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Briciole di pane

Governo: nel Def e nel Piano riforme, infrastrutture al primo posto

Ecco le prime anticipazioni sul testo del Documento di economia e finanza e sul Piano nazionale delle Riforme

Roma, 18 aprile 2012 - Tra le cose "da fare" per tornare a crescere e "per risolvere ritardi accumulati negli anni e debolezze radicate" ci sono gli investimenti in infrastrutture. Il potenziamento della rete dei trasporti materiali e immateriali è uno dei pallini del presidente del Consiglio e ministro dell'Economia Mario Monti, che ne ha parlato anche nella prefazione al Documento di economia e finanza (Def), approvato oggi dal Consiglio dei ministri. E le infrastrutture sono al primo posto anche nel Piano nazionale delle Riforme varato oggi dal governo e illustrato in una conferenza stampa dal ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture Corrado Passera. Ecco le prime anticipazioni sui due testi in relazione al settore infrastrutturale.

Il Monti-pensiero sulle infrastrutture
"Tornare a crescere - ha spiegato il premier - è un'operazione di lunga lena e molto resta da fare", "azioni concrete, ad ampio raggio che completano e arricchiscono gli interventi dei mesi passati". Occorre quindi "continuare l'apertura del mercato dei prodotti e dei servizi, riformare il mercato del lavoro in una prospettiva di crescita, investire sul valore dell'istruzione e dell'innovazione, rivedere il sistema fiscale, incentivare gli investimenti dall'estero e sostenere l'export, velocizzare la giustizia civile, modernizzare l'amministrazione pubblica, prevenire e reprimere la corruzione, investire in infrastrutture di trasporto, nell'agenda digitale e nella green economy". Una strategia, ha concluso Monti, "che deve tenere conto delle condizioni di contesto di ogni area del Paese e in particolare valorizzare il potenziale di crescita inutilizzato del Mezzogiorno".

DEF: le opere prioritarie
Le esigenze finanziarie per le infrastrutture considerate prioritarie sono di 10,7 miliardi nel prossimo triennio, la metà (5,6 miliardi) solo nel 2013. E' quanto contabilizzato dall'Allegato infrastrutture al Def, che individua 4 priorità di opere: priorità obbligate; priorità legate alle decisioni assunte a scala comunitaria sul nuovo assetto Reti Ten-T; priorità supportate da un reale coinvolgimento di capitali privati nella realizzazione di opere; e priorità legate a dare continuità ad impegni assunti.

DEF: L'incidenza del trasporto sulla bilancia energetica
L'incidenza del trasporto sulla bilancia energetica "supera ormai il 40%", quindi è necessario "un immediato approccio responsabile finalizzato alla ottimizzazione dell'uso delle varie modalità di trasporto" che consenta un "contenimento dei consumi". E' l'impegno contenuto nell'Allegato Infrastrutture al Def. In particolare, "utilizzando la gestione congiunta dei ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dello Sviluppo Economico, si intende dare concreta attuazione ad iniziative incisive capaci di ridimensionare, in modo sostanziale, i consumi anomali e dannosi per la crescita e per lo sviluppo". L'impegno del governo deve portare a "ridimensionare in modo sostanziale, nel trasporto delle merci, il carico a vuoto", visto che "oggi, purtroppo, tale livello raggiunge l'assurda soglia del 50%". Altro obiettivo è "ottimizzare il trasporto aereo. La direttiva comunitaria sul 'cielo unico' è mirata proprio a ridimensionare a livello comunitario, per un valore di circa 2 miliardi l'anno, il costo dei consumi energetici del comparto evitando le lunghe attese degli aeromobili nella fase di atterraggio. Ciò comporterà il massimo rispetto dei piani di volo e dei relativi slot e, quindi, una organizzazione logistica delle attività di handling".
Altra azione riguarda l'offerta del trasporto pubblico locale, che va "ottimizzata in modo da ridimensionare il ricorso oneroso al trasporto privato" e "costruire, in modo organico, l'utilizzo delle varie modalità di trasporto, ricorrendo, soprattutto per le lunghe percorrenze, al trasporto via mare attraverso il sistema delle 'autostrade del mare'".

DEF: due diligence su opere per deciderne destino
Una 'due diligence' per verificare lo stato di avanzamento degli interventi per la realizzazione di grandi opere, sulla loro reale validità strategica, sulla possibilita' di recuperare determinati stanziamenti per assegnarli a interventi piu' incisivi e più coerenti alle finalita' del nuovo assetto programmatico. E' un'azione già possibile a legislazione vigente, di cui si parla nell'allegato Infrastrutture al Def. "Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha confermato 4,9 miliardi di stanziamenti per interventi programmati e approvati dal Cipe prima del 31 dicembre 2008; entro il 30 maggio 2012 si darà avvio concreto a tali proposte progettuali. Successivamente - è scritto nell'allegato - si provvederà a revocare i finanziamenti per quegli interventi di cui sarà accertata la incapacità di avvio concreto del processo realizzativo".

