Filiera italiana dell'autoveicolo in sofferenza
Calano fatturato ed export. Ma il comparto punta su qualità e mercati esteri
Roma, 9 luglio 2013 - La filiera italiana dell’autoveicolo ha perso nel 2012 il 9,2% in termini di fatturato, e per la prima volta in assoluto diminuisce anche l’export (-5,2%). Sono due dati salienti che emergono dalla nuova edizione del rapporto dell’Osservatorio sulla filiera autoveicolare italiana realizzata dalla Camera di commercio di Torino, in collaborazione con l’ANFIA - Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, la Camera di commercio di Chieti e la Camera di commercio di Modena.
Secondo la ricerca, nel mondo crescono le immatricolazioni (+5% rispetto al 2011) e la produzione di autoveicoli (+5,3%). L’Europa a 27 tuttavia non aggancia l’espansione del mercato globale: per il quinto anno consecutivo, infatti, calano le vendite (-8,4%) per quasi tutti i maggiori costruttori e scende anche la produzione (-7,3%). Stando alle rilevazioni dell’Osservatorio, poi i componentisti italiani sono 2.427, con 166mila addetti: il Piemonte ospita 872 imprese e 90mila addetti. La filiera fattura complessivamente quasi 38 miliardi di euro, di cui poco meno di 18 in Piemonte (il 47%).
Come si è detto sopra, dopo un 2011 in cui si era registrata una crescita dei ricavi, nel 2012 la filiera nazionale ha subito una contrazione dei fatturati del -9,2%. E, dopo il record dello scorso anno (19 miliardi di euro), le esportazioni di parti e componenti si sono assestate a 18,1 miliardi con un calo del 5,3%.
Ma come potrà essere, invece, il 2013?
Stando ad Anfia nel primo trimestre del 2013 si intravede qualche timido segnale positivo o per lo meno di tenuta. Le esportazioni nazionali di autoveicoli, componenti e carrozzerie sono stabili rispetto allo stesso periodo del 2012. tutto mentre la produzione nazionale segna un'altra flessione (-7,8%), risultato di due mesi di crescita (gennaio e marzo) e di febbraio in calo (-27,5%).
L’indagine, curata da Step Ricerche, si basa su interviste ai principali operatori, su focus group organizzati presso le diverse realtà locali e sulle risposte a un questionario di 25 domande da parte di 791 imprese della filiera autoveicolare nazionale, fornite nel mese di maggio 2013. Le risposte degli imprenditori sono state incrociate con i dati di bilancio per dare una misura dei fenomeni in corso nel settore nazionale e confrontarli con quanto sta avvenendo nel contesto internazionale.
“Dopo due anni consecutivi in crescita, il 2012 ha segnato un’inversione di rotta per il comparto della componentistica – ha commentato Mauro Ferrari, Presidente del Gruppo Componenti ANFIA – con una riduzione del fatturato del 9,2% a causa della contrazione del mercato e della produzione nazionale (-19,8% per le vendite e -18,3% per la produzione di autovetture in Italia) e anche della flessione dell’export, pari al -5,3% rispetto al 2011, quando si erano superati i livelli pre-crisi. Grazie al calo delle importazioni (-10%), la bilancia commerciale si è mantenuta positiva per 7,4 miliardi: record di sempre, a conferma della vivacità di un settore di punta, tecnologicamente avanzato e di per sé competitivo, nonostante si trovi ad operare in un Sistema Paese con un grave gap di competitività rispetto agli altri mercati europei, del tutto incompatibile con la ripresa dalla crisi, ancora prima del vero e proprio sviluppo.
Per garantire la sopravvivenza e la crescita del comparto nei prossimi decenni – ha concluso Ferrari – è indispensabile continuare a puntare su creatività e innovazione di prodotto e di processo, sull’aggregazione delle imprese, perché un tessuto imprenditoriale costituito in gran parte da PMI abbia una struttura adeguata ad affrontare i mercati internazionali, e sull’internazionalizzazione come opportunità sia sul fronte dell’export, sia su quello della localizzazione nei mercati ad alta crescita”.