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Briciole di pane

Federveicoli, otto proposte per rilanciare il comparto

Un documento dell'Associazione delle industrie del settore contiene indicazioni operative per la ripresa della produzione e del mercato

Torino, 4 febbraio 2013 – La Federveicoli (la Federazione dell’industria veicolistica nata nel settembre 2009 dall’aggregazione dell’Associazione Nazionale Ciclo, Motociclo e Accessori, della Federazione Nazionale Costruttori Macchine per l’Agricoltura e dell’ANFIA l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), ha lanciato un suo programma di proposte per tentare di ridare fiato al comparto. Si tratta di idee che dovrebbero far riprendere la strada della crescita ad un settore che conta circa 780 aziende con un fatturato di 113 Miliardi di Euro  e circa 329.000 addetti.
“Il Programma che abbiamo redatto – spiega una nota -,  riassume alcune richieste che i nostri tre comparti industriali rivolgono al futuro Governo e al Parlamento: dal recepimento delle priorità suggerite dipendono il futuro delle nostre aziende e delle persone che vi lavorano, ma anche il futuro di una risorsa strategica per il nostro Paese: la mobilità in tutte le sue forme”.
Quanto occorre fare, stando ai produttori di macchine, è sintetizzato in otto punti.
Prima di tutto, secondo Federveicoli, “la ripresa del settore passa necessariamente attraverso il rilancio della domanda, da perseguire attraverso alcune misure specifiche: contenimento dei costi di possesso e di gestione dei veicoli  (in particolare l’abbattimento delle tariffe assicurative), e la riduzione programmata delle accise sui carburanti”. Ma  le imprese chiedono anche  iniziative di defiscalizzazione che consentano di portare in detrazione/deduzione alcuni costi di utilizzo dei veicoli e l’incentivazione dei veicoli a basso impatto ambientale.
In secondo luogo, una forte attenzione deve essere posta all’innovazione tecnologica vista come “determinante per il mantenimento della competitività delle industrie italiane in un mercato globale”. Approvata la Legge di stabilità, quindi, Federveicoli chiede di accelerare l’emanazione dei decreti attuativi allo scopo di rendere quanto prima operativa la misura oltre che di rendere strutturale la misura del credito d’imposta per la R&S.
Forte attenzione anche all’accesso al credito oltre che alla sostenibilità ambientale delle imprese che, però, deve essere aiutata. “E’ – viene spiegato - una sfida strategica dei nostri settori industriali. Ma per vincerla è necessario che i futuri provvedimenti tengano in considerazione la fattibilità tecnologica e progettuale delle misure introdotte. Occorre, inoltre, creare condizioni favorevoli allo sviluppo di veicoli ecologici e nuovi carburanti”.
Le imprese pongono anche attenzione alla questione degli incidenti stradali visti “non sono solo un problema etico”, ma anche dal punto di vista sociale ed economico. “A fronte di uno sforzo costante da parte dei produttori per accrescere gli standard di sicurezza dei veicoli – spiegano le aziende -, non si ravvisa un eguale impegno da parte della sfera pubblica.  Chiediamo – continua quindi la nota -, che vengano messe in sicurezza le infrastrutture stradali adeguandole agli standard europei. E’ inoltre necessario riprendere l’iter del progetto di riforma del codice stradale, intrapreso durante la scorsa legislatura ed ispirato a criteri di semplificazione della legislazione in materia. E’ necessario che i proventi delle sanzioni vengano destinati allo sviluppo della sicurezza di veicoli e infrastrutture. Serve, infine, un sistema unitario di rilevazione statistica, che consenta di approfondire la conoscenza sulle circostanze degli incidenti fornendo informazioni preziose in un’ottica di riduzione delle vittime e di contenimento dei costi assicurativi”.
Federveicoli pone l’accento anche sulla mobilità urbana che “rappresenta il principale ambito di sviluppo per il futuro dei trasporti”. Per questo viene richiesta una regolamentazione dell’accesso ai centri urbani dei veicoli per il trasporto merci e passeggeri “unitaria e armonizzata” sul piano nazionale, l’introduzione dei sistemi ITS  per la gestione intelligente del traffico, lo sviluppo dell’intermodalità e il potenziamento di modi di trasporto integrativi al trasporto pubblico come la mobilità ciclistica e l’adozione di servizi di trasporto flessibili (car sharing, bike sharing), la promozione della mobilità su due ruote attraverso infrastrutture e servizi dedicati (piste ciclabili protette, possibilità di accesso alle corsie riservate ai mezzi pubblici, parcheggi riservati, ecc.).
Oltre che su quello dei carburanti, le industrie del settore puntano il dito anche sul costo dell’energia elettrica come un ulteriore fattore che “contribuisce ad indebolire la competitività delle nostre industrie rispetto ai competitor stranieri (stimiamo una perdita di competitività nell’ordine dell’1,5-2% del margine operativo lordo imputabile ad un discostamento del 40% rispetto al costo medio dell’energia nei paesi UE)”. Da qui la richiesta di una riduzione di almeno l’80% della componente A3 per le imprese ad alta intensità di energia, come quelle dei settori rappresentati da Federveicoli.
Infine, l’Associazione guarda anche alle strategie di internazionalizzazione e quindi alla necessità di “promuovere strumenti legislativi che favoriscano la creazione di reti d’impresa in un’ottica di internazionalizzazione e che consentano alle imprese del settore e, in  particolare alla componentistica, di competere sul mercato globale”.

Andrea Zaghi