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Briciole di pane

Fs, liberalizzare fa bene. Elia: "Investimenti per 6 miliardi l'anno, con l'indotto si arriva all'1% del pil"

Anche sul tpl, puntare alla completa liberalizzazione

Roma, 23 settembre 2014 – Liberalizzazione e concorrenza sulle infrastrutture ferroviarie e nel servizio di trasporto sono stati i temi al centro dell’intervento in un forum con il Sole 24 Ore di Michele Elia, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, che ha affermato: "La liberalizzazione a noi ha fatto bene", sottolineando come migliorare un servizio per stare al confronto con i competitors significhi aumentare la qualità e diventare più competitivi.

"L'intervento di Ntv per noi e' stato positivissimo - ha detto Elia -. Da quando e' entrata Ntv, noi abbiamo fatto un lavoro incredibile sui treni. E' cosi' che Trenitalia ha vinto il premio in Europa come miglior servizio sull'alta velocità".

 

Per l’Amministratore delegato di Fs anche sul trasporto locale bisogna mirare alla completa liberalizzazione. Con una premessa: "prima di fare le gare dobbiamo risolvere alcuni problemi - ha proseguito l’Ad -: il materiale rotabile, le clausole contrattuali, le clausole sociali, cioe' tutto questo mondo che ha bisogno di partire. Se si partisse oggi prima di tre anni e mezzo non ci sarebbe una sola nuova impresa a fare questo tipo di servizio".

Elia ha quindi ricordato che Fs in "Emilia Romagna sta andando in gara in questi giorni: per tutto il bacino fa una gara che dura sedici anni, piu' altri cinque, una cosa enorme".

 

Liberalizzazione per il Tpl ancora non completa nemmeno in Europa: "in Germania, dove siamo impegnati con la società Netinera (che ha 4mila persone) su quattro Lander, fanno le gare ma le aree forti, le aree metropolitane le danno a Deutsche Bahn. Per il rapporto con gli altri competitor europei - che nel settore merci sono venuti in Italia a fare servizio avendo piu' disponibilita' finanziarie di Trenitalia - bisogna avere la reciprocita'. Tu vieni da me, io posso venire da te".

 

 

La privatizzazione di Fs

Per la privatizzazione del gruppo "si sta lavorando - ha sottolineato Elia -. Io sono contrario alla separazione proprietaria tra Rete e impresa ferroviaria, quindi il gruppo secondo me va visto nella sua interezza. Perche' separare una parte? Potresti solo separare una parte buona, ma cosa rimane poi? Poi all'interno tra i business ci deve essere chiarezza e trasparenza. Su questo comunque e' l'azionista che decide, noi possiamo solo essere strumento dell'azionista".

"Standard & Poor's la settimana scorsa ci ha confermato il rating, migliorando il nostro profilo di credito stand alone di un gradino - ha proseguito l'Ad -. Ha spiegato che un Ebitda come il nostro, di due miliardi, in Europa non ce l'ha nessuno. Sncf e DB se lo sognano, stanno all'8-10%, noi al 23%. E quello di quest'anno migliora".

E "nel piano d'impresa prevediamo di chiudere al 2017 con una riduzione del debito di 700-800 milioni. Sara' poco ma e' significativo. Abbiamo anche un po' di crediti con le Regioni", ha aggiunto, spiegando che il debito complessivo delle Regioni "e' di 1,2 miliardi circa su un valore dei contratti di 2,5 miliardi l'anno".

 

Il piano industriale al 2017

"Nel piano industriale 2014-2017 abbiamo programmato investimenti per 25 miliardi, oltre 6 miliardi l'anno. Di questi 9 sono in totale autofinanziamento, 6 per Trenitalia, tre per Rfi. Anche con lo Sblocca Italia stanno arrivando fondi per l'alta velocita' Torino-Venezia, il Brennero, il terzo valico - ha spiegato inoltre Elia -. Sono quasi mezzo punto del Pil italiano con i soli investimenti, che diventano quasi un punto, fra 0,8% e 1%, se consideriamo anche l'attivita' di trasporto e di servizio che svolgiamo e l'indotto che attiviamo".

Secondo l'amministratore delegato di Fs "oggi ci sono troppi riferimenti, troppa frammentazione. Mi ricordo un verbale di accordo per l'esecuzione di un lavoro con 60 firme, ce l'ho ancora. Con 60 firme e' chiaro che non ne esci perche' significa 60 persone, 60 uffici, 60 procedure. Troppi riferimenti, questo e' il problema: se fossero concentrati in un numero ridotto si sarebbe avvantaggiati - ha proseguito -. La figura del commissario alla fine cerca di fare una sintesi, ma avra' gli stessi obblighi, cerchera' di fare, di spingere di dire va bene, decido comunque. Noi ci crediamo, nelle infrastrutture. Anche l'anno scorso c'erano soldi da spendere in Europa, ho detto 'dateli a noi che li spendiamo'. Li abbiamo appaltati tutti".

Manuela Zucchini