Fs Italiane: Riparte il trasporto ferroviario locale
Uno studio indica i vantaggi mentre FS prevede nuovi investimenti nel Piano industriale 2019-20223

Alta velocità certamente, ma anche un’attenzione maggiore alla ferrovie regionali. E’ quanto contenuto nei programmi di ferrovie dello Stato e più precisamente nel Piano industriale 2019-2023. E a “provare” la bontà della scelta che alcuni hanno già definito “glocal”, è uno studio condotto in tandem da FS e da The European House Ambrosetti su sei regioni campione e presentato a porte chiuse a Cernobbio (ma ripreso poi da Corriere Economia). Stando ai calcoli effettuati, il potenziamento del trasporto ferrovierio locale potrebbe condurre ad una crescita del Pil fra l’1,7 e il 2,1% nei prossimi cinque anni, oltre che a nuovi posti di lavoro calcolati fra i 350mila e 540mila in più in tutto il settore. Effetti positivi anche sul fronte della spesa turistica che potrebbe salire di 1,2 miliardi mentre i risparmi (determinati fra l’altro dai benefici ambientali), arriverebbero ad altri 1,2 miliardi circa.
Sulla prospettiva “regionale” del trasporto ferroviario FS comunque ci crede che, per bocca del suo Ad, Gianfranco Battisti, ha spiegato come nel Piano siano previsti investimenti per sei miliardi di euro per 239 treni regionali con l’obiettivo di dimezzare l’età media dei convogli a meno di dieci anni. Ed è proprio di un “cambio di paradigma” quello di cui ha parlato il vertice di FS che ha aggiunto come “un trasporto regionale efficace è anche un dovere civile”. Due, però, le condizioni indicate da FS per arrivare ad un traguardo di questo genere.
Prima di tutto, una crescita degli investimenti da parte dello Stato ma anche da parte delle Regioni. Poi lo studio di un sistema di tariffe basato sul motivo del viaggio e sull’orario dello stesso (pensando magari anche ad un sistema di “biglietti multimodali”). Tutto, infatti, deve tenere conto degli aspetti finanziari che lo stesso Battisti ha spiegato affermando che la quota dello Stato destinata alle regioni è diminuita e che queste non hanno un comportamento uniforme. Solo 3 regioni su 21 destinano – dice fra l’altro la ricerca -, più dell’1% del bilancio al trasporto ferroviario. La stessa ricerca, infine, evidenzia come comunque il trasporto sia “attrattivo” e come vi siano spazi per l’avvio di investimenti pubblico-privati.