Fondi strutturali, alle Regioni una quota di 38-41 miliardi
Prima base di accordo Stato-Enti territoriali
Roma, 21 ottobre 2013 - L’intesa sulla "spartizione" e destinazione dei fondi europei della programmazione 2014-2020 è ancora lontana. Il confronto - ancora in corso - si svolge su due livelli. Il primo vede di fronte Governo e Regioni. Il secondo livello coinvolge più direttamente le Regioni, e verte sulla ripartizione delle risorse tra le aree del Nord e aree del Mezzogiorno.
LA PROGRAMMAZIONE 2014-20
Circa il primo punto, il nodo sta nella ripartizione dei fondi strutturali: tra la quota di gestione diretta da parte dello Stato e la quota da affidare alla gestione delle agenzie regionali. Secondo indiscrezioni, una prima base di intesa verterebbe su una ripartizione che va da un minimo di 14 a un massimo di 17 miliardi per lo Stato, lasciando alle Regioni una quota che, di conseguenza, oscillerebbe tra i 41 e i 38 miliardi. La "torta" è infatti di circa 55 miliardi, incluso in cofinanziamento nazionale.
In una nota diffusa la scorsa settimana, il Governo ha riferito che, relativamente al periodo 2014-2020, in base agli stessi principi della precedente programmazione, alle Regioni è complessivamente destinata una quota «di circa 30 miliardi di euro, di cui 7 per le regioni più sviluppate, 1 per le regioni di transizione e 20 per le regioni meno sviluppate».
In base alle prime simulazioni effettuate dal Dipartimento per le politiche di sviluppo sul totale dei fondi strutturali, tali risorse verrebbero indirizzate a capitoli diversi da quelli delle infrastrutture: 26.419 milioni (46,8%) andrebbero a quattro obiettivi dell'innovazione tecnologica, del digital divide, del sostegno alle Pmi e della riconversione dell'economia verso la sostenibilità; 19.068 milioni (33,8%) ai tre obiettivi che promuovono l'occupazione, combattono la povertà, finanziano investimenti in formazione; 7.906 milioni (14%) alla tutela ambientale, alla prevenzione dei rischi ambientali e alla promozione di sistemi di trasporto sostenibili; 977 milioni (1,7%) all'efficientamento della pubblica amministrazione; 2.044 milioni (3,6%), infine, vanno all'assistenza tecnica.
Sulle infrastrutture, la scelta del Governo è quella di utilizzare il Fondo sviluppo e coesione (l'ex Fas). «La programmazione 2014-20 - si legge infatti nella nota del Governo diffusa il 16 ottobre - opera una prima grande scelta innovativa rispetto alle esperienze precedenti di utilizzo dei fondi: quella di specializzare il Fondo sviluppo e coesione nel finanziamento delle grandi opere infrastrutturali, in particolare nel campo dei trasporti e dell'ambiente. Ciò consente di poter disporre di una tempistica di spesa più adatta a realizzazioni grandi e complesse sotto il profilo amministrativo e tecnico. Inoltre, permette di non vincolarsi alle scadenze che riguardano i fondi strutturali di solito difficilmente compatibili con la durata dei processi di realizzazione delle opere infrastrutturali».
FONDI 2007-13 A PIANO CITTÀ E SCUOLE
Tra gli interventi di riprogrammazione relativi alle regioni dell'obiettivo convergenza (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), il ministro per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia, ha riferito in Senato che i finanziamenti riguarderanno «interventi per l'efficientamento energetico degli edifici scolastici» e «progetti immediatamente cantierabili del piano città», oltre al Fondo di garanzia per le Pmi.