Fondi strutturali europei, un'opportunità per migliorare la mobilità
Il potenziamento delle infrastrutture accresce la competitività del Paese
Roma, 10 dicembre 2014 - È sempre, o quasi, un problema di risorse economiche. Perché i progetti d’intervento sono tanti, ma servono finanziamenti adeguati per calarli nel territorio. Proprio per questo, riferendoci alle infrastrutture, i fondi strutturali europei 2014-2020 possono rappresentare un’occasione per incidere sulla mobilità degli italiani.
In ballo ci sono circa 44 miliardi. Del loro possibile utilizzo si è parlato nel corso del convegno, organizzato nei giorni scorsi a Roma da “TTS Italia” sul tema: “Gli ITS nella programmazione 2014-2020”. Rossella Panero, presidente di “TTS Italia”, ha rammentato che “… l’Italia ha approvato il Piano d’Azione ITS (Intelligent Transport Systems, ndr) Nazionale che, di fatto ad oggi, non ha visto ancora la definizione di strumenti di attuazione per alcune aree prioritarie, come richiesto dalla Commissione Europea. L’attuazione del Piano con gli investimenti minimi che richiede, potrebbe rappresentare una grande occasione di crescita e di “spending review” per l’intero settore dei trasporti”.
Il “via libera” di Bruxelles al piano d’investimenti è, quindi, un’opportunità da cogliere. Si potranno migliorare e potenziare le infrastrutture, assicurare una maggiore sicurezza stradale e altro ancora. Com’è stato detto in più occasioni, anche in qualificate sedi istituzionali, rimettere al centro dell’agenda politica le tematiche legate alla mobilità può innescare un meccanismo virtuoso di crescita del Paese in quanto, come noto, un migliore sistema di collegamenti (stradali, aeroportuali, portuali) aumenta le perfomance del Belpaese e ha positive ricadute, tra l’altro, oltre che sul Pil pure sull’ambiente.
L’Italia, d’altronde, è uno dei Paesi Europei a più alta densità di traffico interno che si distribuisce in maniera non uniforme lungo una rete di trasporti che conta circa 254.700 km di strade (statali, regionali, provinciali e comunali), una rete autostradale di 6.668 km (di cui 5.724,4 km a pedaggio), una rete ferroviaria di 20.392 km, 290 porti e 44 aeroporti certificati Enac. Nelle aree urbane e metropolitane, dove si concentra più del 60% della popolazione, si svolge oltre il 70% delle attività produttive e transita il 70% dei veicoli. Il pendolarismo verso le sedi di lavoro, comporta, sempre di più, la congestione delle vie di accesso ai centri urbani. Criticità sulle quali bisogna intervenire puntando su uno sviluppo sostenibile della mobilità e potenziando la logistica.