Expo, dead line per fare le opere
Attese dei costruttori di Ance Lombardia
Milano, 14 aprile 2011 - Non c'è più tempo. Tre anni e mezzo all'Expo sono il minimo per realizzare le opere secondo i costruttori dell'Ance Lombardia guidati da Luigi Colombo. «Expo», ha affermato, «può essere un volano per le imprese. Il programma infrastrutturale prevede investimenti per 26.478 milioni di euro suddivisi tra opere essenziali e connesse, e opere necessarie per un importo di 11.446 milioni, che risultano però finanziate solo per il 28%. Inoltre, rimangono inattivati i fondi destinati a opere medio-piccole che vanno sbloccati». Il settore ne ha bisogno visto che non naviga in buone acque e che con i suoi investimenti costituisce il 7,4% del pil della regione. La Lombardia, secondo le stime Ance Lombardia, andrà meglio rispetto all'andamento nazionale. «La recessione nel quadriennio 2008-2011», si legge nel rapporto «porterà a perdite per gli investimenti in Lombardia pari al 14,7%, mentre in Italia la contrazione sarà del 17,8%». Buone prospettive, secondo Colombo, verranno anche dal piano di governo del territorio approvato dal comune di Milano perché, ha dichiarato, «permette molta elasticità di intervento soprattutto nelle aree dismesse, con molta flessibilità nelle possibilità di recupero e riqualificazione». Nonostante il prolungarsi della crisi in Lombardia, con la perdita di 46 mila posti di lavoro nel triennio 2008-2010, ci sono timidi segnali di ripresa, anche se il 2010 è stato un anno ancora nero, secondo i dati del quinto Rapporto congiunturale elaborato da Ance Lombardia, presentato ieri a Milano. Gli investimenti nel 2010 (23.453 mln di euro, 17% del totale nazionale), sono calati del 4,4% sul 2009, già ridotti del 9% sul 2008. Per il 2011, le previsioni indicano il rallentamento della discesa: -0,7% con l'avvicinarsi di Expo. «Da affrontare i problemi strutturali che hanno portato alla riduzione della domanda di edilizia privata e pubblica», ha affermato Colombo, «nel 2010 gli investimenti nel residenziale sono scesi del 5,4% (-26,3% in 4 anni) e le opere pubbliche dei 12,4% in quantità rispetto al 2009, con investimenti pari a 3.344 milioni di euro». Fra i nodi da sciogliere Colombo ha segnalato il calo degli stanziamenti statali per le infrastrutture (-34% nel biennio 2009-2011 da 17,1 mld a 12,6 mld), i vincoli alla spesa pubblica degli enti locali imposti dal patto di stabilità (in Lombardia -613 min nel 2011 e -772 min nel 2012) e i ritardi nei pagamenti da parte della P.a. oltre alla nuova stretta creditizia per gli stress test chiesti alle banche dalla Bce».