurando in tal modo, non la frode o gli sprechi quanto le risorse finanziarie che non si sarebbero dovute erogare perché non utilizzate in conformità della normativa vigente.

 

Gli errori tipici comprendono pagamenti per beneficiari o progetti non ammissibili, per l'acquisto di beni e servizi o per investimenti effettuati non applicando debitamente le norme in materia di appalti pubblici.

 

Secondo il Rapporto, il dato in esame ha continuato a crescere sino dal 2009 e la responsabilità non è attribuibile esclusivamente alla Commissione europea, essendo i beneficiari che vogliano essere ammessi ai finanziamenti europei, tenuti ad osservare sia regole europee che nazionali, le une e le altre specificamente volte a curare ed assicurare la rispondenza delle spese agli scopo individuate dal Consiglio e dal Parlamento europeo.

 

Come si legge nel documento, la gestione finanziaria condivisa di aree d’intervento ( es.la politica agricola e quella regionale) riguarda l’80% della spesa comunitaria.

 

Nella relazione è evidenziato che in molti dei casi di irregolarità esaminati,  gli Stati Membri erano già in possesso di informazioni utili ad identificare e correggere il problema prima di chiedere il rimborso alla Commissione.

 

Il tasso di errore , nelle aree di intervento comune della Commissione e degli Stati membri, si attesta intorno al 5.3%, per scendere , nelle aree di spesa gestite direttamente dalla Commissione  al 4.3%.

 

Con particolare riferimento al settore degli appalti pubblici, la Corte ha riscontrato gravi inosservanze della normativa di riferimento.

 

Tali errori costituiscono il 52 % del tasso di errore stimato dalla Corte, a fronte di un  valore contrattuale complessivo dei 247 appalti pubblici esaminati  stimato in 6,3 miliardi di euro.

 

Nel documento è posto in evidenza come la seconda tipologia di errori più frequente sia  costituita da pagamenti non ammissibili relativi a progetti per i quali non sono state rispettate le condizioni necessarie per parte del pagamento o per l’intero progetto ed incidono per il  28 % del tasso di errore stimato dalla Corte.

Aldo Scaramuccia

  Il sito della Corte dei Conti europea