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Briciole di pane

Fs si libera di terreni e immobili

In rampa di lancio il programma per la valorizzazione di aree per 5,5 milioni di metri quadrati

Roma, 16 novembre 2011 – Le Fs spingono l'acceleratore sulla valorizzazione delle aree non più strumentali all'esercizio ferroviario. Un'operazione che rientra tra gli obiettivi strategici del business plan 2011-2015, presentato al mercato nel giugno scorso. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza il gruppo guidato dall' amministratore delegato Mauro Moretti è pronto a portare sul mercato un immenso patrimonio immobiliare, dalla superficie complessiva di oltre 5,5 milioni di metri quadrati. Si tratta di proprietà, terreni industriali e agricoli, aree residenziali, fabbricati e impianti produttivi per un totale di 366 cespiti, sparsi un po' ovunque in Italia, dalle grandi città come Roma, Milano, Torino, Genova e Napoli, ad alcuni luoghi di sicuro interesse turistico: Rapallo, Chiavari, Capalbio.

Nella maggior parte dei casi sono ampie aree da valorizzare, sulla falsariga dell'operazione recentemente conclusa con la Bnl per i terreni adiacenti al nuovo scalo ad alta velocità di Roma Tiburtina. In questo caso, come per la maggior parte delle aree che finiranno a breve sul mercato, si trattava di sfruttare terreni non più necessari alle attività ferroviarie, ben posizionati all'interno della città e la cui appetibilità era accentuata dall'ubicazione nei pressi di una moderna struttura, come la nuova stazione Tiburtina firmata dall'archistar Zaha Hadid. Certo i terreni venduti alla banca guidata da Fabio Gallia presentano caratteristiche peculiari, a cominciare dall'ampiezza (ben 7.300 metri quadrati), passando per il fatto che si trovano vicini a una delle stazioni più avveniristiche d'Italia. Ma il prezzo di vendita di 70 milioni di euro (la metà dell'investimento richiesto per Tiburtina) fa sembrare irrisorio il valore di 165 milioni di euro a cui Fs ha iscritto in bilancio i suoi 5,5 milioni di metri quadrati di terreni e fabbricati. E chissà che almeno con lo scalo di Milano Rogoredo, che diventerà sempre più importante per l'alta velocità del capoluogo meneghino, non si possa tentare di bissare l'operazione Tiburtina. Ovviamente non tutte le aree potranno essere valorizzate a quei prezzi, ma secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza anche per questi asset le Fs sarebbero intenzionate a utilizzare lo strumento delle aste al rialzo, come per lo scalo romano. Ma più nello specifico, cosa c'è in questo sterminato patrimonio immobiliare?

Gli asset possono essere divisi in quattro categorie. La prima riguarda aree di ridotta estensione (collocate nei comuni di Bellisio, Roseto degli Abruzzi, Incisa, Finale Ligure, Milazzo e Torino) che non necessitano di attività di sviluppo urbanistico; la seconda è relativa a proprietà (aree e fabbricati) a Roma, Torino, Milano, Bologna, Genova, Napoli, Foggia, Ferrara, Modena, Cremona e Palermo, con potenzialità per eventuali operazioni di sviluppo immobiliare in contesti urbani (come nel caso di Tiburtina). La terza categoria di beni racchiude invece porzioni di impianti, aree e stabilimenti a destinazione ferroviaria (dislocati a Piacenza, Lucca, Genova, Pavia, Milano, Pomezia, Pordenone, Trieste e Treviso), che potrebbero trovare ancora una destinazione d'uso di tipo industriale. Infine, la quarta tipologia riguarda aree inserite in contesti urbani (le stazioni ferroviarie di Palermo Centrale, Roma Ostiense, Roma Tuscolana, Gallarate e il compendio legato al progetto piemontese Movicentro) destinati a servizi per la città.

A vendere gli asset sarà la capogruppo Fs, che ne entrerà in possesso al perfezionamento della prevista scissione parziale da parte di Rete Ferroviaria Italiana a favore della holding. I primi bandi potrebbero arrivare già nei prossimi mesi, sebbene molto dipenderà anche da valutazioni di opportunità legate alle condizioni del mercato immobiliare.

Luisa Leone e Andrea Montanari (fonte: Milano Finanza)