Per i project bond tassazione al 12,5% come i titoli di Stato
Piace all'Ance la norma che innalza dal 50 al 60% la percentuale minima di affidamento dei lavori a terzi nelle concessioni
Roma, 22 maggio 2012 - Tassazione degli interessi fissa al 12,5% come per i titoli di Stato. È ancora il project bond il centro del nuovo intervento del ministero delle Infrastrutture per rilanciare il ruolo dei capitali privati nelle grandi opere. Il ministero riconosce che senza un nuovo regime fiscale anche le misure agevolative introdotte con il decreto legge 1/2012 non contribuiranno a far partire il nuovo strumento, destinato a finanziare società di progetto e concessionari. Si prevede anche che «le garanzie di qualunque tipo da chiunque e in qualunque momento prestate» in relazione alle obbligazioni emesse dalle società di progetto sono soggette alle imposte di registro, ipotecarie e catastali fisse anche quando si compiono operazioni come «surroghe, postergazioni, frazionamenti e cancellazioni». È ammessa l'emissione dei project bond anche per rifinanziare il debito precedentemente contratto per la realizzazione dell'infrastruttura o delle opere connesse al servizio di pubblica utilità di cui sia titolare.
Il pacchetto di misure messe a punto dal ministero delle Infrastrutture per il decreto sviluppo di questa settimana non poteva non avere un cospicuo numero di norme relative ai lavori pubblici (si veda anche il sito www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com). Oltre all'aggiustamento del project bond, c'è la conferenza di servizi preliminare (e obbligatoria) nella finanza di progetto, ci sono i requisiti per rilanciare lo strumento degli studi di fattibilità, c'è una norma (che piace all'Ance e alle piccole e medie imprese) di innalzamento dal 50 al 60% della percentuale minima di affidamento di lavori a terzi nelle concessioni, ci sono le norme che dovrebbero rendere indolore l'entrata in vigore delle norme sulla qualificazione del regolamento generale appalti, il prossimo 8 giugno. Una novità assoluta - anche questa da discutere con il ministero dell'Economia, come tutto il resto - è l'utilizzo, da parte dei Comuni, del credito di imposta sui dividendi distribuiti dalle società controllate o partecipate che gestiscono servizi pubblici locali. La norma proposta dice che questi crediti di imposta potranno essere utilizzati esclusivamente perla realizzazione di opere infrastrutturali necessarie al miglioramento dei servizi pubblici e comunque nel rispetto del patto di stabilità interno.
Il pacchetto lavori pubblici tenta anche di dare una risposta alla scomparsa delle tariffe professionali per le attività relative alla progettazione, in seguito ai decreti sulle liberalizzazioni delle professioni. Si prende per buona la determinazione recente dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, che ha fatto un sostanziale richiamo alla prassi delle stazioni appaltanti, e si spinge forse anche oltre prevedendo che le amministrazioni pubbliche, in attesa di nuovi valori di riferimento, utilizzino le vecchie tariffe professionali. Una norma solo abbozzata che dovrà essere discussa nei giorni prossimi anche con il "padre" delle liberalizzazioni di questo governo, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Antonio Catricalà.