Grandi opere nel Nord Ovest: il nodo dei fondi
Il Rapporto OTI 2011 fotografa la situazione
Il problema di fondo evidenziato dalle imprese è però quello politico che si traduce nella disponibilità di fondi. Le Confindustrie di Milano, Torino e Genova, quindi, “intendono – si legge nel Rapporto - continuare a rappresentare alle istituzioni e ad ogni interlocutore coinvolto il punto di vista delle imprese, le loro aspettative e le loro proposte per agevolare lo scioglimento dei nodi che ostacolano lo sviluppo della situazione infrastrutturale del Nord Ovest”. Un modo diplomatico per spiegare che occorre assolutamente trovare altre risorse. Per il sistema produttivo locale, infatti, l’obiettivo è quello di “rendere il nord ovest una piattaforma logistica di primaria importanza nello scenario europeo ed internazionale, fondata sui tre nodi metropolitani e sulle relazioni di complementarietà che li legano”.
OTI effettua quindi un’analisi dettagliata delle diverse opere che coinvolgono l’area, partendo dai fondi a disposizione a da quelli che sarebbero necessari. Complessivamente per 15 infrastrutture previste (ferroviarie e stradali), le risorse necessarie ammontano a 29, 921 miliardi di euro. A fare la parte del leone sono ovviamente la Pedemontana Piemontese con 6,2 miliardi, la Nuova Linea Torino Lione con 8,2, la Tangenziale Est di Torino con 3,2 ma anche infrastrutture come il potenziamento della ferrovia La Spezia-Parma (2,3 miliardi) oppure il raddoppio della linea ferroviaria costiera ligure da Genova a Ventimiglia (2,1 miliardi).
Di fronte a queste necessità, però, gli stanziamenti già effettuati ammontano a 11,234 miliardi di euro. Di fatto solo la Asti-Cuneo e l’ammodernamento della Torino-Milano beneficiano di fondi equivalenti alle necessità programmate. “Oltre alle difficoltà di carattere tecnico-progettuale, connesse alla realizzazione di opere che impattano su territori fortemente urbanizzati – spiega quindi OTI -, il maggiore ostacolo continua ad essere rappresentato dalla carenza di adeguate risorse, derivanti dai vincoli della finanza pubblica e dalle oggettive difficoltà nel ricorso a forme di finanziamento privato”. Un panorama che in parte si riflette anche sui lavori concretamente avviati. Certo, viene sottolineato, il 2011 è stato caratterizzato da “significativi passi in avanti nel sistema dei corridoi di collegamento del nordovest con la nuova rete centrale delle infrastrutture europee”, ma “permangono maggiori criticità, rallentamenti e empasse decisionali relativamente ai nodi metropolitani di Milano, Torino e Genova; ciò è particolarmente preoccupante considerato l’avvicinarsi dell’evento di primaria importanza internazionale di Expo 2015”.
La sintesi proposta da OTI è chiara. Se da una parte si sono conclusi i lavori e si è aperta all’esercizio la seconda tratta della linea di metropolitana 1 di Torino tra Porta Nuova e Lingotto, dall’altra, con diverse situazioni nel rispetto dei singoli crono programmi, “proseguono i lavori sulle autostrade Torino-Milano, sulla nuova direttissima Brescia-Milano (Brebemi), sulla Pedemontana Lombarda nonché su alcune opere avviate del nodo stradale milanese (Paullese, Cassanese e Villa di Monza) e genovese (viabilità a mare). Sulla rete ferroviaria continuano i cantieri sulla Pontremolese, per il raddoppio della linea costiera del Ponente Ligure, del nodo di Genova, del Passante di Torino, dell’Arcisate-Stabio e della Gronda Nord di Milano (tratta Seregno-Saronno). Così pure proseguono le opere sulle linee metropolitane già avviate a Milano, Torino e Genova.
In ambito portuale sono in corso i lavori di riempimento alla calata Bettolo del porto di Genova, di realizzazione del nuovo terminal multipurpose di Vado Ligure e per la realizzazione del Terzo bacino del porto della Spezia”. In aggiunta a tutto questo, sempre nello scorso anno “sono stati aperti alcuni significativi cantieri, come quelli relativi alla galleria esplorativa della Maddalena sulla Torino-Lione e per il prolungamento della linea AV/AC nella tratta Treviglio-Brescia; e sono stati risolti tutti i nodi propedeutici alla prossima apertura dei cantieri sul Terzo Valico sulla linea Genova-Milano/Novara. Inoltre sono partiti i lavori della strada Rivoltana del nodo milanese e per il riempimento nel bacino portuale di Genova-Sampierdarena tra i moli Ronco e Canepa; in quest’ultimo caso la potenzialità commerciale dei terminal interessati sarà ulteriormente accresciuta dall’ulteriore riempimento previsto tra i moli Canepa e Libia deciso nel 2011”. Mentre sono dati per “prossimi all’avvio” i cantieri sulle ferrovie Rho-Gallarate (di accessibilità a Malpensa) e Castano-Turbigo (nell’ambito della Gronda Nord milanese) e sul nodo viario di San Benigno per l’accesso al porto di Genova.
In “corso di completamento”, poi, i progetti esecutivi della Tangenziale Est Esterna di Milano, e quelli definitivi concernenti la tratta transfrontaliera della nuova linea ferroviaria alta capacità Torino-Lione e la Gronda di ponente sul nodo autostradale di Genova, quelle preliminari della Pedemontana Piemontese e del collegamento tra i terminal 1 e 2 di Malpensa. “Fase di stallo”, infine, per una serie di altre opere come “la tratta AV/AC Brescia-Verona, le connessioni al tunnel del Gottardo, il nodo di Novara, il collegamento da nord a Malpensa, la linea Milano-Mortara, la linea 2 della metropolitana torinese e le linee 2,3 (prolungamenti) e 4 (nuova) di quella milanese.
Altrettanto si riscontra sulla rete stradale e autostradale, in particolare per la Tangenziale Nord di Milano, la strada Magenta-Tangenziale Ovest di Milano, la Variante alla strada statale del Sempione, la Tangenziale Est di Torino e la quarta corsia di quella esistente, Corso Marche, nonché il raddoppio del traforo stradale del Tenda”. Da tutto questo le conclusioni delle imprese del Nord Ovest.
E’ fondamentale – viene ribadito nel Rapporto – “garantire la necessaria continuità dei flussi di cassa per il proseguimento dei cantieri già avviati e per l’apertura di quelli previsti a completamento dei diversi sistemi infrastrutturali”. Una conclusione che naturalmente si traduce in una richiesta all’esecutivo Monti. “Il nuovo Governo – dice infatti OTI - è chiamato a dare attuazione ai programmi di sviluppo del Paese che non possono prescindere dal potenziamento della rete infrastrutturale e dal miglioramento dei servizi legati alla logistica e alla mobilità di persone e merci. Il Decreto “Salva Italia” e i recenti provvedimenti del CIPE vanno nella direzione auspicata e necessitano di una attuazione nei tempi più brevi, in sinergia con le misure predisposte in ambito europeo per il sostegno degli investimenti”.