DEF: particolare attenzione alle infrastrutture del Sud, priorità Salerno-Reggio Calabria
Il Governo intende dare "particolare attenzione, pur in presenza della crisi, alla infrastrutturazione del Mezzogiorno". Lo si legge nell'Allegato infrastrutture 2013-2015 al Def, che indica l'obiettivo di una "infrastrutturazione organica" del Mezzogiorno ed elenca una serie di opere che costituiscono un "quadro concreto di azioni mirate al rilancio organico" del Sud: in particolare il Governo resta impegnato nel completamento della Salerno-Reggio Calabria.
L'Esecutivo si impegna inoltre, nel rispetto del contratto di programma delle Ferrovie dello Stato, con una misurabile posta finanziaria per l'avvio dei lavori dell'asse ferroviario Napoli-Bari, nel completamento dei sistemi metropolitani di Cagliari, Napoli, Bari, Catania e Palermo, l'asse autostradale Telesina e l'asse Siracusa-Gela, i sistemi portuali campano e pugliese, le piastre logistiche di Taranto, Cagliari e Augusta, gli interventi relativi agli assi viari in Sardegna come l'asse 131 Carlo Felice o la Olbia-Sassari, gli interventi legati alla salvaguardia delle risorse idriche. "Queste azioni infrastrutturali - precisa il documento - devono essere strettamente correlate a iniziative di rilancio misurabile delle attività imprenditoriali".

DEF: opere su corridoi Ue per accelerare la crescita
Per ridurre "il tempo verso la crescita", e con riferimento a opere e interventi relativi alle tratte italiane dei quattro corridoi europei Adriatico-Baltico, Mediterraneo, Helsinki-La Valletta e Genova-Rotterdam, il Governo intende seguire una "priorità logica e cronologica" di interventi. Lo si legge nell'Allegato Infrastrutture al Def, in cui si precisa che si tratta di tre tipi di interventi: "di tecnologia di informazione e comunicazione, che consentano di ottenere migliori servizi dagli archi e dai nodi infrastrutturali esistenti", come ad esempio "l'istallazione dei sistemi di segnalamento controllo ferroviario Ertms (European Rail Traffic Management System) sulle reti anche convenzionali, che sono prevalentemente dedicate al traffico merci, allo scopo di aumentare l'offerta ferroviaria a partire dalle infrastrutture esistenti; di collegamento dei nodi strategici, porti e aeroporti, alla rete esistente in modo da esaltare lo sfruttamento della intermodalità oggi possibile; di completamento degli archi e dei nodi mancanti, a partire dai nodi portuali e aeroportuali dove maggiori sono i guadagni di efficienza prevedibili a minor costo possibile". La necessità, si spiega, è di migliorare le connessioni del sistema produttivo italiano con i mercati globali.

DEF: disco verde per le infrastrutture pro-export
"Oggi tutte le politiche anche quelle di trasporto e delle sue infrastrutture vanno prioritariamente orientate per sostenere al meglio le attività economiche di esportazione", si legge nella premessa dell'Allegato Infrastrutture del Def in cui si rileva anche che "per crescere serve esportare, e per esportare serve trasportare" ma il sistema infrastrutturale non è in grado di sostenere la competitività del Paese e, di conseguenza, la sua crescita economica, tantomeno dell'intero territorio nazionale.(DEF: il Ponte sullo Stretto
Il ponte sullo Stretto di Messina, che rientra nel programma di infrastrutture strategiche, è un "intervento in corso di approfondimento". Così è indicato nella tabella dell'allegato Infrastrutture 2013-2015 al Documento di Economia e Finanza.

Il Piano nazionale delle Riforme
Per rilanciare la crescita occorre puntare su cinque punti: infrastrutture, pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, incentivi alle imprese, energia e semplificazione burocratica. E' quanto ha affermato il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, nel corso della conferenza stampa di illustrazione del Piano nazionale delle riforme. Occorre "lavorare su riforme che rafforzano il nostro Paese e su iniziative concrete per far sì che affluiscano risorse nei modi e nei tempi giusti. Non esistono singole misure né singole idee che risolvono il problema della crescita: bisogna lavorare con pazienza su tutti i motori della crescita".
Passera ha poi elencato i cinque punti. Il primo è quello delle infrastrutture con "l'accelerazione dell'apertura dei cantieri, lavori grandi, medi e piccoli". Il ministro ha, quindi, riferito che "stiamo preparando un sito dove ogni infrastruttura potrà essere seguita da ciascun italiano, un modo per contribuire alla trasparenza". Inoltre, ha aggiunto, "lavoriamo per risorse pubbliche ulteriori, abbiamo individuato 25 miliardi di nuovi interventi e lavoriamo per trovare le risorse. Complessivamente possiamo movimentare lavori per 70-80 miliardi, circa 20 miliardi all'anno per cassa".
Il secondo punto è il "pagamento debiti scaduti, è una zavorra enorme che le aziende hanno nel loro zaino. Abbiamo già trovato 6 miliardi - ha ricordato - per cominciare a pagare debiti scaduti delle amministrazioni locali". Dalle banche potrebbero poi arrivare altri 20-30 miliardi. "Incontreremo nei prossimi giorni il sistema bancario perché siamo convinti della disponibilità ad anticipare 20-30 miliardi che in un momento come questo possono fare la differenza".

Mario Avagliano