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Briciole di pane

Fondi Ue, più investimenti nel 2013

Barca rivede verso l'alto di 1,1 miliardi i target, ma la spesa è ferma nei primi due mesi dell'anno

Roma, 9 aprile 2013 – La spesa di fondi europei si è di nuovo bloccata nel primo bimestre del 2013 dopo lo sprint straordinario dell'ultima parte del 2012, ma il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, torna alla carica chiedendo alle regioni del Mezzogiorno maggiormente in ritardo un'accelerazione di spesa più ambiziosa per quest'anno e il prossimo, dopo aver ottenuto la sterilizzazione del patto di stabilità interno per altri 800 milioni di cofinanziamenti nel decreto legge pagamenti appena varato dal Governo.

Barca ha infatti deciso di innalzare i target di spesa 2013-2014 per le quattro Regioni «convergenza» (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia): l'incremento è di 1.088 milioni (da 3.829 a 4.917 milioni) nel 2013 e di 1.158 milioni (da 6.636 a 7.794 milioni) nel 2014. In tutto oltre 2,2 miliardi anticipati per evitare l'accentramento della spesa residua della programmazione 2007-2013 nel 2015, ultimo anno utile per la rendicontazione a Bruxelles delle spese finanziate dalle risorse comunitarie.

È questo il perno di una doppia strategia: da una parte si garantiscono alle amministrazioni locali meno vincoli per gli investimenti con il totale di spesa svincolato dal patto di stabilità interno che sale da 1 a 1,8 miliardi per il 2013; dall'altra, Barca usa questi margini di flessibilità per impegnare le Regioni a un'ulteriore accelerazione degli investimenti. A questo "scambio" hanno aderito anche i Governatori interessati.

I dati di inizio anno, però, preoccupano. E preoccupa il costume di accelerare la spesa solo nella parte finale dell'anno. A gennaio e febbraio le amministrazioni hanno contabilizzato soltanto 50 milioni di spesa, pari a uno 0,1% di avanzamento rispetto ai 18.344 milioni contabilizzati complessivamente a fine 2012.
Una battuta d'arresto che in parte è dovuta a un rallentamento fisiologico per la prima parte dell'anno, ma in parte – dicono le Regioni – nasce proprio dalle preoccupazioni delle amministrazioni locali per i vincoli sempre più stringenti del patto di stabilità. Un arresto che tuttavia conferma come sia necessario non abbassare la guardia perché i buoni risultati del 2012 non si ripeteranno se non ci sarà la stessa spinta nel perseguire il risultato.

Le due ultime novità nella politica della coesione territoriale sono all'interno del rapporto di fine mandato presentato ieri dal ministro Barca come bilancio del lavoro svolto nei sedici mesi di impegno ministeriale. L'attenzione principale va ovviamente allo sforzo compiuto per rimettere in carreggiata la macchina della spesa dei fondi europei, che l'anno scorso ha raggiunto a livello nazionale i 18,3 miliardi con un valore medio del 37% rispetto alla spesa programmata, con un 45,4% nelle regioni più sviluppate e 33,2% in quelle meno sviluppate.
Ma nel rapporto riferimenti vanno pure all'efficientamento dell'azione del Cipe, alla ricostruzione nel cratere dell'Aquila, allo sblocco delle ultime risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (l'ex Fas).

Nel capitolo dei fondi Ue, oltre all'accelerazione della spesa che ha consentito nel 2012 di portare al traguardo 51 programmi su 52 evitando il taglio delle risorse ad opera di Bruxelles, ci sono anche la riprogrammazione straordinaria di 11,9 miliardi di vecchi fondi con il «Piano azione coesione» approvato nel novembre 2011 e l'avvio della programmazione 2014-2020 con l'individuazione di sette innovazioni e tre indirizzi strategici. «Il mio mandato è in corso – spiega il ministro – ma ho ritenuto doveroso rendere pubblici i principali risultati del mio mandato ad oggi. Per trarne lezioni, per motivare la traccia».

G. Sa. (Il Sole 24Ore)