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Briciole di pane

Gare a rischio per il 90% degli incarichi

Al Senato la norma che alza la soglia a 193mila euro

Milano, 28 marzo 2011 - Architetti e società di ingegneria sono già sul piede di guerra. La norma che innalza da 100mila a 193mila euro la soglia di importo minima per l'obbligo di gara per i servizi di progettazione rischia di cancellare con un tratto di penna il 90% del già fiacco mercato dei servizi di ingegneria e architettura. La novità è contenuta nel disegno di legge per le Pmi, meglio conosciuto come Statuto delle imprese, approvato in prima lettura alla Camera e passato ora all'esame del Senato. La norma cancella la soglia di 100mila euro come limite massimo per la trattativa privata, portandola a 125mila euro per gli incarichi promossi dalle amministrazioni centrali dello Stato (una fetta marginale della domanda pubblica di ingegneria e architettura) e a 193mila euro per i servizi richiesti dalle amministrazioni territoriali, vale a dire Regioni, Province e soprattutto, Comuni. Una scelta che rischia di rendere non contendibile e dunque meno trasparente la fetta più consistente del settore della progettazione. Basta dare un'occhiata ai dati pubblicati in queste pagine per rendersene conto. Secondo il Cresme nel 2010 sono stati pubblicati 3.395 bandi di gara per servizi professionali, al netto di concorsi di progettazione e avvisi per la formazione degli albi per i mini-incarichi. Solo 345 bandi, vale a dire il 10,2% del totale, hanno riguardato progetti o servizi di importo superiore a 200mila euro. Come dire che l'89,8% del mercato di ingegneria riguarda servizi di importo inferiore alla soglia indicata dalla norma in discussione al Senato. Già ora, secondo i dati Cresme, accade che oltre due terzi della da manda pubblica di ingegneria e architettura venga soddisfatta attraverso incarichi di importo inferiore a 100mila euro (68,3% del totale) e quindi potenzialmente affidabili dai responsabili del procedimento con formule semplificate previa consultazione di cinque professionisti. Con le nuove soglie, lo spazio per la trattativa privata guadagnerebbe quasi un altro 10% di un mercato che nei primi due mesi dell'anno è risultato dimezzato rispetto al 2010 (importi in calo del 49,1% a 61,6 milioni) e dilaniato da una guerra dei prezzi che ha portato il ribasso medio offerto in gara alla quota record del 41,2% (dati Oice). «Giusto semplificare, ma senza alzare le soglie altrimenti scompare il mercato - commenta Braccio Oddi Baglioni, presidente dell'Oice -. Forse sarebbe giusto individuare una soglia unica, 100mila euro mi sembra una cifra corretta, 200mila è troppo. Piuttosto bisognerebbe innovare il modo di effettuare le gare soprasoglia. Noi proponiamo di adottare il modello in uso alla Banca Mondiale: bando aperto a tutti e poi short-list con 5-10 ammessi alla fase finale. In questo modo si ottiene anche l'effetto di poter contare su offerte migliori da parte dei candidati perché motivati da una possibilità concreta di ottenere l'incarico e non dall'idea di partecipare a un terno al lotto come capita nelle gare attuali affollate di progettisti disposti a tutto per sostenere il fatturato». Annunciano battaglia anche gli architetti per voce del consigliere nazionale Paolo Pisciotta. «Sono rimasto allibito quando ho visto la norma — attacca Pisciotta —. Il rischio è di avere un mercato della progettazione che non tiene più conto dei principi europei a garanzia di trasparenza e concorrenza. Soprattutto non vorremmo che in questo modo si pensasse di aggirare l'obbligo previsto dal regolamento degli appalti di tenere conto anche della qualità degli incarichi e non solo dei ribassi. Se l'idea è di allargare la fetta del mercato affidabile a trattativa privata per trattare con i professionisti solo sul prezzo ci opporreremo con ogni mezzo».

Mauro Salerno (Fonte: Il Sole 24 Ore - Progetti e Concorsi)