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Briciole di pane

I cambiamenti climatici impattano sulla redditività di banche e imprese

Il vicepresidente della BCE, Luis de Guindos, parla dello stress test definito dal suo istituto

La Banca centrale europea ha definito il primo stress test esteso a tutti i settori dell'economia per assistere le autorità e le istituzioni finanziarie nel valutare l'impatto dei rischi climatici su imprese e banche nell'arco dei prossimi trent'anni. Ne parla sul Sole 24 Ore, Luis de Guindos che, della BCE, dal 2018 è vicepresidente, oltre ad aver ricoperto la carica, dal 2011 al 2018, di ministro dell’Economia, Industria e competitività, in Spagna.

De Guindos afferma che “in genere i rischi climatici si suddividono in due categorie principali. La prima comprende il rischio fisico, che deriva dall'aumento della frequenza e dell'entità delle calamità naturali atteso nei prossimi decenni. Le imprese situate in zone a rischio, ad esempio presso fiumi o coste e quindi più soggette a possibili inondazioni, potrebbero subire danni significativi a causa di eventi climatici estremi. Ne potrebbero derivare interruzioni dei processi produttivi, con conseguenti fallimenti delle imprese situate in queste zone. I rischi fisici variano da regione a regione. L'Europa meridionale risulta in media più esposta a stress termici e incendi, mentre l'Europa centrale e settentrionale sono più esposte a inondazioni. La seconda categoria comprende il rischio di transizione. Di fatto l'introduzione di politiche climatiche volte a ridurre le emissioni di CO2 potrebbe influire negativamente su alcuni settori ad alto consumo di energia e elevata produzione di anidride carbonica”.

De Guindos ipotizza alcuni scenari: “Aliquote fiscali più elevate sulle emissioni di carbonio potrebbero, ad esempio, aumentare i costi di produzione e abbassare la redditività in questi settori. I rischi fisici e di transizione possono compromettere la stabilità finanziaria se le banche o altre istituzioni finanziarie detengono esposizioni verso imprese che si rivelano insolventi proprio a causa dei cambiamenti climatici. Queste due distinte tipologie di rischio sono in realtà interconnesse”.  

Si evidenzia nell’intervento che lo stress test della Bce coglie e quantifica questo potenziale contrasto tra rischi fisici e di transizione, utilizzando un arco temporale di trent'anni per tenere conto dell'impatto a lungo termine. Lo stress test esamina in ultima analisi la capacità di tenuta di imprese e banche in una serie di scenari climatici che rappresentano plausibili condizioni climatiche future, e considerano l'impatto economico delle politiche di contrasto al cambiamento climatico, ad esempio delle imposte sulle emissioni di carbonio.  

“I risultati evidenziano anche i benefici di interventi tempestivi: i costi a breve termine dell'adeguamento alle politiche verdi - conclude de Guindos -, sono infatti molto inferiori ai costi che le imprese dovrebbero sostenere se tali politiche non venissero implementate, a causa di un aumento delle calamità naturali nel medio-lungo periodo. Il cambiamento climatico rappresenta quindi una fonte di rischio sistemico importante, in particolare per le banche che hanno portafogli concentrati in alcuni settori economici e aree geografiche. Questi risultati evidenziano la cruciale e urgente necessità di una transizione a un'economia più verde, non solo per conseguire gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, ma anche per limitare gli sconvolgimenti delle nostre economie, imprese e fonti di sostentamento nel lungo periodo” .