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Briciole di pane

Flessibilità Ue, per l'Italia 12-14 miliardi in due anni

Prioritario spendere il co-finanziamento sui fondi strutturali e quello sulle Reti Ten

Roma, 8 luglio 2013 – Quanto vale per l'Italia la «deviazione temporanea» concessa della Commissione Ue (si veda la lettera di Olli Rehn, sul nostro sito)? «Se ci basiamo - ha spiegato il ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero - sulle previsioni di un rapporto deficit-Pil per il 2014 pari al 2,3-2,4%, rispetto al tetto del 3% potremo contare su un margine per investimenti dello 0,5-0,6% del Pil. È una spesa aggiuntiva di 7-8 miliardi di euro».

Per sfruttare questa flessibilità il primo obiettivo dell'Italia sarà spendere nel 2014 tutti i 4,6 miliardi di co-finanziamento nazionale dei programmi europei la cui spesa è appunto prevista per il prossimo anno.
È infatti questo, il co-finanziamento dei fondi strutturali (in gran parte al Sud) il fronte più concreto e immediato fra quelli citati dal presidente Barroso e dal Commissario Rehn come utilizzabili per la «deviazione temporanea» dagli obiettivi di medio termine di risanamento dei conti pubblici fissati dalla Commissione.
LE RETI DI TRASPORTO TEN-T
L'altro fronte di spesa utilizzabile sono i cantieri delle reti di trasporto Ten-T. Capitolo su cui l'Italia potrebbe avere più difficoltà a contabilizzare spese effettive nei prossimi due anni, visto soprattutto il ritardo sulla Torino-Lione.
Non saranno infatti tutti gli investimenti sulle reti Ten-T a poter beneficiare della deroga al Fiscal Compact, ma solo quelli co-finanziati dall'Europa. I nuovi progetti 2014-2020 saranno decisi dalla Commissione solo nel 2014, dunque per il prossimo anno l'Italia può ragionare solo su quelli finanziati dalla Ue nel 2007 per il periodo 2007-2013. Si tratta in gran parte di due opere ferroviarie, la Torino-Lione e il tunnel del Brennero, su cui il co-finanziamento nazionale previsto sul 2007-2013 (e praticamente tutto non speso), ammontava a due miliardi di euro.
Il problema è che probabilmente l'Italia non riuscirà a spenderlo. Il Brennero è messo abbastanza bene, e l'Italia dovrebbe riuscire a cantierare entro il 2014 lavori per 1,1 miliardi di euro, ma sulla Torino-Lione il progetto è di fatto fermo al cunicolo pilota da 143 milioni, mentre per l'avvio del cantiere principale la spesa effettiva è prevedibile non prima del 2015, tant'è che il Decreto del fare (69/2013) ha appena tolto alla Torino-Lione finanziamenti sul 2014-2015 per 354 milioni, spostandoli su opere a più immediata cantierabilità.
I FONDI STRUTTURALI (FESR E FSE)
Sui programmi Fesr e Fse l'obiettivo più immediato per l'Italia è spendere l'intera cifra prevista nel 2007-2013, entro il termine del 31 dicembre 2015. Su una spesa totale prevista in 49,9 miliardi di euro, al 30 maggio scorso la spesa effettiva era arrivata solo a 19,8 miliardi, il 40% del totale. In due anni e mezzo, per non perdere co-finanziamenti europei, i Ministeri e le Regioni coinvolte dovranno spendere 29,7 miliardi, di cui circa 11,5 miliardi di co-finanziamento nazionale.
Per quest'anno la deroga al Patto di stabilità era già stata in gran parte strappata alla Commissione Ue con il Dl Salva-Italia del dicembre 2011 (un miliardo di euro all'anno nel 2013-2015) e per ulteriori 800 milioni dal Dl Pagamenti (35/2013). La partita si sposta dunque al 2014, quando l'obiettivo di spesa sui programmi Ue italiani è di 10,5 miliardi, di cui 4,6 di co-finanziamento (un miliardo giù esentato dal Salva-Italia). E sul 2015, quando l'obiettivo totale sale a 13,5 miliardi, di cui 5,1 di co-finanziamento.
Obiettivi tutt'altro che facili, tant'è che il Ministro Trigilia ha in corso serrate trattative in queste settimane con le Regioni per riprogrammare circa tre miliardi di euro di interventi.
 

Alessandro Arona (Il Sole 24 Ore Edilizia e Territorio)